L'esperienza al MI AMI 2012 nelle parole dei gruppi che hanno suonato
A CLASSIC EDUCATION
Il MI AMI ormai lo conosciamo bene e, c'è poco da fare gli snob, venirci a suonare CI PIACE.
Tutto è organizzato bene, un po' rigido se vuoi, ma le ragazze che ti accolgono sono sempre gentili e disponibili.
E' la nostra prima domenica al MI AMI e sappiamo già come vogliamo vivercela.
Si arriva in tempo per l'autan, una birra e via sul prato a vederci i Men On Wire (con cui Jon farà una cantatina).
Poi sono assurde lattine di Jack e coca già miscelati e chiacchiere con tutti quelli che si conoscono ma non si frequentano con assiduità.
Quest'anno chiudiamo la collinetta: prima di noi i Vadoinmessico fanno un concerto incredibile e noi ci carichiamo..
Sandro è gentile e ci lascia montare la nostra batteria con il logo e il biker a farci compagnia.
Si parte ed è uno di quei concerti in cui ho voglia di alzare la testa e guardare la gente.
Vedo pochi telefonini e tanta gente che muove la testa e partecipa.
Vedo persone per noi importanti in mezzo che cantano le nostre canzoni.
Qualcuno grida "basta con le camicie" e tra me penso che sia quel ragazzo alto e biondo sotto palco vestito con una maglietta e una cravatta che ,abbracciando la sua ragazza, salta come un pazzo ed urla tutto il tempo.
Il live finisce e siamo soddisfatti. Poi al banchetto il ragazzo alto e biondo si avvicina a salutarci con la sua ragazza e dice una cosa a Jonathan.
Jonathan mi sorride e si avvicina riportadomela.
E da soddisfatti diventiamo felici.
Ciao.
Luca
ALBEDO
Quelli dello staff stanno ancora tutti mangiando quando arriviamo. Facciamo chiamare Sandro ad alta voce da un grosso grosso tizio della cucina perché noi ci vergogniamo a farlo. Ci chiedono se abbiamo mangiato. No. Ci chiedono se vogliamo farlo. No grazie, comunque siete gentili. Andiamo a scaricare e a preparare il set. Siamo i primi. 43 gradi,come minimo. Nella tenda del palco della collinetta 89 gradi. Come minimo. Ci sono i tecnici, i fonici, le spie e le cose che funzionano. Non siamo abituati. Ci sono le birre nel camerino. Non siamo abituati. Check check check sì sì prova prova. Aspettiamo le cinque. Beviamo le birre. Aspettiamo le cinque. Diciamo cazzate. Sono le cinque. Sudiamo scordati la nostra scaletta. Poteva andare peggio. Cazzeggiamo in giro fino a tardi. Sentiamo gli Appaloosa e Bugo. Si è fatta una certa e ci sparecchiamo. Una ragazza ci apre il cancello per uscire e mi racconta che non è di Milano e che le avevano detto che era come Londra. Anche no, le dico. La saluto, le faccio dei sentiti auguri. In furgone ci diciamo che il festival è organizzato davvero bene.
Siamo noi che non siamo abituati.
AMOR FOU
Ieri abbiamo suonato al MI AMI piú bello che ricordi. Impianto bomba, staff perfetto, sole a picco e serenità, band di pischelli stilosi con belle idee che scalpitano e scintille ormai trasformatesi in bombe di suono a travolgere migliaia di corpi. Una scena mai cosí eterogenea, a cui manca solo fare un pó piú spesso amicizia, ma succederà. Intanto é successo qualcosa, un'altra volta, e penso che ognuno di quelli che hanno mosso un muscolo per farlo accadere sia un lavoratore dell'arte e abbia scelto il modo migliore per dimostrarlo, anche se non lo rivendica un giorno si e l'altro anche.
