Ci ho messo molto a decidere che tipo di articolo scrivere per il decennale. I 10 anni di Rockit coincidono per l'appunto con un percorso molto vario della mia vita, in cui ho vissuto stabilmente in 5 città in 3 paesi europei. Ero tentato di incrociare la mia vita e le percezioni di questi anni con la storia di Rockit, ma poi mi sono reso conto che l'esperimento sarebbe andato ben oltre il significato di Rockit, e che in un anniversario così tondo sarebbe stato più appropriato focalizzarsi sui fatti che hanno determinato la storia di questo progetto.
Ho preferito quindi scrivere un racconto il più possibile lineare, che ripercorresse con ordine le tappe più significative, limitando le mie analisi personali per dare più spazio ai fatti. Ne è venuto fuori uno scritto abbastanza corposo, ma penso anche interessante per chiunque sia curioso di capire come questo progetto si sia evoluto.
Mi appassiono al "rock italiano" da giovanissimo, ascoltando i Litfiba. Passo la prima adolescenza a collezionare la loro discografia. Durante gli anni del Liceo, frequento il mitico Cencio's (a Prato) e lì respiro gli albori della nuova scena rock italiana, quella che in Toscana satellita intorno al "Consorzio" e ad Arezzo Wave. L'alchimia rock e lingua italiana mi sembra qualcosa di potentissimo, un linguaggio impareggiabile per descrivere con immediatezza le necessità di una generazione. E' una musica "nostra", che parla di noi.
Nell'ultimo anno di Liceo, mi entra una gran voglia di suonare (il basso!) in un gruppo ed allo stesso tempo sono incuriosito da quella cosa nuova che è Internet. Sono indeciso se comprare il basso, o se mettere Internet in casa. Visto che mio fratello è a fare l'Erasmus in Germania, alla fine si decide di mettere Internet, così si può comunicare con lui via email.
Era il 1996 e Internet era una massa disorganizzata di dati. I motori di ricerca non trovavano niente, e l'unico modo per recuperare informazioni utili era quello di imbattersi in una pagina che avesse dei link interessanti. In particolare, sulla scena rock italiana esisteva pochissimo. C'erano delle paginette sparse dedicate ai gruppi italiani più famosi, ma anche quelle erano difficili da trovare. Decisi quindi di mettere in piedi io una pagina riassuntiva (utilizzando uno spazio gratuito su Geocities) con tutti i link ai siti delle band italiane. Con il passare delle settimane, la gente mi scriveva per segnalarmi le proprie pagine sulle band italiane, e la paginetta si allungava.
Dopo la maturità, decisi di andare in Inghilterra. Volevo studiare ingegneria e mi inquietavano le storie di conoscenti che per avere un pezzo di carta (e molti nemmeno ci riuscivano) erano diventati ciechi calvi e gobbi. E dall'esuberanza dei miei 18 anni, decisi che non era un percorso che mi interessava. Grazie ad un caro amico italo-inglese, riuscii a presentare la domanda di ammissione al sistema universitario inglese (all'epoca completamente gratuito). Mi accettarono diverse università ed io scelsi Bath, per studiare Electronic & Communication Engineering.
Dall'Inghilterra continuai a gestire la mia paginetta (che da Geocities avevo migrato sui server web della mia università), che nel frattempo era diventata un sito vero e proprio (a cui diedi il nome di "Rock Italiano"), con sottopagine dedicate agli artisti ed un menu dal quale si potevano selezionare gli artisti che cantavano in italiano e quelli che cantavano in inglese.
Il sito cresceva costantemente, ma non aveva una sezione di contenuti propri. Si limitava a linkare le risorse già esistenti sulla rete. Io dall'Inghilterra ero ormai fuori dalla scena musicale italiana, e non ero in grado di coordinare una sezione di contenuti. All'epoca stavano nascendo diverse webzine che pubblicavano recensioni. In particolare seguivo Muzika, che era gestita da un tizio di Sesto San Giovanni (MI) che si faceva chiamare Pons (poi avrei scoperto che Pons era il cognome, e di nome faceva Giulio). Trattava di musica "rock", sia italiana che straniera, con alcuni articoli anche curiosi, come per esempio l'inchiesta se la sigla di Jeeg Robot fosse cantata da Piero Pelù.
