Pace, amore e fantasia. Il primo lavoro dei Patchanka Soledada sta tutto qui, a partire da un nome che racchiude differenti stili e culture in un costante stato di allegria. Hanno idee chiare, “solo se sai quello che vuoi, puoi conquistarlo”; e intenzioni nobili: emergere dall’onda reggae estiva con un sound carico di originalità espressiva. Al primo ascolto ingannano, non riescono nel loro intento di essere fuori dal mucchio, l’orecchio è assuefatto dal già sentito e troppo risentito. Ma la prima impressione non è sempre la migliore, lo stereo continua in loop e loro trovano modo di riscattarsi. Il cavallo di battaglia per vincere la sfida, “La più bella del mondo”, è una cover di Marino Marini, messa a nuovo con un sapore moderno e fresco. Merito della tromba apripista alla Noir Destre e dello stampo tipico delle rivisitazioni alla Giuliano Palma. Il disco è un buon miscuglio di ritmi caraibici e mistici, dimostrano di essere buoni musicisti, eclettici ed elastici. Con passione e liriche di denuncia sociale risvegliano le coscienze addormentate, riuscendo poi a cullarle con proposte più giocose e spensierate.
Sembrano bravi. “Si è quello che si dimostra di essere”. In “Free” loro lo dicono, con gli strumenti in mano loro lo dimostrano.
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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-02-07 00:00:00
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