Mi sveglio, cazzeggio, leggo recensioni e scopro che Cento Giorni é il nostro disco concettuale con troppe influenze mentre gli altri erano emozionali. Poi ci penso e mi dico che per cinque anni la gente ai nostri concerti é stata pressoché muta e sempre immobile, a volte sembrava di essere a teatro (il che non é male, ma se fai pop... ehm...). Ieri saltavano, ballavano, cantavano tutti o quasi, e a tratti il cuore,almeno a me, scoppiava di felicità per essere lí a condividere non solo la mia visione del mondo e della Treccani ma pure emozioni ed entusiasmo, il che non é una cosa che si spiega né si viviseziona.
É successo qualcosa, e questo qualcosa, almeno dentro di me, ha ben poco di concettuale. O forse é solo colpa delle citazioni baustelliane, anche se non ci sono, o delle fighe nel video, o delle maglie fluo che non indosseremo mai. Intanto io sogno che un giorno venga dato ai Cosmetic quel che é dei Cosmetic e che ogni gruppo italiano che fa indie pop col cuore in mano e la testa in giro sia paragonato a loro e i testi di Bart abbiano la stessa influenza di quelli di Pezzali :-P
Comunque sia grazie a tutti, quelli di oggi e chi c'era già cinque anni fa, perché senza aprirci alle persone - il che a volte é piú difficile che scrivere divine commedie - restiamo bellissime scatole chiuse, servite ogni giorno al tavolo delle nostre piccole grandi paranoie.
AMYCANBE
"Cosa??!?! E voi dal mare di Cervia cosa siete venuti a fare a Milano!??!"
Effettivamente come dar torto al simpatico autista della navetta Jack Daniel's che (come un taxi molto più lungo.. o una limousine molto più corta..) mi accompagna insieme ad altre 2 persone sotto il sole stracocente delle 3 di domenica pomeriggio...?
Gironzolo per Milano dalla mattina di sabato e non ne posso più di stare sotto il sole... decido così di andare a prendere un po' di "fresco" all'Idroscalo... peccato che i miei calcoli siano completamente sbagliati: il sole ancora scotta e il Magnolia brulica di addetti ai lavori, mi aggiro fra stand, palchi, bar (ancora chiusi maledizione!!), sedie a sdraio e decine di curiosi che cercano riparo/refrigerio... Finalmente qualcuno inizia a suonare (e a bere)...tutte le sudorazioni passano in secondo piano.. si sta divinamente.. quindi ... come dire..:
MI AMY? ..Canbe!
APPALOOSA
Grazie a tutto lo staff, giornata molto piacevole e serata molto intensa, palco sotto il tendone molto accogliente e raccolto al punto giusto, concerto bellissimo e sudato. Unica pecca non aver visto i Movie Star Junkies che hanno suonato in contemporanea a noi.
ciao a tutti
BABY K
Partecipare a un festival musicale come il MI AMI è stata un’esperienza che rifarei molto volentieri. Sentirsi parte di un enorme gruppo unito dalla passione per la musica è qualcosa di veramente incredibile. Nell’aria si respirano le note, i suoni, le voci… sulla pelle si sente il calore di un grande pubblico pronto ad accogliere tutti gli artisti indipendentemente dalle preferenze musicali. Milano mi ha accolta con molto affetto e, nonostante mi sia esibita dopo la mezzanotte, la gente aveva ancora la giusta dose di adrenalina nelle vene. Grazie di cuore a Rockit e a tutti i presenti.
BAD LOVE EXPERIENCE
“Senza offesa ragazzi, ma non me ne frega niente di chi siete, per adesso. Piuttosto mi serve subito il primo gruppo in scaletta per fare il soudcheck p**co Dio!”
Queste sono le prime parole che il MI AMI, per bocca del direttore di palco del Pertini, ci ha rivolto appena arrivati. Non possiamo non ridere. Subito.
Bello il MI AMI, ben organizzato e ben prodotto, pieno di belle cose e bella musica, pieno di gente che è li per godersele tutte. Incontri vecchi amici e altri più nuovi, guardi tanti concerti e molti gruppi li conoscevi già e continuano a non piacerti, altri li scopri per la prima volta e spaccano di brutto. Poi a un certo punto ti ricordi che sei li per suonare, una parentesi perfetta in una bella giornata.