Un bel giorno di primavera decisi di scrivere a questo Pons. Gli proposi di creare una cosa nuova. Un sito che si focalizzasse sulla scena musicale italiana, dove oltre a segnalare le risorse già presenti in rete si producessero anche contenuti. Pons mi disse che l'idea gli interessava, ma che prima di cominciare avrebbe dovuto trovare una webzine a cui passare le recensioni che aveva già pubblicato sugli artisti stranieri.
Nel giro di qualche settimana, per la precisione il 23 maggio 1997, nacque RockIt (con l'URL http://www.infosquare.it/rockit), a cui demmo questo nome con l'idea poi di spostarlo sul dominio rock.it, il quale però di lì a poco ci venne soffiato da un provider romano.
Nei mesi successivi, Rockit prende sempre più campo. Vengono pubblicate recensioni di album, recensioni di concerti, interviste sui gruppi della scena italiana. Si presentano nuovi collaboratori. All'epoca, uno dei più attivi era Camillo, un compagno di università di Pons. Poi c'era il mitico Fausti'ko, un ragazzo calabrese che studiava a Bologna, onnipresente sui newsgroup musicali e già collaboratore di Muzika, nonché grande agitatore delle notti bolognesi.
Nei primi mesi di vita di Rockit, c'era il progetto di rendere Rockit "modulare" su base geografica. L'idea era quella di avere tanti "amministratori" sparsi per l'Italia, ognuno dei quali avrebbe dovuto gestire la propria scena locale, tenendo aggiornate le risorse relative alle band di quell'area e coinvolgendo collaboratori della zona per recensire concerti e fare interviste.
Fu in questa ottica che venne coinvolto Acty, un ragazzo romano che gestiva un sito dedicato alla scena locale. Il progetto modulare poi non prese campo, perché ci rendemmo presto conto che era troppo complesso da gestire.
Nel frattempo, Pons e Camillo avevano deciso di stampare una fanzine cartacea, da distribuire in giro. Conteneva tutto l'ultimo materiale pubblicato sul sito, ed era stampata in bianco e nero. Una di queste fanzine fu raccolta da un tizio con la catena al collo. Era Fiz. Contattò Pons e gli disse che l'idea era bella, ma la grafica ed il logo facevano schifo. La prossima volta la fanzine l'avrebbe impaginata lui. E nel frattempo cominciò anche a scrivere recensioni.
Per la cronaca, vanno citati altri due collaboratori storici di Rockit, che per motivi personali e lavorativi, hanno qualche anno fa lasciato il progetto: Roberta Accettulli e Luca Birattari. La prima era una ragazza pugliese che abitava a Milano, onnipresente nella scena indipendente, poi reclutata dalla Mescal. Il secondo era un amico di Pons, che per anni ha gestito la sezione concerti.
All'epoca io ero stabilmente in Inghilterra. Riuscivo a seguire molto poco la scena musicale in Italia, e mi ero dedicato principalmente all'evoluzione tecnologica del sito. Uno dei miei pusher principali di musica italiana era diventato Fausti'ko, che era il collaboratore che riuscivo a frequentare di più. All'epoca Fausto abitava a Bologna ed io per tornare a casa a Prato dall'Inghilterra utilizzavo spesso l'aeroporto di Bologna. Molte volte quando avevo l'aereo ci incontravamo alla stazione di Bologna e lui mi preparava quasi sempre delle cassettine per tenermi aggiornato sugli sviluppi della scena.
Nell'estate del 1998 ero rimasto a Bath, per cercare uno stage per l'anno accademico successivo. La mia ragazza di allora, Aneesha, dovette andare in Sri Lanka per un mesetto, ed io utilizzai quel periodo per studiare a tempo pieno come fare a rendere il sito di Rockit dinamico. Fino ad allora, tutte le pagine di Rockit erano statiche, ovvero singoli file generati a mano. Il numero di band presenti sul sito continuava a crescere e non esisteva un motore interno per ricercarle. Spulciando in rete, scoprii che attraverso un linguaggio di programmazione chiamato Perl era possibile generare pagine in modo dinamico. Chiesi alla mia università se era possibile abilitare questa funzionalità sul mio spazio web personale, loro mi dissero di sì e utilizzai le restanti settimane e mettere in piedi il primo sistema di database artisti di Rockit (che scriveva i dati su un semplice file di testo), ospitato gentilmente dai server della University of Bath (sebbene quest'ultima cosa fosse trasparente agli utenti).
