Ognuno ha la propria via di fuga, la propria uscita d'emergenza che ci permette di entrare in quel posto, nel nostro posto, quello spazio fondamentale per curare il proprio equilibrio tra vita, mondo, pianeta terra, società, persone, esseri umani e Io.
Quello spazio terapeutico che fa sì di farci stare in questa realtà.
La cura delle nostre passioni, quelle che ci fanno sentire vivo, e non importa essere dei fenomeni: c'è chi fa sport, chi fa arte, chi medita, chi fa giardinaggio, chi legge libri, chi va a teatro, chi viaggia etc etc
Quell'importanza di fare le cose che ci fanno stare bene.
La mia via di fuga iniettata alla nascita (a quanto pare) sono i suoni sotto forma di spazio, movimento, materia, forme e colori che modellano la mia percezione delle sensazioni ed emozioni che il mio subconscio irrazionale assorbe, interiorizza come una spugna e che poi ha bisogno di codificarle, lasciarle andare e che umilmente provo a fare da traghettatore ed esprimerle (con le competenze e i limiti amatoriali di cui dispongo) con la mia musica al fine di alleggerire il carico del mio carretto e fare spazio per nuove.
Le canzoni sono 8, saranno strumentali e saranno accompagnate da un'anima di "poesie" (anche qua "poesie" tra virgolette) che le va a tessere tra di loro lungo il viaggio dell'ascolto, un viaggio che si chiamerà IOSHELA.

COMMENTI