BOTTIN
Di solito mettere i dischi a un festival è un po' come preparare una ricetta alla televisione: dài il massimo ma non sai mai per chi stai cucinando davvero.
Il pubblico è sicuramente più numeroso ma anche molto più lontano rispetto alla dimensione del club, dove il protagonista non è il palco ma la gente che balla.
Nel club la musica, generata altrove e finalmente fatta uscire allo scoperto, non ha un centro: è ovunque.
Esce dalle casse per entrare nei corpi e sfugge alle maglie degli sguardi che si limitano a sfiorare il dj, non ne studiano l'esibizione come quando sono ipnotizzati dalla perfetta sincronia tra il gesto e suono, sono solo alla ricerca una complicità tribale e un primordiale senso di comunanza.
All'idroscalo, anche se ero solo su un palco enorme (così grande che solo una band può riempire a pieno diritto) da cui anche i tecnici se n'erano andati per un breve e meritato intervallo, ho sentito forte la condivisione attiva della musica: il pubblico si è presto voltato in mille direzioni ad osservare finalmente se stesso e a danzare, mentre appena dietro alle transenne si alzavano gli indici di anacronistici Tony Manero, il cui fantasma continua imperituro a possedere ogni generazione.
CALIBRO 35
Il MI AMI 2012 ha aperto le porte ai più esosi: chi avesse cercato tre centri di gravità permanenti ne avrebbe potuti trovare almeno 3, quanti erano i palchi. E si sarebbero potuti ascoltare gli eccellenti Appaloosa da "Deh" Livorno. Oppure i Movie Star Junkies, i Mojomatics, Boxeur the Coeur e altre cosette che per trademark non possiamo dire in questa sede. Un MI AMI molto scientifico: i volumi erano solidi, gli spazi erano equi, l'H2O è rimasta nell'Idroscalo e non ne è caduta dall'alto e gli esseri umani sono stati più umani del solito.
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
Andando contro a quello che dicevano sempre le maestre ("non si iniziano mai i temini in classe con le considerazioni personali”) il MI AMI per i Fast Animals and Slow Kids è stato bello bello. Due belli. Sembrava di stare in quei festival che ti vai a vedere l’estate, quelli dove senti caldo ma ci sono milioni di stand che ti danno birra e il caldo rimane ma lo percepisci di meno, quelli che a un certo punto anche se un concerto ti sta piacendo prendi e vai via verso una nuova meta perché tanto di concerti belli ce ne sono ottocento in contemporanea, quelli dove ti rendi conto che anche la gente intorno a te è brava bravissima e si merita il tuo bene in quanto questa “gente” ascolta la tua stessa musica. Per lo meno una gran parte della tua musica. Il MI AMI è forse l’unico festival in Italia ad avere un aspetto internazionale. Che non si dica mai che la redazione Rockit non va a vedere concerti in giro per il mondo!
I TRENI ALL'ALBA
Suonare non è una cosa facile.
Suonare, oggi, non è una cosa facile e suonare, oggi, in Italia, non è una cosa facile.
Ci sono un milione di ragioni per dire queste cose, ma non è questo il momento o il luogo per discuterne.
Ciò che conta, invece, è che suonare al MI AMI, per noi TRENI, è stato... facilissimo!
E’ stato facile grazie a chi lo ha organizzato e lo ha fatto funzionare, nonostante la difficoltà di gestire tanti gruppi, 3 palchi, un milione di banchetti e tanto, veramente tanto, pubblico… e spesso senza che molti si rendano conto di quanto sia complicato e stancante farlo.
E’ stato facile perché c’era un sacco di gente: e più gente c’è, più è facile.
E’ stato facile perché abbiamo incontrato un sacco di vecchi amici.
E’ stato facile perché abbiamo conosciuto un sacco di nuovi amici.
E’ stato facile perché è stato molto divertente.
Grazie di tutto a tutti!
