Music Postcards è una community di appassionati di musica e viaggiatori che condivide suggerimenti sui propri percorsi musicali in Italia e nel mondo. Oggi andiamo in Emilia Romagna, più precisamente nel paesino di Rio Saliceto. Tra l'erba alta e i campi, sorge Villa Pirondini, uno di quei posti che ha cambiato per sempre la storia della musica italiana.
Lungo le strade provinciali e secondarie delle terre reggiane capita spesso, nel corso degli spostamenti da un paese all’altro, di imbattersi in ciò che resta degli edifici rurali storici dell'Emilia Romagna, testimonianza di una antica civiltà contadina ormai tramontata.
È bello approfittare di una pausa lungo le passeggiate primaverili, appoggiare la bicicletta da un lato della strada e addentrarsi ad osservare (sempre attenti a dove si mettono i piedi), e immaginare come doveva essere la vita dei nostri vecchi, un centinaio o più anni fa, quando qui nella bassa era tutta campagna e vigneti a perdita d’occhio: niente strade asfaltate, non un'automobile, solo carri e cavalli, e una vita a stretto contatto con la natura.
Ci è capitato di visitare, a Fosdondo, la storica Villa Pirondini, antica magione padronale settecentesca che sorge su un antico podere nei pressi di Rio Saliceto, circondata da edifici storici (in parte già recuperati dall’edilizia locale) che un tempo erano annessi alla proprietà degli antichi proprietari terrieri. La stalla, il fienile, la cappella sono ancora lì, dopo secoli, avvolte dai viluppi delle piante rampicanti. Quelle mura sono state testimoni di tante storie umane; il lavoro nei campi, le famiglie che hanno vissuto qui per decenni le loro fatiche e gioie tra le guerre e un mondo che, poco a poco, mutava.
(foto di Vittorio Vizzini)
Disabitata da oltre vent’anni, in epoca contemporanea (1990 per la precisione) la villa è stata teatro dell’ultima evoluzione musicale di una delle più eclettiche e comunicative forme della cultura reggiana: “Epica, Etnica, Etica, Pathos” capolavoro dei CCCP che gettò il germe per la nascita, di lì a poco, dei CSI.
Ferretti e Zamboni si stabilirono qui per tutto il periodo di tempo dedicato alla registrazioni con la band al completo, Fatur (artista del popolo) e Annarella compresi. Anche Luigi Ghirri, grande fotografo scandianese, immortalò la villa in alcuni dei suoi scatti più belli ed evocativi.
Quando il disco uscì nei negozi ricordo nitidamente che la copertina cmi colpì molto, da subito: il mixer, le apparecchiature da studio, gli strumenti accatastati nell’antica cappella affrescata all’interno della villa, dove vennero allora effettuati i missaggi. Quelle immagini le ho interiorizzate e “vissute”; come è naturale per chi vive qui da sempre, continuo a viverle con piacere nelle sale prove, studi improvvisati e ritrovi delle festicciole estive, spesso ambientate nelle case disabitate di campagna.
La nostra architettura rurale storica resiste, presidiando da sempre le nostre terre, con la sua presenza confortante e familiare.
I CCCP ci hanno lasciato un capolavoro musicale e le immagini di Ghirri, che ricordiamo con affetto a più di vent’anni dalla scomparsa (Roncocesi, 14 febbraio 1992), ne sono una testimonianza preziosa.
Se volete fare vostre queste immagini e ricordi e visitare la Villa, ecco l’indirizzo.
VILLA PIRONDINI - via Guastalla per San Lodovico Rio Saliceto. Passate la Pizzeria Infinito sulla destra, oggi avvolta da una fitta vegetazione verde.
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L'articolo I luoghi della musica: Villa Pirondini, ovvero dove finì la storia dei CCCP di Marco Parmiggiani per Music Postcards è apparso su Rockit.it il 2014-10-22 11:48:00
COMMENTI (1)
Beh capolavoro davvero no, dopo socialismo e barbarie i CCCP capiscono che per proseguire sarebbe stato necessario fare musica. Cosa che appunto non potevano e forse non volevano fare. Ma insomma il loro percorso finisce con il passaggio alla virgin, è del tutto evidente. Comunque mi sono sempre chiesto dove fosse quella villa!