Va bene il garage, va bene il rock'n'roll ma quasi sempre è l'attitudine pop a fare la differenza. Nel caso dei Bee Bee Sea, giovane ed energico trio di Castel Goffredo, questa attitudine è molto spiccata. Ed è stata proprio quella a colpirci, sottoforma di almeno un paio di singoli killer, “Mary” e “Stoned by your love”, che un Julian Casablancas non disdegnerebbe affatto di avere, di questi tempi. Quella che segue è una chiacchierata con Damiano Negrisoli, cantante e chitarrista dei Bee Bee Sea.
Anzitutto complimenti per il disco che mi è piaciuto molto, sono qui ancora a canticchiarmi “Mary”, è veramente un pezzo pop notevole.
Grazie mille! Sì, hai ragione, è vero che il sound è un po' garage, sixties, roba abbastanza inquinata, ma se vai a vedere alla fine sono tutte canzoni pop.
Cominciamo dal nome, appena l'ho letto ho pensato che fosse eloquente e non avesse bisogno di spiegazioni. Ma a cosa l'associate maggiormente, alla famosa serie dei Live at the BBC o più a John Peel?
(ride) Guarda, in realtà sei fuori strada, perché tutto è nato da una pubblicità, quella della BB cream della Garnier, e appena ho sentito quel nome l’ho associato a B.B. King e poi da lì siamo partiti con vari nomi. Volevamo una roba tipo “BB queen”, ma poi c'era già, e alla fine siamo arrivati a Bee Bee Sea che comunque era figo: un po' perché rimandava alla tv inglese, poi perché aveva anche un significato in slang americano (big black cock), e sta anche per loser.
Tutto chiaro, allora mi ero fatto un po' dei film miei.
Mi sa di sì...
Poco male. Andiamo oltre: Bobby Gillepsie dei Primal Scream diceva “A band’s only as good as its drummer” e il vostro mi sembra che si difenda bene.
Ma sai, con Andrea dipende molto dal mood, se lui suona bene, tutta la band suona bene, se lui è preso male che è scarico, ne risentiamo: un po’ come Charlie Watts. In realtà tecnicamente non è che sia granché: però picchia molto. Poi non viene dal garage, i suoi primi concerti son stati quelli dei Metallica...
Secondo me è una cosa utile invece, perché spesso il batterista che viene dal garage picchia ma non si concede molto altro. In certe rullate si sente che il vostro batterista viene da altro, e questo dà un tocco in più.
Beh, anche durante la registrazione lo hanno seguito tanto, Bruno (Barcella, ndr) in particolare che suona la batteria, ogni canzone c'era da accordare il rullante, poi loro lo prendevano anche in giro perché lui usa un sacco di piatti, gli dicevano che è un batterista metal...
Passare dal metal e poi convertirsi non è poi così male... ma mi hai anticipato, volevo proprio parlare del disco che avete registrato al T.U.P. Studio di Alessio Lonati e Bruno Barcella, che ormai è insieme a quello di Matteo Mojomatt Bordin uno degli studi di riferimento per un certo tipo di suono. Volevo chiederti quanto conta avere dietro al mixer un fonico/produttore che è anche musicista e che conosce dall’interno il genere in questione.
È essenziale. Poi Bruno è l’uomo del garage, qualsiasi cosa del garage gli chiedi lui la sa, è un’enciclopedia del garage. Come ti ho detto ci ha seguito molto con le batterie ma è stato importante anche Alessio, che suonava nelle Case del Futuro: lui è un maghetto nei suoni, conosce tutti i pedali possibili, ci ha aiutato tanto. Alcuni pezzi sono stati modificati e riarrangiati insieme a lui, tipo “All the boys all the girls” all’inizio live lo facevamo completamente diverso. Il loro lavoro è stato fondamentale per questo disco.
Vi avevano già sentiti live prima di entrare in studio?
Sì, ci avevano sentiti anche live prima e poi dietro c'è un’amicizia da parecchio tempo. Bruno era un po’ di tempo che stava cercando una band giovane che facesse garage e appena ha sentito i provini non sapeva chi cazzo fossimo e si è preso benissimo. Una cosa tipo “fico, fico”, poi “questa la cambiamo” e poi ancora “fico, splendido!”.
Ma dall’altro lato ci sono momenti in cui avere un musicista dietro il mixer si rivela un’arma a doppio taglio, cioè dei momenti in cui ti sembra più invasivo rispetto all’idea che avevi inizialmente di un brano?
Dipende: è vero che ad esempio nei nostri brani molte cose sono state cambiate. Se senti i live noti che ci sono delle cose diverse, molti cori sono stati tagliati in studio ad esempio...
Strano perché di solito si tagliano live!
Sì, avevamo questo coro molto caratteristico, all'inizio di “Stoned by your love”, che nel disco è stato completamente tagliato.
Il pezzo però è venuto benissimo, non riesco a immaginarlo diversamente... e poi c'è ancora nel ritornello. Ad ogni modo, tornando a noi, mi sembra che gli aspetti positivi siano decisamente più numerosi di quelli negativi, riguardo alla produzione.
