The Orange Beach Fuzz You! 2010 - Rock

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Ai tempi della nascita degli Orange Beach, nel 2005, le fatine dei Black Sabbath indossavano gli stivali e ai King Crimson, di tanto in tanto, scappava ancora una chiacchieratina con il vento. Cinque anni dopo, le cose sembrano essere cambiate: nel 2010 alle "Fairies wear white shoes" e al vento di "I talk to the wind" si preferisce il vino di "I talk to the wine".

"Fuzz you!": quattordici pezzi made in Caserta, prodotti da Mark Kramer - Butthole Surfers, Half Japanese, produttore tra le altre cose di "Girl, you'll be a woman soon" degli Urge Overkill - e pubblicato per la sua etichetta, la Second Shimmy. Bello, interessante e sostanzioso. Ringraziamo Paolo Broccoli (chitarra), Agostino Pagliaro (Basso e voce) e Maurizio Conte (batteria e percussioni) per l'imbeccata.

Undici brani strumentali su quattordici totali, edificati su una solida base progressive di matrice inequivocabilmente Kingcrimsoniana come la già citata "I talk to the wine" e, senza dubbio la migliore del disco, "L'Abbaye de Thèlém", alla quale si aggiungono sprazzi alt rock desertici ("Country Billy"), funk ("Cwhawha"), swing ("Barbon"), hard blues ("Ernest's fear"), arrivando quasi, e sottolineo quasi, a toccare vertici metal nel finale di "The Orange Beach". Apperò. Prog campano come la mozzarella di bufala, impastato e masterizzato negli Stati Uniti ai Noise Miami Studio per aggiungere un tocco a stelle e strisce vagamente psichedelico. Il disco ne giova e il merito dell'intuizione va sicuramente a Kramer. E se quattordici pezzi vi sembrano tanti, vale la pena di buttare un occhio al timing: "Fuzz you!" non supera i quaranta minuti, un evidente caso di sintesi punk applicata ad un disco prog (storicamente ben più arzigogolati e prolissi). Mossa intelligente che da una parte rende il disco nettamente più fruibile all'ascolto, e dall'altra lascia insoddisfatta la curiosità di vedere il trio alle prese con durate ben più consistenti dei due minuti di media dei pezzi di "Fuzz you!". Perché per quanto diretto, o punk, garage, funk, swing e tutto il resto, questo degli Orange Beach è un disco che mi piacerebbe veder logorato su un palco con tirate elettriche d'altri tempi di almeno venti minuti.

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La recensione Fuzz You! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-04-15 00:00:00

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