I Coma_Cose esistono da una manciata di mesi e fin'ora hanno pubblicato solo singoli, questo concept EP, invece, racchiude tre canzoni accomunate dalle stesse atmosfere. Si percepisce distintamente come al centro del loro lavoro ci sia un forte immaginario, che brano dopo brano si fa sempre più nitido e riconoscibile.
Le tre canzoni parlano delle serate, delle chiacchiere fino all'alba, della vita di coppia, della malinconia e del fermarsi un secondo a riflettere. Sullo sfondo c'e' sempre Milano, il “Ticinese” del titolo è quello di Porta Ticinese, via storica della città, dove Fausto Lama e California lavoravano come commessi e da cui è partito un po' tutto. Inverno Ticinese nasce dalla voglia di raccontare il lato più intimo della band, quello che forse si era intravisto nel brano “Deserto” uscito in primavera. Coma_Cose sono due ragazzi del Giambellino, due come tanti sbarcati dalla provincia a Milano per cercare il loro posto nella città dove succedono le cose.
La natura del disco si riflette anche nella trilogia degli omonimi videoclip: una scelta minimale, dove attraverso dei piani sequenza, la band propone un playback scarno dei brani uno dopo l'altro nella stessa location. Niente montaggio e buona la prima. L'intenzione è di porre la musica al centro, così come i protagonisti al centro di uno stanzone bianco per far risaltare le parole e dare un volto alle immagini sonore. Già dai titoli dei brani è chiara la semantica dell'EP: basta spostare un accento e il significato delle parole assume tutto un altro senso. Rime, chiaroscuri, significati e significanti si rincorrono tra le produzioni dei Mamakass e il flow inconfondibile del duo. Coma_Cose pubblicano in esclusiva per la urban label milanese Asian Fake, già promotrice di artisti come Ketama126, Fuera e Pretty Solero.
track by track
“Anima Lattina” è una “canzone-omaggio”, le melodie sono evocative e rimandano alla produzione del Battisti più sperimentale, ma, la semantica del testo, e l'approccio più rap la rendono totalmente in linea con le “cose” della band.
“French Fries” è il brano più rap dei tre, parla di una serata che parte sul balcone di casa e finisce su una panchina a parlare di qualcosa che fa venire voglia di mangiare patatine fritte. C'è sempre una forte vena poetica dietro alle punchline dei Coma_Cose ed è questa vividità inconsapevole che rende i loro brani crudi e allo stesso tempo intensi.
“Pakistan” è il pezzo che chiude l'EP, forse il più “canzone” dei tre, è una ballad urbana: c'è il rap sopra il pianoforte e ci sono le immagini che fotografano il quartiere dove nascono le canzoni del duo. Il “Rimmel” di De Gregori che diventa le “rime” dei Coma_Cose rafforza il loro modo di scrivere che pesca dai classici per fondersi col linguaggio corrente.
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