IL TRIANGOLO
Il MI AMI è, per eccellenza, l'appuntamento musicale dell'estate milanese. Dopo anni passati come spettatori, per la prima volta ci troviamo dall'altra parte, sul palco. La collinetta ci attende alle sette di sera, gremita di gente. Il caldo è ancora tanto, troppo, quasi da togliere il fiato, e l'emozione, in questo caso non aiuta. La sorpresa più bella è stata vedere tante persone cantare, molte più di quante potessimo sperare. È stato, finora, il nostro concerto più importante, il più bello, il più atteso. Grazie a tutti coloro che hanno permesso che tutto ciò potesse accadere.
A presto.
Il Triangolo
LAVA LAVA LOVE
Sono Florencia, cantante e leader indiscussa dei LLL. Dovrei scrivere un resoconto sulla nostra esperienza al MI AMI. Diciamo che è stato un giorno ricco di sentimenti contrastanti. Domenica mattina, lo ammetto, non ero entusiasta all’idea di uscire di casa. Perché quando vado a Milano mi sento sempre una provincialotta, il topolino della Valpolicella che affronta la grande metropoli cosmopolita. E poi odio il sole perché ho la pelle diafana, e poi odio le zanzare perché sono allergica e mi fanno delle punture pruriginose che mi durano per settimane. Ma, del resto, chi ama le zanzare? Sono una realtà e bisogna affrontarla: per questo considero ontologicamente scorretto l’uso dell’Autan, impedisce il regolare svolgimento degli eventi. Capite? Ma il problema più importante era il caldo. E il sudore. Il sudore che, in piccoli rivoli che sgorgano dalla fronte, impedisce di vedere gli accordi alla chitarra. Il sudore che pezza le ascelle e ti costringe a tenere le braccia aderenti al corpo. Il sudore nemico di tutti i gruppi pop che vogliono dare un’immagine pulita e pettinata. Allora, prima di esibirci, siamo corsi ai ripari: Vittorio e Massimo hanno indossato fasce e polsini sfoggiando degli outfit degni del migliore Agassi, Andrea ha indossato un cappello da cowboy comprato poco prima in Autogrill per convincersi di essere in Texas, e io ho indossato un abitino a pois e un cerchietto con le orecchie da gatto, che si è rivelato provvidenziale per tenere a bada i capelli crespi per via dell’umidità e assicurare un effetto cosplay molto pop.
Se ci aggiungiamo tante bellissime persone che, come noi, hanno deciso di sfidare caldo, zanzare e le proprie ghiandole sudoripare per venirci a sentire, e che cantavano tutte le canzoni, e che si baciavano sdraiati sull’erba e si volevano bene, in un turbinio umidiccio di sentimenti, se ci aggiungiamo tutto questo si può evincere che la giornata si è conclusa nel migliore dei modi possibili: abbiamo suonato, siamo stati (diciamolo) bravini, la gente si è divertita e non c’erano nemmeno troppe zanzare. Le poche punture subite le porterò orgogliosamente come trofei, quando nelle serate veronesi sfoggerò gli abitini corti, e dirò a tutti che sono stati i baci delle zanzare del MI AMI.
LE CASE DEL FUTURO
L'esperienza del MI AMI per noi è stata positiva, dopo il nostro live abbiamo avuto la possibilità di incontrare persone che in questi mesi o durante il festival si sono interessate al nostro progetto e questa per noi è una grande soddisfazione.
Durante la giornata abbiamo visto molti live di band che già conoscevamo e di altre che abbiamo scoperto proprio quel giorno.
Ricorderemo con piacere il nostro primo MI AMI.
LO STATO SOCIALE
Al MI AMI siamo arrivati di domenica che è l'ultimo giorno del festival perchè c'han detto che dovevamo suonare di domenica che è l'ultimo giorno del festival. Ci siamo accorti che era domenica ma soprattutto l'ultimo giorno del festival perchè la gente che c'era lì quando siamo arrivati c'aveva più botta di noi.
Di solito quando ci accorgiamo che c'è gente con più botta di noi nel mondo tendiamo a sovraincidere la nostra botta in una sorta di esasperazione dub e allora siamo passati dal fritto misto a colazione di La Spezia - dove avevamo suonato la sera prima - al vodkatonic per merenda di Milano.
