Midwest Town and country 2002 - Psichedelia, Folk, Country

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Non so se qualcuno al di là del monitor ha presente il grandissimo film di David Lynch, “Una storia vera”, pellicola che racconta di un anziano contadino che attraversa da costa a costa gli Stati Uniti a bordo di un tosa erba. Io sì, e non riesco a dimenticarlo. Basta chiudere gli occhi e mettere nel lettore “Town and country”, disco d’esordio dei giovanissimi varesini Midwest (a proposito, complimenti per il nome), che mi appare chiara e limpida l’immagine di Richard Farnswhorth sul suo ferro vecchio mentre alla velocità - anzi, sarebbe meglio dire lentezza - di cinque miglia all’ora cerca di raggiungere il fratello con cui non ha rapporti da circa dieci anni.

La cosa più sorprendente di quel film è la semplicità che traspare da ogni centimetro della pellicola; e la stessa semplicità che si avverte in canzoni belle e scarne come “Red cheek” e “What fun life was” e che rende l’album a dir poco magico. Come è magico il fatto che ha concepirlo siano stati dei ragazzi poco più che ventenni e per di più italiani, a dimostrazione del fatto che certa musica ‘dell’anim’ non è solo materia e territorio di cantautori depressi e con la bottiglia di Jack Daniels semivuota al loro fianco.

Un album onesto ed ispirato in cui sicuramente grande ruolo hanno giocato gli ascolti, per altro fin troppo riconoscibili, del quartetto; si va dai Califone (“The tide”, “Ripple and rise), ai Rex (“Eating dust”), per non parlare dell’incedere psycho-folk di “In your life” e dell’accattivante “Mountain song”, una canzone che ad altre latitudini avremmo pensato fosse farina del sacco di Badly Drown Boy se quest’ultimo fosse nato a Chicago invece che in quel di Manchester. Un disco che mi sento di consigliare a tutti quelli che amano affrontare le cose senza correre per forza e a chi crede che per emozionare non si debba sempre e comunque fare uso di chitarre distorte.

Un primascelta del mio lettore CD portatile da almeno un paio di settimane, ma questo lo so, non interesserà a nessuno.

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La recensione Town and country di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-05-10 00:00:00

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