Il video di "Middle of Nowhere" pubblicato qualche mese fa aveva decisamente fatto crescere l'attesa per il nuovo album dei Brothers In Law: "Raise" uscirà il prossimo 29 gennaio per l'ottima We Were Never Being Boring (si può già pre-ordinare qui), ma siamo felicissimi di farvelo ascoltare già oggi in anteprima su Rockit, approfittandone anche per fare quattro chiacchiere con la band.
Sono passati quasi tre anni da "Hard Times for Dreamers". Cos'è successo nel frattempo?
Dall'uscita di "Hard Times For Dreamers" sono passati tre lunghi anni, anni in cui ognuno di noi è cresciuto e maturato. Sono cambiate molte cose nelle nostre vite ed è stato naturale andare alla ricerca di qualcosa di più, guardandoci dentro e chiedendo a noi stessi che cosa stavamo cercando. Tutto questo si è riflettuto in qualche modo anche nella nostra musica. Come prima cosa abbiamo aggiunto al nostro set una batteria completa e il basso perché volevamo coprire tutte le frequenze necessarie per il tipo di suono che avevamo in mente. La conseguenza è stata raggiungere e aprire nuove possibilità alla nostra scrittura e al nostro live.
"Raise" è un titolo molto positivo, specialmente in relazione a quello del vostro precedente lavoro: mi fa pensare alla forza interiore che ognuno di noi ha per andare avanti nonostante le difficoltà, e inventare nuovi scenari
In realtà forse in parte hai già risposto a questa domanda. Ci serviva un titolo che riassumesse nel modo più sintetico lo spirito del disco e di queste canzoni, un titolo che racchiudesse tutte le potenzialità a cui miravamo. Siamo più ottimisti, abbiamo abbandonato quell'atteggiamento abbastanza sconsolato del primo disco per lasciare spazio a un approccio più consapevole e di apertura. "La vita brucia velocemente, non dimenticarlo!"
Però le canzoni del disco non hanno un unico filo conduttore, toccano diversi argomenti: ricercare sé stessi nelle cose che ci fanno stare bene, prendere decisioni, andare avanti, affrontare la vita giorno per giorno. Arrivano a parlare anche di come siamo consapevoli della nostra mortalità.
Mi sembra che in "Raise" il suono sia rimasto il vostro tipico, però avete aperto più orizzonti sul dream pop. Come avete portato avanti la ricerca sul suono?
Questa volta i punti di riferimento sono diversi, non siamo stati influenzati in modo diretto da una specifica band o da qualche disco in particolare. Sarebbe difficile fare un elenco, possiamo solo dire che abbiamo preso in prestito qualcosa da tutta la musica che amiamo. Crediamo che la cosa importante sia la maniera in cui abbiamo cercato di restituirlo.
"Hard Times for Dreamers" ebbe una ricezione ottima, e riusciste a portarlo in giro per l'Italia, l'Europa e persino oltreoceano. Che aspettative avete per questo nuovo disco?
Speriamo che il pubblico apprezzi la strada che abbiamo intrapreso e il lavoro che abbiamo fatto per questo disco, e soprattutto che si diverta ai nostri live. Le aspettative sono semplici ma anche importanti, le stesse di chiunque suoni in una band: riuscire ad arrivare il più possibile alla gente e di fare degli ottimi concerti. A questo punto della nostra carriera pensare ad un punto d'arrivo è ancora difficile, forse è presto. Magari un giorno sarebbe bello diventare un punto di riferimento importante per qualcuno.
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L'articolo Première: ascolta il nuovo album dei Brothers in Law "Raise" e leggi l'intervista di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2016-01-26 16:03:00
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