La prima mod band italiana in assoluto ritorna a quasi trent'anni dal suo scioglimento. E lo fa in grande stile
Sono con ogni probabilità stati la prima mod band italiana, ancora nel 1979 (sì, il motivo per cui negli anni Sessanta da noi non è esistito nulla di simile potete immaginarlo), quindi prima ancora che "Quadrophenia" (e il revival) sbarcassero sui nostri schermi. Eppure, i milanesi Mads non sono tra le formazioni più ricordate quando si parla dei primi vagiti del modernismo di casa nostra: colpa forse della caotica produzione discografica dell'epoca, che si riduce nel loro caso a qualche demo e poco più, fino allo scioglimento avvenuto nell'83.
Non tutto è perduto, però, vista la recente riformazione e la ripresa dell'attività live, che nel giro di poche torride gigs ha eliminato ogni eventuale ruggine (anche se ciascuno dei componenti non ha mai smesso di fare musica). E come testimonia questo doppio singolo, che anticipa l'album previsto per l'inverno, la macchina è ripartita a pieno regime.
Il suono è quello di un tempo, e questa è senz'altro una delle note più liete: sembra di sentir suonare l'energia delle band inglesi di quella magica seconda ondata (Jam, Chords, Squire), accoppiata a quel gusto inconfodibilmente anni Sessanta che portava con sé. Small Faces, Action e Who erano i loro gruppi di riferimento, e questo emerge chiaramente in un brano come la viscerale "What I need", in cui si avverte un certo sentore power pop, in particolare nel bridge. Più beatlesiana è invece "Virtual world", con un magistrale lavoro di incastro tra il basso di Luis Bergamaschi e la Rickenbacker di Marco Pertusati. Se a tutto questo aggiungiamo le armonie vocali, davvero trascinanti in entrambi i brani, e un sound al tempo stesso pieno ed essenziale, il risultato non può che renderci entusiasti del ritorno dei Mads. In grande stile.
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La recensione The Mads Double A Side Single di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-26 00:00:00
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