I 30 minuti di esibizione sul palco Pertini sono stati un momento di psicanalisi sui nostri problemi esistenziali e come tutte le sedute psicanalitiche non sarebbero serviti a un cazzo se non fosse che la botta che già ci stava prima moltiplicata per la nostra botta istituzionale ha portato la società in cui viviamo a vivere momenti come questo.
MAN ON WIRE
Arriviamo all'Idroscalo con tutti i pregiudizi che si possono avere verso una torrida domenica milanese come questa: alle 18 davanti al palco ci saranno solo le zanzare. E invece no. Alle 18 sul prato della collinetta c'è tanta bella gente e ci sono tanti amici. Si crepa dal caldo, ma non rinunciamo alla vodka liscia. Suoniamo per la prima volta Hard Times, sale sul palco a cantarla Jon di A Classic Education. Abbiamo provato con lui solo oggi, solo poco fa, ma il pezzo esce una bomba e ci emoziona. Siamo felici per i complimenti sinceri e per i tanti abbracci. Ci stordiamo. È stato bello.
MOVIE STAR JUNKIES
"You ask what makes our kind of music successful.
I'll tell you. It can be explained in just one word: sincerity."
(Hank Williams)
Arriviamo coi postumi nel caldo del pomeriggio.
Lunghe ore di "negroni sbagliati" -o "svogliati", o come li chiamate voi-
e prato, tette e odore di Autan. Vecchi amici, sigarette, gonne corte.
Un po' di fresco. Tanta gente!
Saliamo sul palco -in genere è quello che sappiamo fare meglio:
Ampeg rotto, birra, sputi di birra, applausi, applausi, scendiamo dal palco.
Merch, altre sigarette, Ugo Mazzia, Franceschino che l'hanno assunto a Milano da poco e si trova abbastanza bene,il Fontana che è appena entrato perché la security non voleva far entrare il cane del suo amico, vodka, Bugo, whisky, rap, Katia, due principesse nere bellissime, Gandolfi, albergo.
Notte.
Mattino: crostata, succo d'arancia, ce ne andiamo coi postumi.
MOUTH
E' stato il mio terzo MI AMI (le prime due seduto dietro ad una batteria con gli Hot Gossip) eppure questa ultima edizione ha contato molto per me. Nervosismo a mille e prima volta in un set LIVE con MOUTH, suonando con un telefono, una batteria e due amici a gestire le redini della mia pazzia. Vorrei ringraziare sopprattutto loro.
Chiudeva un bell' anno di soddisfazioni ,da quando son ritornato in Italia. I primi segni che qualcosa andava per il verso giusto, Babylon radio rai2, un ep per madonthemoon, le esclusive per rockit, safesexx, un matrimonio (il mio con Perpetual Dicky)
E' stato bello chiudere il cerchio e ritornare a sudare su un palco (il Torcida) che per qualità on stage (grazie ai fonici!) e per intimità della location scelta, è stato uno dei palchi che secondo me ha dato le vere novità e le meritate conferme, utili a capire dove sta andando il suono in Italia.
Il nostro pubblico, alle 20, è stato grande. Vorrei ringraziarvi tutti, ad uno a uno, e secondo me ce la potrei pure fare. Quasi quasi vi scrivo su facebook..vi scriverei una cosa così:
"Penso a delusioni a grandi imprese a una Tailandese ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale".
MR. T-BONE & THE YOUNG LIONS
Forse pochi di voi sapranno che il primissimo concerto mai organizzato al magnolia nel 2005 fu proprio il mio, all'epoca come “Mr.T-Bone Allstars” e da allora tempo ne è passato, io di chilometri ne ho macinati e il Magnolia si è fatto un ometto ormai... poi mi chiamano e mi propongono di fare il MI AMI festival... e come dire di no a Milano, al Magnolia e a Rockit? E infatti siamo partiti da Torino con tanto di abiti sberluccicanti e molto Skank'N'Roll da regalare, il caldo ha provato a rallentare il nostro show ma alla fine abbiamo vinto noi, o meglio avete vinto voi che c'eravate, arrivederci Milano, ciao Magnolia, bella Rockit!
