Glaciale

Glaciale

Lascivo

2017 - Sperimentale, Elettronica, Alternativo

Descrizione

Lascivo Glaciale
Nel 2016 decidiamo di “congelare” la nostra produzione musicale, presente e passata, nel nostro primo album, dal titolo “Glaciale”…appunto. Il “freddo” a cui facciamo riferimento è quello che genera l’uomo quando incontra il potere, quando decide, ahimè, di essere l’artefice di Tutto.
Questo incontro distruttivo viene raccontato nella title track, con un linguaggio surreale e provocatorio, ma lo ritroviamo, in diverse forme per altri brani (Radici profonde, Big stars revolution, Bocche di Luce).
Quando vogliamo scappare da questo “freddo” ecco che allora ci rifugiamo nei nostri “caldi paradisi mentali”, in spazi e mondi paralleli (Quale Dimensione?, Sapientemente Mistico, Sfacelo, Abisso e Apnea, Beatrix), cercando conforto e risposte (Concorso in amore, I Cavatappi, Soggetto Perfetto, Banalità).
La musica che accompagna tutto questo nasce da influenze troppo variegate (quindi non farò nessun nome di artista o genere…a voi l’ardua sentenza!).
Abbiamo cercato di rappresentare in musica la durezza e il dissapore di questo “freddo glaciale”, con l’unico strumento adatto a tale scopo: la computer music.
Non disdegnando loops, samples e artifici vari, per dare un giusto tappeto digitale al basso e alla voce.
“Popolo della Terra! una nuova Era Glaciale sta per arrivare!…avete la musica giusta per affrontarla?”

Recensione di Giuseppe Rossitto
Si dice che in musica niente più possa essere inventato, ma tutto è contaminato e in trasformazione. Le macchine ci aiutano in questo, ma sono solo dei mezzi per arrivare a un suono che è già in testa. Quando l’utilizzo delle tecnologie ha come fine e “confine” l’estetica, diventa inutile, vago e spesso anche limitante. I Lascivo esplorano ritmi e musiche globali con l'aiuto dell'elettronica. Intorno al 2009 Antonella Pergola e Filippo Calcagno collaborano per la prima volta, pensando di proporre un live-set; provando e rivisitando arrivano a quello che poi sarà “Boa Elettrico”: 20 covers di sole donne italiane; da Mina a Patty Pravo a Giuni Russo, e poi Rettore, Matia Bazar etc. Arriviamo dunque a questo primo album formato da 13 canzoni; alcune riprese da progetti precedenti, rivisitate, riarrangiate e risuonate, e altre totalmente inedite, dove ritroviamo tutti gli ingredienti e le spezie tipiche del loro percorso, del loro suono particolare e dei loro testi mai banali. Ci sono sia le contaminazioni elettroniche che i ritmi sincopati, il trip hop oscuro, ma anche gli up tempo e le poliritmie latine. Il tutto cucito con la voce di Antonella, la solarità del suo canto, i virtuosismi affogati in un timbro che ricorda le grandi voci di un tempo. I testi molto personali e intimi, ma anche pungenti e pieni di riferimenti all'attualità; sono politici in modo surreale, onirici ma realistici e paradossali, sembrano carezze ma tagliano. Un connubio molto riuscito e personale, diciamo una nuova forma di crossover tra passato e futuro, tra sole e luna, tra cielo e terra di Sicilia (da dove provengono).

Credits

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