Slow Motion è una delle migliori e più ricercate etichette nella scena disco internazionale. E pensare che solo dieci anni fa era un semplice party, organizzato da italiani scappati a Berlino. Col tempo sono arrivati i sodalizi, le collaborazioni e la voglia di dar vita a una label che esportasse i musicisti italiani innamorati di un'elettronica - come la definisce Franz Underwear nell'intervista - "da club in bassa battuta che sa alle volte anche essere spigolosa". Una storia di esportazione riuscita, che continua a sviluppare nuove idee e nuovi percorsi: il tour promozionale per il decennale, arrivato a toccare anche l'America e la Cina, e la nascita di una nuova sub-label, Wrong Era, per dare spazio agli artisti internazionali. Ci siamo fatti raccontare da Franz la genesi e la crescita di quest'idea diventata ben presto una solida realtà. In più sotto trovate anche in anteprima esclusiva il primo video estratto dalla release #001 di Wrong Era, "Knight Lore" di Kruton e una speciale gallery fotografica dedicata ai bellissimi artwork delle ristampe dei primi dieci dischi in catalogo.
Cominciamo dalla genesi dell'etichetta.
Slow Motion nasce come serata e solo in seguito diventa etichetta dedita alle sonorità proposte in quel contesto. A Pescara, la mia città di origine, gestivo già alcune serate insieme a Fabrizio Mammarella: quando mi sono trasferito in Germania per me è stato abbastanza spontaneo propormi per organizzare dei party... anche perché le difficoltà linguistiche inizialmente mi avevano impedito di trovare facilmente lavoro! E visto che a Pescara avevamo già avuto modo di proporre sia artisti italiani che internazionali legati al suono disco, provare a replicare quell'esperienza ell'estero è stato relativamente facile. Sono nate così le serate Wrong Era, Retro Futuro, East Coast Disco, Studio X, Bar Noir...
Che tipo di risposta avete avuto agli inizi?
Devo dire positiva: nonostante al mio arrivo Berlino fosse fondamentalmente la città della minimal e della deep house siamo riusciti in qualche modo a trovare una nicchia di appassionati che con il tempo è cresciuta. Abbiamo anche cambiato spesso i club nei quali organizzavamo le serate per mantenere viva l'attenzione di chi ci seguiva. È un processo abbastanza naturale in questo mondo. Ora siamo credo gli unici in Europa ad organizzare un intero festival legato alle sonorità dance anni Ottanta, Magic Waves, oltre agli afterhour che, in controtendenza rispetto alle sonorità techno piuttosto dure in voga in quel contesto, propongono solo il sound che amiamo e che è ben rappresentato dalle copertine create da mio fratello Federico.
Guarda la gallery con tutti i bellissimi artwork delle ristampe dei primi dieci dischi Slow Motion
Ad un certo punto dunque avete deciso che Slow Motion dovesse tramutarsi in etichetta.
Sì, questo è successo perché eravamo circondati da artisti italiani molto validi, a partire dallo stesso Fabrizio Mammarella, che pubblicavano all'estero su etichette importanti per il genere come Bear Funk ed Eskimo ma che in Italia non sempre trovavano il giusto spazio. Da serata dunque Slow Motion è diventata etichetta dedicata ai musicisti italiani innamorati di un'elettronica da club in bassa battuta che sa alle volte anche essere spigolosa...
E Wrong Era come si inserisce in questo contesto?
Wrong Era è l'altra faccia della medaglia di Slow Motion: oltre ad essere una nostra serata mensile che va avanti da cinque anni, dove hanno suonato anche italiani piuttosto noti come Raiders of the Lost Arp e Francisco (ovvero i Jollymusic, già MAT101, di Roma, autori di uno dei più bei dischi di elettronica sampledelica, “Jollybar”, nda), che sono artisti di riferimento ed ispirazione per Slow Motion, è ora anche la sub-label che darà spazio agli artisti internazionali con i quali abbiamo collaborato negli anni. La prima uscita è firmata da Milo Smee aka Kruton con tre tracce e un suo remix per Gold Blood. Anche il sound di Wrong Era si discosterà leggermente da quello di Slow Motion, ovvero qualche punta di funk in meno e più elettronica: New Beat, proto-house ed electro saranno le coordinate fondamentali. Si guarda al Benelux degli anni '80, insomma.
Tornando per un attimo al discorso tedesco, mi affascina sapere come in Germania ci sia un culto per la italo disco proprio in virtù del fatto che la stessa Monaco di Baviera è stata per molto tempo una mecca per quel filone, grazie anche alla presenza di Giorgio Moroder.
Sì, la cosa interessante è che a Monaco oggi c'è molto interesse per il lato più “cosmic” della faccenda. Lì sono davvero fissati con Baldelli, Beppe Loda, la Baia degli Angeli... A Berlino invece domina di più la italo disco vera e propria, con ovvie influenze new wave, eccetera. Però sì, è una cosa interessante, ai tedeschi piace quello che il nostro paese ha prodotto in quel periodo. Non è un caso che il motto della serata Wrong Era sia “Spaced out timeless grooves, set in an era that time forgot...”
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L'articolo Da Pescara a Berlino alla ricerca del groove: dieci anni di Slow Motion di Francesco Fusaro è apparso su Rockit.it il 2015-11-12 15:08:00
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