Fare la rockstar in Italia al giorno d'oggi. Farlo, perchè - andiamo - esserlo non è possibile: si può provare ad incarnare un modello ormai desueto con tutti gli stereotipi del caso e fingere di crederci, oppure intraprendere la via impervia e sottile dell'ironia e fare altrettanto, sorridendo sornioni quasi a dire "lo so che lo sai, ma chissenefrega, rock'n'roll!".
Nel primo caso si finisce, iperprodotti e iperpompati, vestiti da Led Zeppelin dei poveri ad esibire pettorali a ragazzine urlanti; nel secondo ci si chiama Zen Circus e si finisce un po' ovunque, con la faccia da schiaffi e "un grande futuro dietro le spalle". Nel primo caso si è ridicoli; nel secondo si riesce a essere anche esilaranti. E gli Zen ricordano un po' i tre protagonisti di "Airheads, una band da lanciare", di cui Il Mereghetti dice che si fatica a provare simpatia: sono personaggi ed incarnano il ruolo che si sono inventati in modo spudorato, vestendosi di cinismo e dissolutezza ostentata e muovendosi come bambini (anzi baNbini) gioiosamente folli.
Pazzi, intensi e casinisti, continui erogatori di riff micidiali e parole disincantate, si insinuano nel rock e ne succhiano tutto ciò che serve, ruvidità, melodia e perchè no, poesia.
Tradizione anche, perchè in questo bizzarro prodotto si incontrano venature di psichedelia, scatarrate punk, infiorescenze beat, tutto elargito senza soggezione, come se nessuno avesse mai suonato così prima d'ora. Ci si imbatte inoltre nell'italiano e nel francese ed è incredibile come le parole latine vadano a giocarsela col suono anglosassone, ad armi pari come se, in fondo, il rock'n'roll, fosse nato tra la Toscana e Parigi: Shel Shapiro l'aveva già capito, no? Non sembra forse una sua versione anfetaminica quella che canta la pazzia dei già citati "baNbini"? E Vasco Rossi, moloch delle rockstar italiane? Eccolo che, trascinato di peso nel territorio indie-precario, si ritrova a cantare la vita (spericolata) tra la fabbrica e il bar che, lungi dall'essere ritrovo di finti attori consumati, è visto come la più semplice delle occasioni per guadagnare cinicamente sul vuoto altrui.
Indie come musica del precariato? Chi meglio degli Zen Circus come paladini, se è questa l'epoca di chi è costretto ad arrangiarsi? Quale l'arma migliore, il piagnisteo o la proverbiale nerissima risata che vi seppellirà? È la personalità a rendere questo disco irresistibile, quella di Nello Scarpellini, che a novant'anni veste come neanche Kurt Cobain; quella di Appino, Ufo e Karim, che, non avendo studiato nulla, hanno capito tutto, da bravi cattivi bambini, figli illegittimi del proprio tempo, sempre pronti ad aprire un bar e rifarsi su di voi, qualora le cose vadano peggio di così.
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La recensione Vita e opinioni di Nello Scarpellini, gentiluomo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-09-16 00:00:00
COMMENTI (33)
eh .. ci vuole coraggio a chiamarla musica ..questa roba!!:(
eh.....te si che ne capisci......vai vai ascolta gli yuppie flu
un pacco completo di fiocco!!
perchè gli zen no?:]
comunque lo ripeto....un discone
dell'anno , senza dubbio
....................mah
Io penso che la discussione fatta prima sul fatto che sono 3 ubriaconi sopravvalutati sia una cosa assurda.
Io li ho visti la prima volta al TORA TORA di Cstelnuovo ne monti del 2004.
Da quel momento hanno suonato ovunque e nei festival italiani più grossi.
Se fossero 3 ubriaconi sopravvalutati non sarebbero uno dei gruppi che suona di più in Italia......se c'è una cosa che ho imparato dalla musica indipendente è che se vali poco duri poco .........questo NON è il loro caso assolutamente.........Gli Zen Circus , i mariposa, , i marta sui tubi , i ONe dimensional man.....questi sono gruppi che valgono TANTISSIMO fuori e dentro l'Italia..............
Quando sentii DOCTOR SEDUCTION ci rimasi un pò male pur essendo un bel disco.....VITA E OPINIONI è un capolavoro , è stupendo.......è la prima volta che sento quaranta anni di rock mischiati con tanta maestria e tanta personalità...........
Poi per me possono anche fare colazione con la vodka , quelli sono cazzi loro
Io penso solamente una cosa........I dischi devono essere ascoltati e basta.
Le vite private dei musicisti non c'entrano assolutamente nulla con le canzoni.
Soprattutto quando è un disco meraviglioso suonato da persone invidiate e offese da musicisti frustati che non hanno nemmeno il coraggio di dire il loro nome
Patrizia Calò
Brindisi
beh... quelli snifanno anche... [: :[ :[ [: :]
ma scusa, e i libertines?!
:[