Lasciate che vi racconti questa.
Stavo a Bologna, primi giorni del servizio civile, un'accozzaglia di mansioni idiote atte a qualificarmi come forza lavoro non retribuita. Passeggiavo nelle sere caldissime dell'estate 2003 sotto i portici infiniti della città e andavo a sdraiare le serate nella piazza di san francesco, attorniato da altri che, come me, cercavano movimento, compagnia e rumore. Io stavo col mio coinquilino, un vero idiota che mi stava sempre appresso e con cui non riuscivo ad avere una conversazione che non mi annoiasse subito. Fu in una di quelle sere che incontrai Lidio. Stava con un gruppo di amici, seduto sul porfido della piazza e suonava. I Pavement. I Motorpsycho. Avvicinarmi e attaccar bottone fu un un attimo, mi fece vedere come si suonava "Carrot rope", perchè io, una volta che arrivava quello che gli esperti definirebbero "bridge" (gli esperti non hanno mai capito, davvero, la mente di Stephen Malkmus), mi perdevo e non riuscivo più a trovare la nota giusta. Da parte mia sfoderai "Suds & Soda" dei dEUS, mio cavallo di battaglia dai tempi del mio primo gruppetto, un pezzo che a nessuno viene in mente di provare a suonare perchè non ci si rende conto di quanto è semplice.
Ci scambiammo i numeri e ci perdemmo di vista. Normale, Bologna, studenti. Poi capitarono i Motorpsycho al Velvet di Rimini e, manco a dirlo, ci ribeccammo nella folla del locale. Poi più nulla, fino a ora.
Ricevo un messaggio su Myspace da tale Shiva Bakta, vuole farmi sentire i suoi pezzi e chiede se mi ricordo di lui: cazzo! Certo che mi ricordo! Se le cose avessere preso una diversa piega, in un'altra vita, io e lui avremmo potuto frequentarci un sacco e diventare amici, nel senso vero del termine.
Ascolto distrattamente i suoi pezzi in ufficio e mi riprometto di rifarlo con i tempi e modi giusti, sapete, tendo a non fidarmi troppo dei cantautori. Poi Lidio mi scrive bestemmiando perchè la sua laurea non dà frutti, perchè vive di merda e perchè io non gli ho ancora detto nulla dei suoi pezzi. Gli dico che lo farò quanto prima e gli scrivo di tener duro, che è così un po' per tutti, che io ho avuto solo fortuna. Gli chiedo, a quel punto, di farmi avere i pezzi in mp3 di modo da ascoltarli in un lettore adeguato e con la giusta calma. Lo fa. Lo faccio.
I pezzi di Lidio sono stupendi. Comincio ad ascoltarli 2,3,4,5 volte al giorno, li faccio sentire a chiunque mi capiti sotto tiro e piacciono a tutti.
Sono lo-fi nella maniera più bella, immediata: registrati a casa, da solo, con poca tecnologia, hanno melodie struggenti e dolci e lui ha una voce che non si dimentica. Gli Yuppie flu gli fanno aprire qualche concerto, il nome Shiva Bakta inizia a girare, e va a finire che, per caso, dalla redazione mi giunge la richiesta di recensire questo "demo". Demo che in realtà nemmeno esiste, perchè, per ora, le canzoni stanno solo nell'hard disk di Lidio. E nel mio I-pod. Ci sento i Motorpsycho più dolci, ci sento "Feel", ci sento qualcosa di indefibilmente orientaleggiante e la registrazione in bassa qualità fa sentire il legno che vibra come nessuno studio di registrazione potrebbe.
Queste canzoni sono così belle che ne ho bisogno, perchè mi fanno sentire come si sente Lidio e come mi sento io quando mi sento come si sente lui. "Io non ho mai incontrato nessuno in tutta la mia vita" "Be', dovresti provare. È un'esperienza esaltante." (cit.).
---
La recensione Shiva Bakta Homerec Album di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-11-18 00:00:00
COMMENTI (1)
mi sono innamorato di questa musica.