OFFLAGA DISCO PAX
All’arrivo al Magnolia il 17 giugno è ora di pranzo e ci accomodiamo all’area nei dintorni del palco traspirando abbondantemente. Nel tavolo a fianco c’è tutta la ghenga di Brunori SAS. Hanno appena finito il soundcheck e sfoggiano un ospite non annunciato venuto appositamente per la parata domenicale: Dente. Si gioca duro insomma e noialtri OfflagaDiscoPax, che siamo in scaletta appena prima del cantautorato nelle sue massime incarnazioni attuali, ci appropinquiamo al palco per la nostra oretta di prove di suono, pronti a tutto come sempre. La nostra ultima comparsata al MI AMI è del 2007 e scopriamo che in questi cinque anni la situazione tecnica è decisamente migliorata, sicuramente per merito dell’uomo/istituzione dell’evento: Ugo Mazzia. Proviamo pure una cover (!) che non faremo mai e scendiamo quando mancano solamente 7 (sette) ore al concerto. La truppa si scioglie nell’afa dell’Idroscalo e ognuno va dove meglio crede: in albergo lì a due passi, a caccia dell’ombra nell’area del festival, a procurarsi l’indispensabile dose di iegher ghiacciato o a fare il doppio turno al mixer dei Grimoon. Intanto inizia l’afflusso pomeridiano, le zanzare sono meno del previsto e il pubblico è sempre più folto, presenzialisti compresi.
Chiunque arrivi dalla collinetta o dal Pertini si profonde con gli immancabili “xxxxxxxx hanno spaccato di brutto, yyyyyyyy hanno dato la paga a tutti, zzzzzzz sono i migliori” e mettete voi in testa alla frase un nome a caso della lista di giornata, compresi gli "Unbelievable Cazzons" che accompagnano il tramonto con un balletto in playback che nemmeno a Fresco Fresco e Discoring si era mai osato. Poi Ronin, poi tocca a noi, perfino in anticipo sugli orari rigidissimi amministrati dal Mazzia.
I nostri cinquantacinque minuti paiono graditi ai convenuti e compare tra il pubblico un cartello a pennarello: “Offlaga in Busta Paga - Odp #27”. Lasciamo il posto ai neomelodici dedicando il nostro concerto a Pierpaolo Vigevani, che se n’è andato a 37 anni qualche giorno fa. Ciao Pier, speriamo di ritrovarci un giorno in qualche micronazione futuribile.
POLAR FOR THE MASSES
I Polar For The Masses al MI AMI Festival 2012, breve resoconto di Davide: partiti in ritardo, corri, condizionatore rotto, caldo torrido, arrivati, montare subito (sul palco Pertini...wow), birra, check veloce, tutto perfetto, birra, 1 ora di relax, idroscalo, birra, magnolia, bello, ciao Stefano come stai, birra, Ugo ci chiama, birra, abbraccio di gruppo, sul palco dai, cazzo siamo i primi ma c'è già un bel po' di gente, 1-2-3-4 rock, faaaaaaantastico, stranamente sorrido ai fotografi mentre suono.... thank you good night we love you all, finito, smontare veloci, abbraccio, come ti sentivi? daddio, bella energia, bel groove, birra, relax, impacchetta gli strumenti, su twitter commenti positivi, basta birra, coca jack, vedere altri concerti in giro per il festival, pacche sulle spalle, ciao, complimenti, vi ho visti prima, grandi, coca jack, ciao Carlo (Pastore, grazie di cuore), ciao Bottin, ma ti se de venessia ciò? coca jack, suonano i Persiana, ciao Silvia, coca jack, hey ciao Bugo, festa e zero punture di zanzare (sarà il coca jack?). Grazie a tutti (Rockit, Carlo, Silvia, Sandro, Ugo, David).
