Descrizione

L'idea principale per questo disco è di mettere in musica alcuni dei miei primi ricordi della vita che, in quanto confusi e annebbiati, si confondono con sogni e l’immaginazione.
Per dare il senso dell'imprecisione, delle linee sfocate anche a livello sonoro, in buona parte delle registrazioni è stato utilizzato lo stetoscopio al posto del microfono, cosa che permette di amplificare gli ambienti e di avere delle distorsioni naturali, senza l'utilizzo di effetti, suonando, per esempio, in prossimità di acqua o tronchi cavi.
La reazione dello stetoscopio alle diverse frequenze varia molto in base alla posizione, alla distanza, all'ambiente circostante; per arrivare al risultato che avevo in mente sono stati necessari mesi di prove, registrazioni notturne (si possono sentire gli uccelli alle 5 del mattino) e l'utilizzo di strumenti inizialmente non contemplati, come il violino, la fisarmonica o alcuni giocattoli.
La possibilità di avere suoni diversi registrando la stessa parte più volte ha fatto si che le sovra incisioni dessero risultati inaspettati, come nel caso di “Estate 1984”, dove alla fine sono presenti 33 tracce sovra incise.
L'acqua è l'elemento che lega tutti i brani del disco, usata anche come vero e proprio strumento, variandone il livello nei recipienti per ottenere un'accordatura.
Il mistero dell'acqua che, oscura e trasparente al tempo stesso, nasconde e avvolge come un velo, domina anche a livello visivo, nelle foto di Giuseppe D’Anna.

Pubblicato in vinile trasparente.

Credits

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