TESTO
Hai paura?
Io sì
E ancora oggi i muri mi parlano e dicono “falla finita stavolta”
Come se fosse la mia prima volta
Temo che non sarà l’ultima come la scorsa
Temo di avere già tutto e non esser felice
temo di averlo già avuto e lasciato fuggire
Temo che il treno sia già al capolinea e non voglia partire
Guardando nelle mie ferite
Credo di chiudermi se me le aprite
Come se fossero fiori ad aprile
Meglio sbocciati ma tristi appassiti
Come se fossimo senza vestiti
E non avessimo niente da dire
Ulay e Marina con frecce invisibili
Convinti che tanto l’altro non riesca ad ucciderci
Codice Morse, punto, ancora non sono arrivato al punto
Dopo ogni graffio un punto, sopra al mio braccio ci scrivo tre righe
Ma a ogni azione c’è una conseguenza che rimane tipo una cicatrice
E io non saprei che dire tre punti di sospensione tutto finisce
Mi sento confuso, deluso dal mondo e dal suo modo d’essere strano
Prima mi offre il suo aiuto, subito dopo mi sfila la mano
Cresciuti dove una carezza si portava dietro quel senso di ruvido tra faccia e palmo
Noi non abbiamo deciso di stare da soli, l’abbiamo imparato
Gocce di Xanax che scendono lente da sotto la lingua fino al basso ventre
Fino a farmi sentire un po’ più normale, fino a farmi dire “dai, chi ci crede?”
Fino a non farmi sentire più il male, fino a non farmi sentire più bene
Fino a non farmi sentire la fame, fino a non farmi sentire più niente
Pensieri intrecciati da vimini, muscoli rigidi, con occhi vigili
Il cuore che corre come dei cavalli in quei paesaggi dove sono liberi
Che tanto qua non importa dove puoi scappare, tutti i percorsi saranno ripidi
E quando mi sono guardato dentro per un secondo ho avuto le vertigini
E ora ho paura del salto nel vuoto se rappresenta chi sono
Per quanto salga dal fondo c’è sempre qualcuno su in cima a buttarmi di sotto
E questa volta non voglio tornarci fra i sassi e quei rovi spinati ma il più delle volte mi auto saboto
Per quanto ho grattato il fondo non penso che ne rimanga più molto
E mi manca l’aria da quando la mia schiena si è fatta carico di qualche vita
A furia di togliere travi dagli occhi ora ho le schegge che pungon le dita
E più che addossata diciamo che la croce che porto me l’avete costruita
Dita nella mia ferita, la testa china, pianta quell’ultimo chiodo e poi falla finita
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DESCRIZIONE
Questo brano parla di un uomo, delle sue paure e di come riesca ad accettarle arrendendosi dopo vari sforzi.
CREDITS
Scritto e cantato da Giovanni Di Noia
Prodotto da Francesco Lo Giudice
ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone PAURA (LA CROCE) si trova nell'album IO CRISTO uscito nel 2023.
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L'articolo Akirah - PAURA (LA CROCE) testo lyric di Akirah è apparso su Rockit.it il 2023-09-29 15:23:58
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