Vado via (single)

Vado via (single)

Sandro Saccocci & Piero Olmeda

2016 - Cantautoriale, Jazz, Acustico

Descrizione

Non è poesia, non è canzone, è canzonepoesia.
Così abbiamo detto delle “canzoni” che abbiamo cominciato a produrre dall’inizio del 2016. In questa affermazione c’è tutta la base concettuale del nostro lavoro. L’obiettivo è stato quello di creare un lavoro artistico estremo, che non tenesse conto delle convenzioni (sia della poesia che della canzone) e che affrontasse alcuni importanti temi filosofico-esistenziali, senza paura di non piacere a un pubblico. Puri e liberi. Senza compromessi. Con la convinzione però che, trattandosi di temi che riguardano la nostra esistenza e quindi tutti noi, avrebbero bene o male incontrato il favore di molti, se non di tutti.
I testi però non sono poesie. Prendiamo ad esempio "La canzone che vive tre volte", ispirata alla poesia "La prima sigaretta è la più dolce". Sono due composizioni sostanzialmente diverse. Come abbiamo già detto nell’articolo "La grande avventura della canzonepoesia" -Non possiamo semplicemente mettere in musica una poesia-. Quindi non abbiamo messo in musica delle poesie, operazione che molti hanno già cercato di fare con risultati a volte interessanti, altre volte no.
Le canzonipoesie però non sono nemmeno canzoni. Pur seguendo spesso alcune convenzioni della canzone, è proprio nella parte “cantata” che la differenza è determinante. Una voce che passa continuamente dal recitato al cantato e viceversa, che alcuni considerano sostanzialmente un recitato con allungamenti delle vocali o altri artifici e altri un cantato che si accende o si spegne sulla parola recitata, può lasciare perplessi gli amanti del bel canto italiano, ma non ad esempio chi ha seguito l’opera di Serge Gainsbourg nella canzone o le operazioni di “poesia sonora” in senso lato degli anni ‘80, a cui il sottoscritto ha personalmente partecipato.
Non essendo canzoni andrebbero fruite in modo simile alle poesie, cioè ascoltate e riascoltate, per scoprire ogni volta nuovi significati. L’orecchiabilità spesso è legata all’abitudine, all’assuefazione ad uno standard compositivo ed è difficile all’inizio sovvertire i propri parametri legati ad anni e anni di ascolti.
In definitiva se un critico letterario dirà che non è una poesia e un critico musicale dirà che non è una canzone, non c’è problema. Noi siamo d’accordo. È un forma diversa, in via di costruzione, una ricerca che ci porterà verso qualcosa che non è ancora completamente definito.
La Sugar, la Sony Music o la Warner saranno interessate a questa operazione? Non lo sappiamo e nemmeno l’abbiamo chiesto. Per ora lavoriamo nell’ambito di una produzione indipendente al 100% (con tutte le ovvie limitazioni ma per le ragioni elencate sopra) che si rivolge non soltanto al pubblico della musica ma anche a quello della letteratura e dei reading di poesia.
Siamo una specie in via di estinzione? Non credo. Siamo degli artisti. Abbiamo qualcosa da dire. Cerchiamo di dirlo nel migliore dei modi, senza badare alle esigenze del mercato. Convinti però che la libertà artistica è un valore a cui non si può rinunciare. Solo così si può essere veri. A volte bastano alcune semplici parole di un ascoltatore che ci ha scritto che si commuove ogni volta che ascolta "Oggi il futuro ti racconto" per capire che siamo in qualche caso riusciti nella cosa più importante: trasmettere vere emozioni.

P. O.

Credits

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