Blake

Blake

Pappacena/Vezzani

2014 - Alternativo

Descrizione

Proveremo a Raccontare del poeta della visione, William Blake, attraverso la sua poesia, e le immagini delle sue famose incisioni concepite dal poeta stesso come inscindibile unicum espressivo che porta alla rivelazione. Cercheremo di dare corpo al suo mondo fantastico. Lo faremo dando anima alle sue più belle poesie, pensieri e aforismi attraverso la musica perché il poeta stesso le cantava e le ha composte perché fossero cantate.
Dal corpus di “Canti d’innocenza e d’esperienza”, da ”il matrimonio tra cielo e inferno”, dal manoscritto “Pickering”, prendono forma queste canzoni moderne, composte quasi tutte a partire da chitarra e voce, per arrivare ad affermare che l’intera opera di William Blake non conosce l’usura del tempo ma palpita ancora, come allora, di una verità incessante.
William Blake è un poeta unico, vissuto tra la fine del settecento e l’inizio dell’ottocento, inserito nella corrente preromantica per comodità, ma, in effetti, è inclassificabile, perché oltre che essere pittore e scrittore, ha concepito una filosofia complessa e una mitologia inequivocabile che gli ha impedito tra l’altro di arrivare al grande pubblico. Per questo motivo è interessante affrontare l’universo di William Blake e la storia di un uomo apparentemente semplice, storia senza
avvenimenti importanti, ma costruita intorno al proprio io.
Si tratta di un mondo parallelo che prende vita da una continua esplorazione di una dimensione segreta che porta in sé la verità:
C’è una frase del “Matrimonio tra Cielo e Inferno “che sintetizza in modo esemplare la sua concezione esistenziale:
"se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all'uomo come in effetti è:
Infinito"
Siamo partiti dal fatto che il poeta, durante la sua intera esistenza, ha disegnato un mondo parallelo, proveniente da un’immaginazione derivata da un universo che l’uomo non può, o forse sarebbe giusto dire non vuole, vedere. La musica in tal senso sembra essere stata da subito la strada da percorrere, per esplorare questa dimensione. Giocando con motivi stranianti, o che semplicemente potessero accompagnare il testo stesso. Dalle due voci maschili ci siamo sdoppiati in altre due voci femminili, come a ricordare i quattro Zoe che tanto hanno turbato il poeta.
Probabilmente affetto da disturbi schizofrenici o da allucinazioni, Blake arriverà a non separarsi mai da quell’universo, che lui stesso definirà “visioni". Ci sembrava opportuno, quindi, cercare di disegnare col suono diversi ambienti ma che portassero il sapore acustico e morbido di una canzone folk mischiato alle sonorità più sintetiche e spigolose dell’elettronica.
L’album si pone nell’ottica di dare forma a questo mondo interiore accostandosi all’universo onirico, costruito dal poeta stesso, talvolta appena sussurrato altre volte gridato con l’intenzione unica di non tradire l’essenza della sua grandiosità.
E la musica che accompagna le parole di Blake servono a far rivivere quell’immaginazione e in qualche modo far uscire dalle pagine una sostanza che è viva ancora oggi.
Giacomo Vezzani / Fabio Pappacena

Credits

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