La Tempesta Sotterranea (6-9 Maggio 2015)
La Tempesta Sotterranea è la storia di quello che succede se si uniscono due realtà con una comune scintillante visione di cosa significhi promuovere la musica indipendente in Italia oggi: da un lato La Tempesta, realtà discografica tra le più consolidate della penisola; dall’altro Sotterranei, collettivo nato nel 2013 dal desiderio di sette band padovane di poter suonare nella propria città, evoluto in meno di due anni ad agenzia booking, ufficio stampa e da poco più di un mese etichetta discografica. Il risultato è un doppio evento che unisce gruppi dai roster di entrambe le realtà in due serate tra il Laboratorio Culturale I’m di Abano Terme e il CSO Pedro di Padova.
Giulia Callino era lì e ci racconta com'è andata.
Tutte le foto sono di Giulia Callino.
Può una Tempesta scatenarsi nei Sotterranei? La risposta è sì e fa un rumore molto bello, perché quando l’aria fuori è satura il sottosuolo si carica di una tensione elettrica. La Tempesta Sotterranea è la storia di quello che succede se si uniscono due realtà con una comune scintillante visione di cosa significhi promuovere la musica indipendente in Italia oggi: da un lato La Tempesta, realtà discografica tra le più consolidate della penisola; dall’altro Sotterranei, collettivo nato nel 2013 dal desiderio di sette band padovane di poter suonare nella propria città, evoluto in meno di due anni ad agenzia booking, ufficio stampa e da poco più di un mese etichetta discografica. Il risultato è un doppio evento che unisce gruppi dai roster di entrambe le realtà in due serate tra il Laboratorio Culturale I’m di Abano Terme e il CSO Pedro di Padova.
L’apertura della prima serata è affidata al cantautore bresciano [b]Pietro Berselli[/b], che in questa occasione presenta il proprio ep d’esordio “Debole (Senza Regole)”. È come l’immersione in un mare mosso di riverberi post-rock, che si ritrae per lasciare spazio a delicate forme di cantautorato per poi sciogliersi in arrabbiate dissonanze, parole di disillusione, qualche rimpianto e un certo disincanto che nella musica sembra trovare un mezzo per la propria elaborazione.
Seguono i [b]Cosmetic[/b]. A distanza di qualche mese dall’ultimo live a cui ho assistito durante il Nomoretato Tour, è bello poter riconfermare quanto la band romagnola rappresenti una realtà molto autentica nel panorama italiano, una bolgia celeste che oscilla sotto cascate di suoni liquidi disinteressata alle apparenze (del resto, “le strategie per vendere si distruggono da sole”), mossa da un’avvertibile urgenza espressiva senza dubbio “nelle mani giuste”.
a seconda serata inizia vendendo anime al diavolo. C’è qualcosa di inesorabile e un po’ sporco nelle sonorità dei padovani [b]Blue Shoe Strings[/b], una certa carica calda e attraente in tutto il loro “For A Bottle Of Coke” restituita con solidità dal vivo. Possiamo chiamarlo rock blues o garage blues, di fondo la sostanza non cambia: i Blue Shoe Strings trascinano verso il basso con riff incalzanti e decisamente invitanti ed è bello perdersi con loro.
Quante urla, quanto sudore, quante percussioni per gli ammalianti [b]Universal Sex Arena[/b]. Inarrestabile, incontenibile, il sestetto riempie ogni spazio di suono creando una danza tribale, sensuale ed ipnotica, che saltella inafferrabile tra acid rock, hard rock e psichedelia. Probabilmente uno dei gruppi con maggiore impatto dal vivo in circolazione, di certo una band assolutamente delirante, in cui maracas, salti sul bancone del bar e arrampicate in bilico sul parapetto di una scala si mescolano in una combinazione esagerata ma mai confusa.
Seguono i padovani [b]GramLines[/b]. Sfrecciando carichissimo da un brano all’altro dei due ep “Burning Lights” (2012) e “Coyote” (2014), il gruppo si muove in un vortice poderoso tra i maggiori riferimenti del rock anni ’70 mescolati con ottimo controllo e una certa padronanza tecnica a suggestioni dallo stoner all’indie rock, ricevendo un entusiastico (e meritato) riscontro dal pubblico per tutta la durata del live.
Infine arrivano le diciotto corde e il tuono di grancassa del [b]Pan del Diavolo[/b]. “Non sempre penso a quello che faccio/ non mi curo degli altri/ io mi do”. E questo è un bellissimo darsi, che sa di folk, di America, di turbamenti e chiome nere, di un Mediterraneo oscuro e pericoloso da cui tutto prende le mosse e a cui ogni vibrazione sembra fare ritorno. “Quando c'è un uragano fuori di casa, nascondiamoci in un angolo per non volare via”, intanto però “tu dai a me il meglio” –un po’ come stasera qui, quando due mondi si incontrano, si guardano e mescolano insieme ciò che di più bello hanno da dare.
--- La gallery La Tempesta Sotterranea (6-9 Maggio 2015) è apparsa su Rockit.it il 2015-05-15 11:48:44