Poco dopo, Pons mi disse che era entrato in contatto con Fabrizio Rioda, il chitarrista dei Ritmo Tribale, che era affascinato dal progetto di Rockit e che ci avrebbe offerto gratuitamente uno spazio ed un dominio sui server della Mind, una azienda milanese di hosting web di cui Rioda era socio. Era l'agosto del 1998 e Rockit inaugurava il suo www.rockit.it
Finalmente avevamo un spazio web professionale tutto nostro, accessoriato di tutte le ultime tecnologie. Il database artisti rimaneva temporaneamente sui server dell'università di Bath, ma da ora in poi tutte le nuove funzionalità potevano essere ospitate direttamente dal nostro server. Era un passo epocale per Rockit.
Qualche mese dopo divenne popolare un altro linguaggio di programmazione. Si chiamava PHP, e negli anni sarebbe diventato il cavallo di battaglia della comunità open source in ambito web. Mi documentai e mi sembrava convincente. Decisi quindi di adottarlo per rendere dinamica un'altra sezione, quella delle etichette, utilizzando questa volta un database relazionale open source, il MySql, che di lì a breve sarebbe diventato il database web per antonomasia.
Ormai la tecnologia giusta era stata trovata: PHP e MySql. Adesso bisognava progettare tutto il database di Rockit, per rendere dinamica ogni singola pagina e tenere tutti i dati nel database, in modo che al momento del restyling grafico del sito sarebbe bastato cambiare i template delle pagine, e non ogni pagina singolarmente, come era successo fino ad allora.
Qualche mese dopo, Pons mi dice che vorrebbe cominciare ad interessarsi di programmazione web e che se gli do un piccolo supporto vorrebbe portare come tesi di laurea (anche lui studia ingegneria delle telecomunicazioni) la progettazione del database di Rockit. Nella primavera del 2000, Pons si laurea ed il database globale di Rockit diventa operativo per la gioia di tutti noi.
Nel frattempo, nel marzo 2000, Rockit era diventata ufficialmente una associazione nazionale, con 8 soci fondatori: Pons (il presidente), io, Camillo, Fausto, Acty, Fiz, Luca, Roberta. Segue un periodo di forte entusiasmo all'interno del gruppo, anche perché Internet è al culmine della sua bolla speculativa. C'è anche chi dice che abbiamo sbagliato a fare una associazione, e che era meglio fare una società, che a quest'ora saremmo tutti ricchi. Alla fine, l'associazione si rivelerà la scelta più giusta, in linea con lo spirito del progetto.
Scoppia la bolla, e Rockit cade in depressione. L'interesse verso Internet crolla, ed il nostro proposito di trovare sponsor da cui recuperare i soldi necessari per stipendiare almeno uno di noi che lavori a Rockit si rivela impossibile.
Nel 2002, a cinque anni dalla nascita, Rockit è una realtà molto apprezzata e conosciuta, ma la motivazione interna è ai minimi storici. Ritorno in Italia dopo 5 anni, e voglio dare una scossa al progetto. Io in Rockit ci credo, e adesso che sono in Italia devo fare qualcosa. Mi da noia questa apatia regnante. Questo dire e non fare. L'occasione arriva poche settimane dopo. Fiz mi passa il contatto di Arezzo Wave. Io li contatto e propongo loro un tour invernale itinerante, che tocchi tutte le regioni italiane. E' il RAWtour, un progetto ambizioso con 20 date in giro per l'Italia, dove in ogni serata suonano un gruppo scelto da Rockit e uno scelto da Arezzo Wave. E' un lavoro lungo ed intenso, che mi porta via 5 mesi, gestendo il processo organizzativo dall'inizio alla fine, dall'individuazione dei locali in tutta Italia alle comunicazioni con i gruppi, dalle liberatorie Enpals all'invio del materiale promozionale. Sono 5 mesi difficili, ma alla fine il RAWtour va in scena (febbraio-marzo 2002), e Rockit per la prima volta calca i palchi di tutta Italia.
