Ci auguriamo che gli ADCS continuino su questa strada, magari portando il loro suono a livelli ancora più alti, con l’aggiunta di soluzioni musicali più personali, ancora più profonde, più folli.
Questi due ragazzi di Senigallia si presentano al pubblico con un disco in cui fondono tra loro atmosfere minimal, noise ed industrial (inteso nella sua accezione più moderna), riuscendo a creare un prodotto compatto dove ogni canzone è al suo posto ed è la corretta evoluzione di quella che la precede. Questa almeno è la sensazione che si ha all’ascolto de "Artisti del colore sociale", ep omonimo del duo composto da Riccardo Sabbatini e Simone Mazziotti.
Il disco a livello di sonorità ricorda molto da vicino (con le dovute proporzioni) il materia regalatoci dal guru dell’elettronica undustriale Trent Reznor, alfiere di questo genere, con Nine Inch Nails, How to Destroy Angels e delle colonne sonore create con Atticus Ross. Ovviamente questa non vuole essere una critica negativa, anzi. Il disco ti prende fin dal primo ascolto, mescolando momenti strumentali (l0intro e soprattutto l’introspettiva “Piove”), a canzoni come “Placebo”, di cui è stato girato anche un video ufficiale molto interessante, in cui la voce dura ed a tratti sussurrata si inserisce bene nel tessuto sonoro prodotto da Mazziotti. Si prosegue con “Aphex”, omaggio dichiarato ad Aphex Twin, non tanto musicale, ma più relativo al video di “Come to Daddy” di cui vengono ripresi nel testo i contenuti, in una canzone decisamente più rock rispetto al resto del disco. Finalmente arrivano quelli che sono a mio parere i pezzi migliori del lotto, la breve “Del Male, L’estetica” e soprattutto “Waves”, che come un’onda in formazione, inizia a crescere sempre più, con suoi che si sommano gli uni agli altri senza mai essere predominanti, fino a che l’onda ormai completa, si infrange e si dissolve.
Ci auguriamo che gli ADCS continuino su questa strada, magari portando il loro suono a livelli ancora più alti, con l’aggiunta di soluzioni musicali più personali, ancora più profonde, più folli. Resta da dire che io li metterò comunque nel mio lettore perché nel vale la pena.
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La recensione Artisti del Colore Sociale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-27 00:00:00
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