Descrizione

Chissà che cosa direbbe Charles Bukowski nel ritrovare la parte finale di un suo racconto a fare da motivo ispiratore di un brano (“Bukowski piange”) e di un intero disco dark-wave com'è il secondo lavoro dei NoN. Sicuramente ne apprezzerebbe la radicalità, la ferma volontà di non fare sconti ma di inseguire tenacemente una propria dura intenzione, come cani affamati, o come uomini d'oggi che hanno perso ogni possibilità di sacro.
“Sancta Sanctorum”, il santo tra i santi, la parte più sacra del tempio. Nell'ebraismo quella che custodiva l'Arca dell'Alleanza, la stessa il cui velo si squarciò quando Cristo morì. Dentro antichissimi segreti che per il trio fiorentino rappresentano il lato più intimo del loro essere. In un disco che rispetto al precedente “Sacra massa” (2014), più “politico” e rivolto all'esterno, tenta una spietata indagine interna, sui sentimenti, sulle paure e sulle instabili certezze di chi suona – e di chi ascolta, ovviamente.

Le dieci tracce di “SanctaSanctorum” rappresentano al meglio la sensibile evoluzione dei NoN, che rimodulano i binari dark-wave-noise del lavoro precedente e puntano ad una maggiore presenza di stratificazioni, sovraincidendo anche più tracce di batteria, aggiungendo timpani, campane e percussioni non convenzionali (come scatole di attrezzi da ferramenta e barattoli con chiodi), ma anche organi, synth, pianoforti, addirittura una chitarra acustica – che fa da ossatura al primo pezzo non elettrico della storia della band – e un violoncello (distorto a dovere) suonato da Alice Chiari. Scelte che sono andate di pari passo ad alcuni cambiamenti a livello di produzione, con le voci e le batterie distorte di “Sacra massa” sostituite da un utilizzo più accentuato di echo e delay a nastro, sia sulla voce che su gli strumenti, cercando più profondità e provando a scavare i suoni il più possibile. Con tutta la fatica e i rischi del caso, che però hanno portato a un disco livido, violaceo, come mai era accaduto prima.

Non è un lavoro facile “SanctaSanctorum”. Contiene brani veloci come rotative (“Ancora resto”), ma anche altri che si espandono o scavano senza scrupoli. Per questo merita più ascolti e tanta attenzione. Tuttavia è capace di impregnare le anime con il suo nucleo pulsante oscurità e speranza, regalando traccia dopo traccia sorprese, momenti inaspettati ed enormi slanci lirici. Chi mai lo avrebbe detto di trovare in un disco dei NoN una canzone capolavoro del Trio Lescano quale è “Come l'ombra” (dalla colonna sonora de “Il conformista” di Bertolucci) riletta a mo' di ballad in odore di folk apocalittico. E chi avrebbe immaginato di commuoversi ascoltando da loro il già citato brano acustico (“Reti e pareti”) o di sentire il sangue e le costole vibrare di una salvifica sensualità su quella lunga suite d'amore intitolata “Sostanza” – che vede Luca Barachetti (Bancale, Barachetti / Ruggeri) firmare il testo e presenziare alla voce. Qui accade e c'è sempre un qualcosa di sacrale che rimane alla fine di ogni canzone, come se un faro, un faro livido, fosse costantemente puntato contro un qualcosa di Implacabile che riguarda la vita, l'amore e la morte e che a tutti ci governa.

Sono intorno a un tavolo i tre NoN nella copertina di “Sancta Sanctorum”. Hanno i volti coperti da un telo e sembrano guardarci, inermi. Ma le loro canzoni generano un vento che muove le nuvole oscurando il sole e lasciando che il buio evidenzi solo i contorni delle cose. E sono tutte cose interiori quelle dentro il loro e il nostro “Sancta Sanctorum”. Entrambi coperti da un telo che un soffio elettrico lacera, lasciandoci guardare l'umana verità che viene custodita nel tempio di ciascuno.

Credits

Il disco è stato prodotto da NoN e Leo Magnolfi per El Sop Recording Studio
Registrato, mixato e masterizzato da Leo Magnolfi al El Sop Recording Studio (FI)
Testi e musica Andrea Zingoni eccetto:

2 "Bukowski piange" tratto da "Ho ucciso un uomo a Reno" da "Storie di ordinaria follia" di C.Bukowski, Ed.Universale Economica Feltrinelli

6 "Come l'ombra" (Trio Lescano)

8 "Sostanza" testo Luca Barachetti

Andrea Zingoni voce, chitarre, pianoforte, organo
Alvaro Buzzegoli batteria, percussioni, tamburi
Massimiliano Leggieri basso, synth

Alice Chiari violoncello in 3,6,9
Leo Magnolfi chitarra aggiunta in 10, effetti in 6
Luca Barachetti voce in 8

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