Dopo l'estate del 2002, Faustiko, che nel frattempo aveva trovato la donna nel milanese, ha intenzione di trasferirsi da Bologna a Milano. Pons propone che ognuno di noi sborsi un tot di soldi per pagare un part-time a Fausto e fargli fare un lavoro di redazione per Rockit, beneficiando di una piccola scrivania nei locali del Jungle Sound, offerta ancora una volta dal mecenate Fabrizio Rioda. Chi ha disponibilità immediata di soldi è subito d'accordo, chi non ce l'ha storce un po' il naso. L'esperienza di Fausto non sarà fortunatissima e quando gli capiterà una occasione di lavoro soddisfacente, lascerà il lavoro di redazione.
A quel punto, Rockit è punto e a capo, senza una redazione fissa e con un tentativo fallito alle spalle. Per di più, il clima interno non è proprio idilliaco. Nel frattempo, qualche miserissimo utile comincia ad arrivare, principalmente grazie alle sponsorizzazioni del magazine. Un tiepida botta di ottimismo inonda il gruppo, e si valuta di ritentare la carta redazione fissa.
Negli ultimi mesi aveva cominciato a collaborare attivamente un ragazzetto, classe 1985, che di nome faceva Carlo Pastore. Nessuno l'aveva mai visto, fino a quando non lo incontriamo a novembre 2003 al MEI di Faenza. Ci fa una ottima impressione. E' un ragazzo sveglio e pieno di entusiasmo. In più è giovanissimo e scrive anche molto bene. Sembrerebbe quasi la persona perfetta per rimettere in piedi la redazione di Rockit. Ci informiamo sui suoi progetti futuri. Ci dice che quell'anno ha la maturità e che poi vorrebbe andare a Bologna a studiare Scienze delle Comunicazioni. Ho ancora stampata in fronte l'immagine di tutto lo staff di Rockit che si riunisce a tondo nell'aia del MEI, per decidere se fargli o no la proposta indecente. Resterà memorabile la frase di Acty: "pensamoce bene, che c'avemo na responsabilità. a sto regazzetto lo famo venì a Milano e je cambiamo la vita".
A settembre dell'anno successivo Carlo verrà a Milano. Fiz ci convince che questa è una occasione importante per Rockit e che in redazione c'è anche bisogno di lui. Noi gli diamo fiducia. In poco tempo i due raggiungono una intesa magica, e la redazione di Rockit diventa una macchina da guerra. E' in questo periodo che Fiz decide di osare, mettendo in piedi un festival estivo organizzato da Rockit, dove si possano ascoltare tutte le cose belle della scena indipendente italiana. All'inizio siamo un po' tutti scettici, ma l'Immaginario di Fiz è così forte che ci conquista e ci coinvolge tutti. E' il 2005 e nasce il MI AMI, Musica Indipendente A MIlano, il festival dei baci e della musica indie: "un weekend per stare bene, e se ci scappa qualche bacio tanto meglio". Fiz aveva colto nel segno, era esattamente quello che ci voleva.
Il resto è presente. Carlo che fa il VJ su MTV. Fiz che continua a tenere in piedi la redazione ed il MI AMI. Sandro che ha preso il posto di Carlo nella gestione dei contenuti del sito. Francesco e Michele che ci danno una mano in redazione. Pons che è diventato padre. Fausto che si è sposato. Camillo che fa la vita da impiegato col posto fisso. Acty che fa in su ed in giù tra Roma e Milano, con le mani sempre in pasta. Io che adesso sto a Berlino.
Indice speciale 10 anni:
Leggi "Oggi sono 10 anni. Buon compleanno Rockit!" (di Giulio Pons)
Leggi "I Litfiba, il Cencio's… e poi Rockit" (di Daniele Baroncelli)
Leggi "10 anni di storia e spingo ancora" (di Fiz)
Leggi "Strada facendo… con Rockit" (di Acty)
Leggi "Io : Noi : Rockit." (di Carlo Pastore)
Leggi "I miei ringraziamenti" (di Camillo)
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L'articolo I Litfiba, il Cencio’s... e poi Rockit di Daniele Baroncelli è apparso su Rockit.it il 2007-05-24 00:00:00
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