Assolutamente, Bruno e Alessio hanno tirato fuori un bel sound fresco. Ecco magari se lo avessi registrato io l’avrei registrato un po’ più grezzo, avrei fatto una roba un più live.
Capisco cosa intendi, ma così è valorizzato maggiormente il suo lato più pop e può piacere anche a quel pubblico lì, forse se lo sporcavi di più sarebbe stato più settoriale, si sarebbe un po’ persa questa cosa. Cambio discorso, parliamo della scena garage, tu la segui un po'? Secondo te esiste una scena garage 2.0?
Secondo me stanno venendo su delle buone band, come i Magic Cigarettes di Trento, i Secret Tape di Parma, i Kaams, i Sultan Bathery, e se ci spostiamo sul power pop anche i Miss Chain & Broken Heels.
Sì, le buone band non mancano. Ma tu pensi che, passata l’ondata garage che c’è stata agli inizi 2000 con Strokes, Libertines ecc, a livello di pubblico c’è ancora un’attenzione per questo suono?
Sì, ma è sempre una cosa di nicchia, quello a cui ambisco io è molto di più. Cioè, quando vado a suonare e vedo che non ci sono giovani ai miei concerti, mi dà fastidio. Quando vedo che il pubblico è composto soprattutto da quarantenni da una parte mi fa piacere che ci siano, ma penso che il rock'n'roll dovrebbe essere una roba giovanile. La scena garage non si è rinnovata come generazione.
È vero, infatti la maggior parte dei grandi appassionati di garage in Italia non sono quelli che l’hanno scoperto nei primi 2000, ma negli anni '80, per cui quando c’erano i Fleshtones, Chesterfield Kings e quella gente lì. Per cui adesso sono tra i quaranta e i cinquant'anni.
Poi mi sembra che sia un pubblico che non ci apprezzerà mai come le band di quando loro erano giovani, no? Perché alla fine sono le prime cose che senti son quelle che ti rimangono più impresse.
Questo è vero, però quel tipo di ascoltatore lì è molto drogato di novità, di sentire cose nuove per cui magari, rispetto al giovane, lui sa meglio che cosa vuole: cerca ostinatamente un certo tipo di suono. Secondo me voi avete le qualità per piacere anche a chi ha scoperto il garage negli anni '80, appunto perché avete questa carica pop che non in tanti hanno. Ci sono davvero tante band garage, però o sono troppo caciarone o comunque sono proprio derivative. Voi riuscite a mettere insieme un po’ di America, un po’ di Inghilterra, con quella faccia tosta e quel modo di scrivere in cui i riferimenti si sentono chiaramente ma sono rielaborati e trasformati in qualcosa di proprio: alla fine le cose migliori che vengono fuori in questo periodo sono così.
Infatti sono sicuro che quando verrranno fuori le recensioni tutti citeranno artisti diversi, in comune ci saranno sicuramente i Black Lips che sono stati importantissimi per noi.
Vedi? Io non li citerei mai ad esempio...
Sono stati il gruppo che ci ha fatto portato a fare garage, la cosa più figa rock’n’roll che c’era in giro negli ultimi anni.
Ecco, allora già che parliamo di gruppi, facciamo il giochino stile-Fegiz delle della torre: chi butti giù tra Supergrass e Oasis?
Supergrass, senza dubbio. Non sono un grande fan.
No? Vedi, loro sono un gruppo che avrei associato ai Bee Bee Sea, con questo pop un po' sbarazzino sporco ma allo stesso tempo...
Eh ma li hai messi insieme agli Oasis, hai proprio sbagliato band: non li butterei mai già gli Oasis, sono il mio primo amore. Hai preso proprio quella che non butterei mai giù...
Allora non ho sbagliato, ho beccato il tuo primo amore! E tra Arctic Monkeys e Libertines?
Non mi piacciono gli Arctic Monkeys, e tutte le volte ci paragonano a loro, è successo tante volte: poi magari lo dice gente che non è dentro al genere ed è la prima cosa che gli viene in mente... Però tra le tante band che Noel Gallagher ha sempre elogiato sono sempre una di quelle che non sono mai riuscito ad ascoltare.
Tra i Big Star e i Byrds?
Big Star. Anche di loro non sono un grande fan.
Va beh, abbiamo capito che le cose sento io nel disco dei Bee Bee Sea non sono le stesse che senti tu o sentirebbe qualcun altro, ma non è questo il bello? Poi la prima volta che vengo a vedervi dal vivo ci mettiamo davanti a una birra a continuare il gioco della torre, ok?
Molto volentieri!
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L'articolo Bee Bee Sea - Il rock'n'roll è roba da giovani di Silvio Bernardi è apparso su Rockit.it il 2015-03-25 11:00:00
COMMENTI (1)
Le Magic Cigarettes ringraziano, ma Oasis merda...semper!! :)