RONIN
E’ il terzo MI AMI dei Ronin. Finalmente sul palco Pertini. Il “Palco Grande”. Già solo per questo sono contento, pur con tutto l’affetto per la Collinetta. Interessante passare da headliners del palco degli emergenti a gruppo qualunque incastonato tra gruppi molto più trendy di noi. Ce la godiamo, è bello avere spazio per spostarsi sul palco, buttare un occhio al pubblico e vederne tanto, sapere che tante gante è lì per vedere chi c’era prima o verrà dopo di te ma nonostante questo ti ascolta attentamente. Un applauso anche alla crew dei tecnici e agli organizzatori di palco. E’ proprio vero che più grande è il palco, più è facile suonare.
SALUTI DA SATURNO
Essere o non esserci? E' molto meglio esserci!
Un concerto tutto d' un fiato da gustarsi come un gelato,
tra la verde collina e i tanti aerei che prendono il volo
in una calda serata in cui non ti senti solo.
Eravamo in tanti, è stato molto bello,
non è servito neppure l'ombrello e
insieme a me c'erano Bruno e Marcello
... finisce qui il mio breve stornello.
ciao a tutti
THE PLEASE
Al MI AMI o fa caldo o piove fortissimo. Al primo MI AMI si schiattava, e io bevevo bibite gassate e ghiacciate perché ero ancora straight edge.
Sotto al palco, nel pomeriggio, saremo stati al massimo in trenta, avevano suonato gli Altro e ancora mi ricordo quel concerto come uno dei più belli a cui abbia mai assistito.
Le cose ora sono così cambiate, tutto è diventato così grande che sotto al palco, anche di pomeriggio quando abbiamo suonato noi, di persone ce ne erano molte di più.
Il bello del pubblico della collinetta è che viene a vederti per pensare, per fermarsi, per respirare. È il pubblico più silenzioso e attento che possa capitare di vedere ad un festival: mica vuole ballare, per ballare c'è il Pertini, qui al massimo scuoti la testa.
E allora, quale miglior posto, per noi.
VADOINMESSICO
Domenica 17 Giugno 2012. Sveglia presto, alle quattro e mezza, e colazione con la luce accesa, di quelle che di solito anticipano una partenza, per chi non é abituato a svegliarsi presto. Londra finge che sia Novembre, e quindi la giacca, la sciarpa e il resto. L'aereo parte alle 7.40 e ci schiaffa su un altro pianeta, uno luminoso e caldo, forse di qualche minuto-luce più vicino al Sole. Carlo (un Alieno) viene a prenderci all'aeroporto e ci accompagna all'idroscalo. Souncheck a 30 gradi. I tecnici di palco sono gentili (per niente scontato), e così il resto dello staff di Rockit che incontriamo via via. Poi pennica, e al risveglio l'idroscalo brulica di innamorati. Abbiamo ancora un bel po' di tempo prima di suonare, così facciamo un giro e ascoltiamo gli altri gruppi: Man On Wire, Il Triangolo, Amycanbe, Lo Stato Sociale, Fabrizio Cammarata. L'atmosfera é distesa, sarà anche il caldo a rallentare i movimenti di tutti. Poi scende la sera, e tocca a noi. Di solito sono tranquillo prima si salire sul palco, ma stavolta é diverso. In Italia abbiamo suonato davvero poco e ho la sensazione di essere un libro aperto davanti a un pubblico cui sento di somigliare tanto. Infatti al secondo pezzo mi dimentico un accordo. Mi sforzo di ricordare. Niente. Un grande, rotondo zero. L'accordo scordato ricorre due o tre volte. Ne suono uno simile e é bell'e fatta. Poi tutto si scioglie, e le stesse ragioni che prima mi innervosivano adesso mi invogliano a non smettere più, ma non si può. Dopo di noi ci sono gli A Classic Education, me li perderei. Via quindi, torniamo pubblico. Se il nome di questo festival fosse una domanda la mia risposta sarebbe "Sì".
