Come ogni anno, anche per questo 2014 abbiamo scelto una dozzina di band, cantautori, rapper e producer su cui scommettere per i prossimi anni. 12 nomi che a loro modo ci hanno colpito molto, e che hanno tutte le carte in regola per farcela davvero. A cura di Chiara Longo, Marcello Farno, Margherita di Fiore, Sandro Giorello, Marta Blumi Tripodi e Nur Al Habash.
C'mon Tigre
Una linea immaginaria che attraversa il mondo da un capo all’altro, da un oceano all’altro, ponendo al centro dell’attenzione il Mediterraneo, la seduzione materna e tribale dell’Africa, le contaminazioni fra terre, idee, suoni per un comune sentire che spinge al movimento. Il funk, il jazz, la sperimentazione che mescola chitarre, fiati, macchine e cuore, l’odore prodotto dal caldo, dagli spazi aperti e dai confini indistinti, dalla magia che sprigiona da particolari incroci quasi fossero vere e proprie pozioni. Un esordio che ci ha fulminato, e che speriamo arriverà ancor più lontano. // Margherita di Fiore
Donato Epiro
"Fiume Nero" è un vero fulmine a ciel sereno, uno di quei progetti che è talmente potente da non aver bisogno di troppe disquisizioni a riguardo. Non ti interessa più stare a calibrare sul bilancino la sua componente tribale, o i loop ossessivi o la possibile chiave di lettura ancestrale e sciamanica. È una cazzo di bomba e non lo vorresti diverso di una virgola. Tutto è in perfetto equilibrio ed è raro che accada. Uno degli artisti che più ci ha stupito quest'anno. // Sandro Giorello
WOW
Dopo un ep d'esordio che si immolava all'altare del diy con un suono sporchissimo e la canotta bucata, gli Wow sono finalmente approdati alla canzone d'autore italiana, ma in un modo tutto loro e personalissimo: un pop dalle tinte anni '60, con paillettes e cotonature che scivolano su di un surf tiberino dalle movenze cinematografiche e una grazia davvero fuori dal comune. Una nuova via del cantautorato italiano che prima non c'era, e ora c'è. // Nur Al Habash
Clap! Clap!
L'ennesima trasformazione che poteva essere un'incognita, ha finito invece per scavalcare anche il protagonista principale della storia. Se di Cristiano Crisci si parlerà come quello di Clap! Clap!, anziché Digi G'Alessio, non ci è ancora dato sapere. Quello che è certo, per ora, è un album d'esordio che ha fatto il giro del mondo, riempiendo le toplist e facendo sfregare le mani a più di qualche influencers (Gilles Peterson in prima fila). Merito del fascino ammaliante di un'Africa prima fatta a pezzi, poi ricucita in una maniera così totalizzante e onnivora alla quale anche i cani di Re Leopoldo non saprebbero resistere. // Marcello Farno
Butti
Scratcha DVA l'ha scovato dal nulla, mentre era ancora intrappolato nella periferia di Milano Nord, nel giro di pochi mesi si è spostato a Londra, e adesso biascica già un accento cockney (sentite l'ultima intervista realizzata per RinseFM). Scherzi a parte, la prima cosa che trasmette è una timida, forse anche inconsapevole, voglia di farcela e spaccare tutto. Il resto è musica che segue l'onda lunga del jungle revival, con break che suonano maledettamente potenti e uno stile inviadibile sulla traccia. Ha un EP in uscita per Lucky Beard che potrebbe fare la differenza, e attorno si vocifera anche dell'interesse di un certo Mala... // Marcello Farno
Miami Mais
Scelto dalla Activia Benz di Slugabed - l'ennesimo talento under 25 di casa Ninja Tune - Miami Mais è un producer della provincia di Napoli. Dimostra capacità disarmanti: nel giro di poco passa dalla trap più tamarra a cose decisamente più intelletuali, a cut&paste frenetici, alla house più patinata e anni '80. Come in un intricato cubo di Rubik incastra colore dopo colore fino risolvere una propria personale idea di suono, e di ritmo. Andrà lontano. // Sandro Giorello
Own Boo
Sono ancora lontani dai trent'anni, hanno già capito come si costruisce un suono e come si scrive una canzone, di quelle che poi rimangono in testa per giorni. Piccoli classici shoegaze che sembrano nati con quella facilità e quella naturalezza a cui ogni gruppo aspira. Certo, questo non è il momento storico più indicato per i pantaloni a zampa e la psichedelia anni '90, ma non penso sia un problema insormontabile. Sicuramente continueremo a sentire parlare di loro. // Sandro Giorello
