Clouds (Racconto + Quadro + Canzone).
Quella notte ero particolarmente disgustato e nauseato; provavo un forte senso di repulsione non tanto verso il genere umano, quanto verso le ben più generiche "cose".
La realtà mutevole si presentava ciclicamente ai miei occhi senza alcuna prospettiva che mi facesse intendere un futuro più roseo.
Riflettei a lungo prima di riuscire ad addormentarmi.
Mi risvegliai in una realtà onirica nella quale ero completamente incapace di muovere qualsiasi cosa che non fossero i miei occhi, oppressi da un peso che mi impediva di aprirli. La sensazione di soffocamento mi portò al risveglio, nella medesima situazione.
Non ricordavo nulla di ciò che ero stato, di ciò che avevo imparato e di quel che conoscevo del mondo. Davanti a me si ergevano due mura altissime, che mi lasciavano supporre di essere all'interno di un gigantesco parallelepipedo.
La cosa più sorprendente era ciò che giaceva sulle mura: quadri, orologi, chiavi ed una celebre opera, ma ciò che attirò maggiormente la mia attenzione fu uno specchio, che mi permetteva di intravedere la strana forma in cui ero mutato.
Dopo pochi attimi qualcosa di più (in) alto attrasse la mia attenzione: lo squarcio di cielo più puro che potesse capitarmi di vedere; una nuvola candida ed irreale, illuminata da un sole che non potevo vedere.
Riabbassai lo sguardo e mi sentii mancare.
Part 1.
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