Sogni troppo grandi per un unico cassetto. Quando un ragazzo di 18 anni inizia a fare sul serio tutti gli altri lo restano a guardare.
È difficile descrivere la sensazione di profonda gioia ed esaltazione che un ascoltatore di rap prova ascoltando un album come quello di Rocco Hunt. È la stessa sensazione di un tifoso di calcio che assiste dagli spalti a un gol perfetto e impossibile, segnato da un calciatore appena maggiorenne alla sua prima partita in serie A. Una sensazione che ti riempie di speranza per il futuro e ti stampa un sorrisetto un po' ebete in faccia per qualche ora. Ma il bello di un disco, a differenza di un gol, è che quando il sorrisetto scompare lo puoi riascoltare una seconda, una terza e una quarta volta per rinnovare l'effetto galvanizzante.
Facciamo un passo indietro: Rocco Hunt (di cui potete scoprire qualcosa di più nell'intervista appena pubblicata su Hotmc) è di Salerno, ha 18 anni e qualche giorno fa ha affrontato gli esami di maturità; da privatista, perché la musica ormai lo impegna come un lavoro a tempo pieno. Nella scena hip hop è una piccola leggenda fin da quando ne aveva quindici e rappava in napoletano, con una sicurezza e una padronanza della materia che facevano impallidire e sudare freddo tutti i veterani della sua zona. Nel giro di breve ha cominciato a inanellare una serie di featuring enormi che lo hanno portato a farsi conoscere in tutta la penisola e ad essere etichettato come “il futuro del rap italiano”, fino alla svolta di qualche mese fa: il contratto con Sony Music, una soddisfazione doppia per un ragazzo che, come racconta orgogliosamente nel disco, è figlio di uno spazzino e di una casalinga ed è il primo diplomato della sua famiglia. Il frutto di questo contratto è lo street album "Poeta urbano". Per chi non mastica cose di rap, uno street album è un prodotto semi-ufficiale, più di un mixtape ma meno di un disco vero e proprio; confezionato velocemente con brani scritti in un periodo relativamente breve, nasce per regalare un po' di materiale ai fan in attesa di un lavoro più impegnativo.
Partiamo proprio da questo presupposto: se un lavoro non perfetto ma senz'altro eccellente come "Poeta urbano" è uno street album, figuriamoci cosa dobbiamo aspettarci da quello ufficiale. Ricco di sfumature e citazioni assolutamente non paracule (vedi il Joe Cassano di "Dio lodato"), è un disco che racconta la storia di un ragazzino che per maturità ed esperienza sembra avere il doppio dei suoi anni: cresciuto in un quartiere complicato, in una casa in cui i soldi non sono mai abbastanza e dove “i sogni sono troppo grandi per il mio cassetto”, molla la scuola per andare a lavorare e alla fine si riscatta attraverso la musica, che gli scorre naturalmente nel sangue. Rocco alterna il dialetto – la sua lingua madre, per così dire – e l'italiano senza sforzo apparente, in un flusso perfettamente integrato, riuscendo a mantenere standard altissimi in tutti e due gli ambiti, a differenza di tanti altri suoi conterranei che hanno provato ad abbandonare il napoletano senza mai risultare troppo convincenti. Tecnicamente è impeccabile, ma è talmente comunicativo che quasi non te ne accorgi: come in un bel film che scorre via meravigliosamente, sei troppo concentrato a goderti il flusso di immagini e sensazioni per soffermarti a pensare che la fotografia è ottima e le inquadrature sono studiate al dettaglio. Musicale pur nell'estrema semplicità dei ritornelli canticchiati, non è un album per giovanissimi, anzi: è più facile che lo apprezziate se avete già una certa età e un background solido alle spalle, possibilmente che comprenda anche qualche ascolto hip hop. In parole povere, con il suo debutto nel mercato discografico Rocco Hunt ha piazzato l'asticella parecchio in alto: ma trattandosi di un rapper atipico, di quelli che vivono nel mondo reale e che lavorano a testa bassa per rifinire il proprio lavoro giorno dopo giorno, sicuramente riuscirà a rilanciare la posta e a puntare ancora più in alto restando se stesso fino in fondo.
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La recensione Poeta Urbano di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-01 00:00:00
COMMENTI (1)
cioè altissimo livello come scrive questo qui