I produttori, i cantautori e le band su cui scommettiamo quest'anno. 12 nomi appena nati che ci hanno convinto parecchio e che si meritano un futuro importante. Ecco lo Spinga Signora Spinga 2013. A cura di Chiara Longo, Marcello Farno, Marco Villa, Nur Al Habash e Sandro Giorello.
AYARCANA
Facevi post-hardcore, poi scappi a Roma e ti ritrovi a suonare techno. Tutto torna se nella tua visione hai sempre preferito alle insegne luminose i toni scuri. Ayarcana è uno dei nomi di punta della nuova scena tech (quella più legata alla sensibilità UK) in Italia. Suoni densi, corposi e un gusto impagabile sopra il mix. Colleziona props da tutti, e dico tutti, i migliori che transitano dalle nostre parti. Gli manca l'uscita grossa, e poi Londra o Berlino, poco importa. Gli imperatori non fanno troppe differenze, conquistano e basta. // Marcello Farno
BOXERIN CLUB
Sono giovani (22 anni di media a testa), e con un solo EP nel giro di un anno e mezzo sono passati dai palazzi dell'Eur a New York. Gira pure la storia di P. Diddy che li vede e se ne innamora. Oltre al gossip c'è tanto world pop, Caraibi, chitarre latine e un pizzico di flanella portata nel modo con cui hanno fatto scuola i Fleet Foxes. Da tutt'altra latitudine sia chiaro. Scrivono canzoni piene di colori, con quel tocco gentile e stralunato che solo in pochi riescono ad esprimere in maniera così naturale. Faranno tanta strada, vedrete. // Marcello Farno
Capisci la forza di Cosmo quando lo vedi dal vivo, ovvero quando capisci che Marco Bianchi (voce dei Drink To Me) va sul palco da solo. Davanti un campionatore, alle spalle due ballerine, dalle casse musiche e testi di coerenza e potenza impressionanti. Nell’album “Disordine” tutto è al posto giusto e la sensazione è di qualcosa di diverso da tutta la musica italiana che hai ascoltato negli ultimi tempi. //Marco Villa
LANTERN
L'abbiamo detto tante volte che i Lantern sono la più grande promessa dell'emocore cantato in italiano. Solo un Ep e un Lp in arrivo a gennaio, ma la scrittura dei Lantern ha già una solidità e una personalità straordinarie. Testi emozionali e screamo deciso, concessioni al post-rock che si rigettano in improvvisi scatti hardcore. Da ascoltare sotto palco con i pugni in alto e uscirne senza un filo di voce. //Chiara Longo
LOVECATS
Due voci su due chitarre acustiche: sulla carta il rischio di suonare scontate è alto. Troppo vicine (e quindi sempre a pagarne il confronto) a quelle donne di ferro capaci di tradurre le crisi di nervi in serenate da capogiro. Troppo facile etichettarle come l'ennesimo progetto che dura giusto una sessione di esami. Per noi hanno più talento di quanto sembra, in fin dei conti sono uscite solo una manciata di canzoni e nessuno si sbilancerebbe per così poco. Noi ci sbilanciamo invece. Perché hanno qualcosa in più, meritano attenzione, fidatevi che sentirete ancora parlare di loro. //Sandro Giorello
TESTAINTASCA
Pensate alla freschezza, alla sincerità, alla poesia. I Testaintasca hanno ancora moltissimo da dimostrare, ma già nell’ep uscito la scorsa estate hanno dato una buona idea di cosa può ancora dare un gruppo rock in Italia, ovvero tanto divertimento, idee originali e ottime melodie a lunga conservazione. Il 2014 gli darà ragione. //Nur Al Habash
THE ASSYRIANS
Gli Assyrians esplodono tipo bolla di sapone e mettendoci più colori possibili. Tanta psichedelia multistrato e tutti gli affluenti del pop che vi vengono in mente. In sostanza sono tra i gruppi italiani che meno soffrono il paragone con l'estero su questioni di suono, di immaginazione e di voglia stupire in quanto freschi, ben in sintonia con tutti gli esperimenti fatti finora da gente come Connan Mockasin, i Tame Impala e altri. Bravi //Sandro Giorello
THE WHIP HAND
Tre giovanissimi musicisti che sembrano venire dalla Pesaro della new-wave, e invece arrivano dalla Puglia. Devono ai Be Forest l'impostazione live, ai Soviet Soviet l'amore per gli echi, i riverberi, i muri di feedback; un post-punk lo-fi color grigio fumo, con tutte la spontaneità e la freschezza di chi suona un genere che era già finito quando loro non erano ancora nati. Un suono che deve ancora maturare del tutto ma che lascia intravedere una grandissima personalità. L'anno prossimo, saranno sui palchi di tutta Italia e non solo. // Chiara Longo
VIOLACIDA
La parola chiave è naif. È questo lo spirito dei Violacida, è questo che fa sì che le loro “Storie mancate” non suonino pretenziose o di maniera, nonostante citino Bresson e Pavese. Le canzoni dei Violacida sono piene di storie di ragazzi di provincia che non vogliono arrendersi e scappare, ragazzi che preferiscono prendere in mano una chitarra e smanettare su un synth per raccontare un mondo che vorrebbero rivoltare, ma che riescono a malapena ad afferrare. Dieci pezzi diversi tra loro, accomunati da un’attitudine che non puoi che definire pura. O naif. //Marco Villa
YAKAMOTO KOTZUGA
Ha 19 anni e se deve spiegarti un qualsiasi concetto, tipo l'equilibrio delle varie parti di una traccia dubstep, cita i libri del liceo. L'ha appena finito e, dopotutto, perchè dovrebbe fingere di essere più grande. In realtà ha talento da vendere, già due etichette molto lungimiranti – l'italiana Bad Panda e la francese Highlife – se ne sono accorte. Le canzoni scorrono fluide, soul, eleganti ma senza la puzza di chi cerca la ricercatezza fine a sé stessa: insomma un visione assolutamente fresca, destabilizzante, genuina. Una delle più belle scoperte dell'anno. // Sandro Giorello
ZOMBIERO MARTIN
Nella recensione del loro ep scrivemmo che “Fano sta a Pesaro come Manchester sta a Londra. Si fatica a capire chi fa cose più fighe”, ed è una delle frasi più vere che si possano dire per descrivere cosa caspita stia succedendo in quel lembo di terra italiana. Zombiero Martin è un altro degli enfants prodige locali, e il suo rock scuro e riverberato spettina tutte le chiome, anche le più ingessate. Ci piace, e tanto. //Nur Al Habash
ANAGOGIA
Tra le decine di rapper saliti agli onori delle cronache quest'anno, perché scegliere proprio Anagogia? A soli vent'anni compiuti da pochissimo, nato e cresciuto in provincia, con alle spalle numerosi contest di freestyle (tra cui Mtv Spit) e diversi mixtape, il ragazzo è il primo rapper ad essere reclutato dalla Warner Records, l'unica major che finora non aveva puntato sui rapper. E inizia il suo percorso in salita, perché la sua musica è tutto tranne che pop: è rap ruvido, intenso, fedele allo spirito originario. Tutti tifano per lui e noi anche. // Marta Blumi
Leggi su chi abbiamo puntato nel 2012
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L'articolo Spinga Signora Spinga 2013 di Redazione è apparso su Rockit.it il 2013-12-06 00:00:00
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