Un sound torrenziale ed esclusivamente strumentale, caratterizzato da una strabordante ricchezza di arrangiamenti in cui a farla da padrona è la tecnica dei tre componenti. Sospinti dal drumming teso, energico e possente di Fradeani, Taffi e Massetti intessono trame infinite e contrappunti certosini, basandosi sulla diversità timbrica dei due bassi (più oscuro e sotterraneo Massetti, più acuto e stridente Taffi) e attingendo a piene mani dai rispettivi backround, che vanno dal death metal al jazz, dal blues al Klezmer, passando per la musica classica. Ed è proprio tipica della musica classica la progressione dei brani, che facendo a meno di strofe e ritornelli, si arrampicano su stessi in una continua evoluzione, dando forma a una sorta di opera composta di mini-suites tutte giocate su variazioni di tema e d’intensità. Talvolta il rimando alla musica classica diventa esplicito, come in Baba Yaga, dove si cita espressamente Mussorgsky. Ma a colpire è sempre e comunque la crudezza del sound, ripreso nella sua nudità ed essenzialità, dove in sporadici episodi fanno capolino un sax, una chitarra elettrica, un monologo di Carmelo Bene e strani strumenti cordofoni elettrici che Taffi stesso costruisce con le proprie mani.
Un suono che in Italia può riportare alla mente per veemenza e somiglianza timbrica le devastazioni degli Zeus, come le cavalcate heavy funk degli Splatterpink e più in generale riconduce inevitabilmente alla scuola Primus, ma che si distingue da tutto ciò proprio per la peculiarità della scrittura, che tolte le bordate ritmiche di basso e batteria potrebbe reggersi da sola anche se fosse suonata in punta di dita con violino e pianoforte.
S/T
DELTABEAT
Descrizione
Credits
disco autoprodotto
line up:
EOLO TAFFI - basso / monocordo
ANDREA MASSETTI - basso / chitarra
DARIO FRADEANI - batteria
COMMENTI