Oltre ad essere la radice della parola più comune "eufemismo", "eufemìa" è il silenzio che gli antichi greci usavano rispettare nelle funzioni religiose al fine di evitare parole che sarebbe stato empio proferire, sottraendosi così al cattivo augurio. E' un silenzio che nasce da parole taciute, eludendone la colpa, seppure alla fine resta la conseguenza: l'ipocrisia di silenzi empi per pensieri spietati. Colui che attraversa il senso dei brani è un individuo che ama e si impietosisce, che osserva e non si sottrae all'evidenza, bensì la tollera. Vede la strada e la piazza, accertandone le esigenze e i motivi in prima persona. L'emotività del sentimento lo pervade ma non lo trascina. Questo accade sino alla scoperta del tradimento, quando le verità vacillano e l'inganno perpetrato dalle istituzioni e dall'amore, piega la volontà e costringe ad accettare la solitudine dei propri pensieri. Risolvendo con il perdono, falso, ed una partenza, vana. Colui che si incammina per fuggire incontra la morte, non prima di averla inseguita. Porta con sé il verso non detto, la sincerità delle mani vuote ed un silenzio che è un rifugio decaduto, demolito. Si accorge, tardi, che amare e uccidere sono comunemente verbo della pazzia. Desolante epilogo di una storia che marchia la specie umana, dal tempo in cui questa si trascinò via dal buio dell'ignoranza.
Eufemìa
Giorgio Aquilino
Descrizione
Credits
Produced by Giorgio Aquilino
Lyrics by Giorgio Aquilino
Music by Giorgio Aquilino & Gerardo Ritacco
Arrangements by Gerardo Ritacco
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