da Black Jezus
Un duo dalla Sicilia che della terra natìa conserva il calore, espresso attraverso un soul minimale di derivazione anglosassone. Beat e arrangiamenti rarefatti, su cui si erge per contrasto una voce densa e rotonda: insieme, formano un concentrato di bellezza che non passa inosservato sin dal primissimo ascolto. A fine novembre l'ep di esordio "Don't mean a thing" ha svelato l'equilibrio della scrittura dei da Black Jezus, che attualmente rappresenta un unicum affascinante e promettente. // Chiara Longo
Massaroni Pianoforti
Non capita spesso che il disco in streaming di un perfetto sconosciuto su Rockit totalizzi più di 7000 condivisioni in poche settimane. Il motivo è che l'album di Massaroni Pianoforti è letteralmente un bignami della canzone italiana degli ultimi 40 anni, con incursioni pesanti dalle parti di Fossati, Baglioni, Graziani e tanti altri. Un bignami perfettamente riuscito, e che speriamo abbia un degno seguito. // Nur Al Habash
Lucio Corsi
Se c'era un nome che dovevamo per forza includere in questa lista, è quello di Lucio Corsi. Battesimo del fuoco sulla collinetta del MI AMI 2014 con il suo primo live in assoluto, zazzera da ragazzaccio e una personalità che non passa inosservata. Un cantautore di vent'anni scarsi che invece di parlare di esistenzialismo post adolescenziale (noioso) canta di pomeriggi in campagna, storie immaginarie, animali e profeti. Un album in uscita nel 2015 che speriamo incanterà molte orecchie. // Nur Al Habash
Calcutta
Non un giovanotto di primo pelo, neanche alla sua prima esperienza; dopo un album nel 2012 Calcutta ogni tanto centellina un brano così, come se non gli importasse niente del carico di aspettative ed entusiasmo che ogni nuovo ascolto porta con sé. Nel 2014 sceglie la compilation mensile di Rockit per presentare "Benedetta", una delle canzoni d'amore più belle dell'anno. Già artista di culto per alcuni, tanto da essere diventato metro di paragone (in tante recensioni si legge già "un brano à la Calcutta"), Calcutta è uno su cui più che puntare, bisogna credere e sperare. // Chiara Longo
Willie Peyote
Già solo il suo pseudonimo è pervaso da un'aura di genialità, ma se vi prenderete la briga di ascoltare anche il suo ultimo album "Non è il mio genere il genere umano" scoprirete che, come da migliore tradizione, nomen omen. Irriverente, ironico, profondo, è lontano anni luce dallo stereotipo del rapper italiano che senz'altro avrete in mente, nel bene e nel male (se non ci credete, leggete qui). Dopo essersi fatto conoscere militando in alcune formazioni torinesi, come SOS Clique e soprattutto Funk Shui Project, che unisce l'hip hop al calore del soul e degli strumenti suonati, la sua carriera solista sembra in rapida ascesa: ha vinto l'ultima edizione di Genova Per Voi, aggiudicandosi un contratto da autore con Universal Music Publishing, ed è attualmente impegnato nel suo tour, dal titolo "Hai fatto 4 date e l'hai chiamato tour" Tour (ebbene sì). // Marta Blumi Tripodi
Leggi su chi abbiamo puntato nel 2013
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L'articolo Spinga Signora Spinga 2014 di Redazione è apparso su Rockit.it il 2014-12-10 11:02:00
COMMENTI (11)
@Enzosa qui si parla di emergenti, Godblesscompuers è ormai affermato imho, Grandi assenti gli I Am Titor!! soundcloud.com/iamtitor
I SULA VENTREBIANCO? ho capito, meglio di tutte queste band. Avete fatto bene a non metterli
mmmmmh.... e Godblesscomputer????
dai! Veleno come primo lavoro è davvero ottimo!!! se non c'è futuro lì dove???
rockit.it/Godblesscomputers…
io ci metterei anche i Dropp
Scelte condivisibili..io avrei inserito New Candys e Edith AUFN...C'Mon Tigre e' un'album bellissssimo..
e La Belvert ?
massaroni pianoforti NO cazzo… live è agghiacciante
Gli I Am Titor dove li avete lasciati?
Manca il post progressive/sperimentale degli ODD! Hanno incantato non poche orecchie quest'anno..
E i Sula Ventrebianco??? Ma dai come non citarli???? Bah :(