Probabilmente molti di voi avranno sentito parlare del Mogees: è un device intelligente che trasforma qualsiasi superficie in uno strumento musicale, e la cosa bella è che è stato ideato da un italiano, Bruno Zamborlin, che durante un dottorato in Music Technology ha sperimentato questa idea per poi metterla su Kickstarter superando ogni possibile previsione (96.000 pound contro i 50.000 richiesti) e guadagnando spazio sulla stampa di tutto il mondo.
Regia: Lucia Lercker
Ora il Mogees è stato finalmente prodotto e si è appena conclusa un'altra raccolta Kickstarter di successo (chiusa a più di 120 mila sterline) per i pre-order del device. Per questo, abbiamo voluto provarlo in anteprima con le nostre mani, anzi, con le mani di qualcuno che sa usarlo nel migliore dei modi: Godblesscomputers.
Il producer bolognese lo ha testato, recensito, e lo ha usato persino per scriverci un pezzo. Trovate tutto qui sotto.
Non avevo mai fatto da tester di un prodotto prima d'ora, ma è stato divertente e costruttivo. Prima di aprire la scatola di Mogees ho guardato alcuni video su internet realizzati da alcuni ragazzi del team di sviluppo del prodotto e mi hanno colpito molto. Mogees è un apparecchio musicale dotato di un sensore di vibrazioni che codifica i movimenti e li trasforma in suoni attraverso un generatore di onde interno. L'ho estratto dalla scatola, ho scaricato l'app per iPhone e l'ho connesso al telefono. Aprendo l'app scopri che hai diversi livelli di gestione. In pratica hai la possibilità di gestire cinque punti sensibili attorno al sensore, ad ognuno dei quali puoi attribuire una nota sul pentagramma. Per quel che riguarda i suoni, ci sono una serie di interessanti preset che possono essere modificati attraverso alcuni parametri come l'intonazione, il rilascio e le armoniche, oltre che la possibilità di settare la sensibilità del sensore.
Ho iniziato ad esplorare un po' la parte denominata "gesture", quella che permette in sostanza di circoscrivere delle aree sensibili a cui attribuire una nota. In realtà questa è la parte con cui mi sono trovato più in difficoltà, in quanto è difficile all'interno di una superficie non creare conflitti di frequenza tra due aree sensibili. Per farla breve, talvolta anche due punti distinti sulla superficie suonano all'interno della stessa frequenza e perciò riproducono lo stesso suono. Ho notato inoltre che è molto più facile trasmettere vibrazioni sensibili se si percuotono le aree di una superficie con un oggetto duro invece che con la mano. Dopo diverse prove ho notato che se appoggiamo il Mogees su una superficie soggetta a vibrazioni maggiori (un piatto di ceramica, un bicchiere, uno specchio, ecc.) il sensore risponde con maggiore intensità. Se lo appoggiamo su un tavolo molto pesante e stabile il nostro device sarà meno soggetto a vibrazioni, per cui meno reattivo a livello di riproduzione audio. Tutto sommato comunque è un oggetto molto divertente e con molte potenzialità che devono essere a mio avviso ulteriormente sviluppate per rendere Mogees un sensore ancora più preciso. Intanto sono riuscito a registrare alcuni movimenti che ho inserito all'interno di una mia composizione.
Se vuoi approfondire il funzionamento di Mogees, guarda anche il video virale in cui si riesce a trasformare una banale porta in una vera batteria, con tanto di rullanti:
---
L'articolo Abbiamo fatto provare il Mogees a Godblesscomputers di Godblesscomputers è apparso su Rockit.it il 2015-11-17 16:16:00
COMMENTI (1)
avevo già letto l'anno scorso di questo Mogees quando era un prototipo, vederlo recensire e testare da Lorenzo, conoscendo il tipo di musica che fa è perfetto. un abbraccio