Sono 125 i musicisti, tra cui Rihanna, Pink Floyd, Billy Joel e molti altri, che hanno sottoscritto un documento che si schiera con forza contro Pandora, uno dei principali servizi di streaming musicale.
Il motivo è il più classico: soldi. In particolare, al centro della protesta c'è l'Internet Radio Fairness Act, ovvero un provvedimento allo studio del Congresso statunitens,e fortemente caldeggiato da Pandora e da altri operatori del settore.
Obiettivo della proposta di legge, l'abbattimento delle royalty che i player online devono pagare ai musicisti. Un abbattimento che, per i firmatari della protesta, si aggirerebbe intorno all'85%.
A fronte di queste accuse, Pandora risponde che, in caso non passasse l'Internet Radio Fairness Act, molti soggetti che offrono il servizio di streaming musicale non potrebbero sopravvivere, perché non sarebbero in grado di versare eventuali royalty maggiorate rispetto al peso attuale. Risultato: meno soldi nelle tasche degli artisti.
La ribellione dei musicisti, però, è dovuta anche a un altro fattore: per aiutare Pandora a svilupparsi e ad aprire un nuovo segmento di mercato, negli ultimi anni i musicisti hanno rinunciato a portare a casa tutto il dovuto per le riproduzioni dei propri brani, garantendo al servizio uno sconto sulle royalty. Dopo questo gesto di disponibilità, quindi, i firmatari si sono parecchio indispettiti di fronte alla scelta di Pandora di tagliare i versamenti.
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L'articolo Rihanna e i Pink Floyd contro Pandora: paga troppo poco gli artisti di Marco Villa è apparso su Rockit.it il 2012-11-26 13:02:05
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