TESTO
Siedo sulle mie frustrazioni,
pago il biglietto all’usciere dei miei ricordi
attendo il macchinista che accenda questa giostra
per portarmi la mente e il cuore un po’ più in là.
Sento il motore che pian si riscalda,
sento la terra che cerca di aggrapparsi a me
un branco di lingue incallite di potere
cercano di fermarmi, di raggiungermi.
Presto macchinista portami su,
dove l’aria è più quiete e la merda và giù
presto macchinista portami su
mentre gli idioti e gli ipocriti muoiono giù.
La realtà si muove e piano in salita,
verso il cielo e non di certo verso una conquista
ho bisogno di aria e pasta di sogni
e non del materialismo che mi schiaccia i coglioni.
L’orizzonte perde il suo punto di vista,
e mi acceco col sole dietro una collina mai vista
questi turisti del vuoto accerchiano la mia vita
volare è solo un sogno per chi ha piedi di sabbia e di piscia.
Presto macchinista portami ancora più su,
sì questa è aria ma ne voglio di più
presto macchinista portami più su
vedo ancora questi ratti che scopano qui giù.
In verticale porgerò queste mie natiche,
sopra di voi per darvi una prospettiva più allentante
l’aria è più fine e non c’è nessun vento di potere
nessuna maratona con lo stemma della vagina e il pene.
Si smuove qualcosa e s’intravede l’aria malfatta,
un gas nocivo che incupisce e ti ammala l’anima
mio Dio ti prego aiutami ora che mi hai visto
più vicino con lo scompenso di un povero sorriso.
Ti prego macchinista fermami qua su,
se devo morire voglio farlo qui e non li giù
ti prego macchinista fermami qua su
fammi morire dove il cielo è ancora blu.
A tre quarti di un giro di questa felicità,
rivedo troie e usurai, diavoli pronti a vender l’anima
rivedo qui davanti a me il rabbuiare della collina
con una promessa nel cuore, che sia di nuovo mattina.
Come un cavaliere errante sono pronto per la battaglia,
anche se lo sconforto mi prende a schiaffi in faccia
triste ma intimamente furioso
ritmo il mio respiro di paura e di parole d’odio.
Forza macchinista portami giù,
se devo farla finita, ora o mai più
forza macchinista portami giù
lì dove la vita è indignata e non conta più.
Al capolinea di un traguardo falso e forzato,
incrocio lo sguardo di colui che mi ha svegliato
non riesco a perseguire in lui l’idea del piacere
ma un’ assenza di calma piena di dolore e pene.
Materialisti e assassini a voi la terra per illudervi,
che siete validi e non solo dei poveri miseri “Inutili”
io con voi non voglio aver più niente a che fare
i fiori voi non li regalate ma ve li mangiate.
Presto macchinista salta quassù,
dove il dolore ed il vuoto non contano più
presto macchinista salta quassù
ora guarda con me quello che regali tu.
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Premi play per ascoltare il brano La ruota panoramica di Davide Mangione:
ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone La ruota panoramica si trova nell'album La ruota panoramica uscito nel 2013.
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L'articolo Davide Mangione - La ruota panoramica testo lyric di Davide Mangione è apparso su Rockit.it il 2021-09-28 16:02:24
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