Giorgio
VERILY SO
Il MI AMI è stato sorprendente! Susanna ci dà i pass, Sandro ci accoglie al nostro palco. Poi l'incontro con Nello, Michele + Jana e Jago e le loro innumerevoli bevute offerte sottobanco, L'Overlook Hotel, “mettiamoci i pantaloni lunghi che non siamo i Pennywise, però che cazzo di caldo”, i saluti di Fausto, i The Please, “ci siamo, sotto il palco, dopo tocca a noi”, l'arrivo degli amici milanesi e torinesi dopo varie odissee, line check e suonare e quando ti senti poco suonare di più. Finire troppo presto, gasatissimi, e fare l'ultima scordati. Sgomberare il palco e lasciare nel backstage un paio di pedalini e di jack, bere e ribere, mangiare con Bugo e scoprire che parla come canta, Appaloosa e Drink To Me devastanti, Persiana Jones = “dio rendimi sordo”, La stanchezza, dormire come sassi, la colazione in hotel e mangiare l'assoluto, ripartire sapendo che anche capitasse una sola volta nella vita, ne sarebbe valsa la pena! Grazie a tutti e complimenti a Giulia con la maglietta dei Nirvana.
UMBERTO PALAZZO
Una data secca Pescara-Milano nel bel mezzo di un filotto di tre dj set è una follia a meno che non ci sia un buon motivo, ma suonare al MI AMI è sicuramente un motivo ottimo.
Vado a dormire alle cinque, ma alle otto sono già in strada, passo a prendere la signorina Sandra Ippoliti e le lascio il volante. Sandrina è una grande driver, o almeno credo, visto che dormo per buona parte del viaggio. Nel lettore Nina Simone: “Sinnerman” passa almeno cinque volte.
Arriviamo al Magnolia verso le cinque e mezza, ci accoglie Marina che ci dà i braccialetti-pass fucsia e ci spiega le procedure. Si capisce subito che è tutto organizzato in maniera razionale e che tutto funzionerà come deve.
Il responsabile della Collinetta è Sandro. Bastano dieci minuti per capirsi con lui e con i fonici. Ora siamo totalmente tranquilli e andiamo a riposarci in albergo.
Quando torniamo nel parco c’è ancora il sole. Sul palco principale suonano i Bad Love Experience, grandi armonie vocali in puro stile west coast, ci piacciono, ma sono l’unico gruppo del palco Pertini che vedremo. Per il resto della giornata non ci muoviamo dalla Collinetta. Noi suoniamo per penultimi, subito prima del Pan Del Diavolo.
Arriviamo che Thony sta finendo il suo set, gran bella voce. Poi tocca a Nicolò Carnesi e alla sua band, simpatici ragazzoni siciliani bravi in quello che fanno e nel coinvolgere il pubblico.
Subito prima di noi suona Saluti da Saturno, l’affascinante progetto di Mirco Mariani, che non è il cantante, ma l’uomo barbuto che siede al pianoforte. “L’amore ritrovato” è una delle canzoni più belle dell’anno.
Poi tocca a noi, che siamo Sandra Ippoliti, un lettore cd e io. Direi che ce la caviamo piuttosto bene. Quando scendiamo dal palco abbiamo la bella sorpresa di trovare nel backstage i nostri amici Violante Placido e Gaben e
la cosa ci fa sentire a casa, ma in realtà ci siamo sempre sentiti perfettamente a nostro agio.
Chiudono la serata i grandissimi Pan Del Diavolo, che mi piacciono dal primo pezzo che ho ascoltato e che oggi mi piacciono ancora di più perché al nucleo storico di Alessandro e Gianluca si sono aggiunti Antonio “Grammo” Gramentieri e Diego Sapignoli, due musicisti super, i miei preferiti in Italia e compari abituali di artisti come Howe Gelb, Hugo Race e Dan Stuart. Gente di un certo livello e concerto travolgente.
Si finisce a chiacchiere, birra e Jack Daniel’s. Chissà se poi qualcuno ha davvero fatto lo spezzatino di lepre.
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L'articolo MI AMI 2012 - I Gruppi Dicono di Redazione è apparso su Rockit.it il 2012-06-29 00:00:00
COMMENTI (1)
tanta ipocrisia falsita' buonismo politically correct e volemose bene rispecchia poi quello che fate.......sia chiaro, non siete affatto degli artisti, un artista deve avere coraggio deve rischiare e dire quello che pensa a costo di pagarne le conseguenze, un artista vero non e' mai RUFFIANO !