Lo yeti è un essere che vive una realtà fisica manifesta disegnata da noi, in base alle nostre esperienze, alle storie che abbiamo sentito di lui, alle immagini che abbiamo visto. Una creatura leggendaria che prende forma grazie alla soggettività di chi lo pensa, proiettando su di lui ciò che vuole vedere.
Allo stesso modo la sua musica, pur raccogliendo e decodificando ricordi personali, si adatta al vissuto dell’ascoltatore lasciando spazio al significato che ognuno ne vuole trarre.
Il suo percorso artistico spazia dall'alternative rock di stampo americano e inglese al cantautorato indipendente italiano. L'ispirazione e gli ascolti sono dunque vari, dai Wilco a Lucio Battisti, dai Beatles a Umberto Maria Giardini.
Questo eterogeneo background musicale gli permette di vestire ogni brano in modo diverso ed adeguato, per sottolineare l’intimità testuale e l’umore del brano stesso.
Ugualmente la sua voce, avvolgente ed espressiva, lascia un’impronta caratteristica su ogni melodia.
La scrittura musicale de Lo yeti, chitarrista e pianista, è ricca e mai banale, e riesce ad arrivare in maniera immediata e viscerale. L’arrangiamento e la produzione del suono aiutano a creare un’identità forte al progetto musicale.
Grazie all’apporto del bassista Marco Milani, parte integrante del progetto fin dall’inizio che ha notevolmente contributo all’evoluzione dei brani, e del polistrumentista/fonico Pierluigi Ballarin, il progetto Lo yeti si arricchisce di ritmi e forme elettroniche, archi, synth e fiati.
Nel 2016 l’incontro con il musicista/produttore Angelo Epifani porta alla definitiva versione de Le Memorie dell’Acqua, disco d’esordio de Lo yeti.
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L'articolo Biografia Lo yeti di Lo yeti è apparso su Rockit.it il 2017-06-30 12:36:57