Babalot Un Segno Di Vita 2005 - Cantautoriale, Sperimentale, Punk

Un Segno Di Vita precedente precedente

Scrivendo per Rockit è difficile non aver mai avuto tra le mani ed amato almeno un mp3 di Sebastiano Pupillo tratto dal precedente lavoro "Che succede quando uno muore". Conoscevo in anticipo la decisione presa da Aiuola Dischi di autoprodurre il più possibile. Scelta che, data la rara genuinità del cantautore, considerai il modo migliore per lasciarlo esprimere al meglio. Per questo motivo attendevo il nuovo lavoro con un po' di ansia, quella che precede sia le grandi conferme che le grandi delusioni.

Il CD apre con "Spillatrice" e subito sospiro di sollievo. "Menomale" mi son detto, Babalot è tornato con su il suo solito completo casual: chitarra, batteria e basso che accompagnano un testo, senza fronzoli, per la durata che gli spetta. Un vestito vero, schietto e sincero.

E' con la seconda traccia che rimango invece un po' così, non che manchi la consueta maestria cantautorale, sono piuttosto l'uso di strumenti "da laboratorio musicale" e le scelte arrangiative a lasciarmi un punto di domanda stampato in fronte.

Continuando l'ascolto il disco si riprende benissimo, sfoggiando svariati punti di forza: "Vuoto", "Antifurto", l'emozionante "Immaginario”, "Biscotti" così come frasi memorabili: "Se la mia vita l'ha inventata un altro, che cosa posso dire io? Che sono tutto il giorno stanco e forse neanche credo in Dio"
Ci sono anche episodi "ibridi" come "Diavolo" che, pur soffrendo di difettucci nell'arrangiamento, riesce magicamente ad esser una delle migliori tracce babalottiane di sempre. Ergo, com'è questo nuovo lavoro? Beh, direi che presenta alcuni nei, episodi fortunatamente isolati che riescono a passare quasi inosservati alla luce di ciò che è invece buono, testimonianze dell'umanità di un artista che, forse, ammirerei di meno se fosse sempre perfetto.

Come nota a pedice: il disco si divide in 2 parti. L'album vero e proprio si stende dalla prima traccia alla numero 15. Il resto sono ghost tracks, cover varie tra cui un duetto sulla storica "Uomini" dei Ritmo Tribale, per l'occasione rifatta all'autotune (Si, dai, che sapete cos’è: è il cherronizer... "Do you beliiieeevee", ecco, quello.), pezzi live, remix di Dj Pancetta ed inediti. Per mostrarci un’altra faccia di Babalot, un altro scorcio del suo personale segno di vita.

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La recensione Un Segno Di Vita di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-12-01 00:00:00

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