Satoyama è una foresta magica che incanta. Sguardi circondati da alberi che guardano il cielo.
Foglie che girano e creano un imbuto di colori, acqua che smuove aria che percuote sassi.
Satoyama è prima di tutto un viaggio musicale evocativo, energico, raffinato e sopratutto difficile da etichettare.
La definizione più originale che è stata data alla band, utile per rendere in parte l’idea sul loro stile, è “Radiohead e Bill Frisell discutono di ecologia in una tenda Tuareg”.
“Musicalmente parlando, ogni nostro brano è arrangiato in ogni singola nota ed è molto discusso da tutti.
Cerchiamo sempre di dare un colore (la cosa curiosa che due su 4 hanno la sinestesia musicale e uno è daltonico), una caratterizzazione, una storia, una sensazione, un viaggio.
La diversità all’interno di un sound riconoscibile è un nostro obiettivo.
Da questa diversità, ci siamo collegati alla biodiversità di una foresta, elemento imprescindibile per lo sviluppo , ed alle tematiche ambientali ed ecologiche di cui tutti e 4 siamo appassionati e, a nostro modo attivisti.
C’è, in un certo senso un’idea politica dietro la nostra musica; fare finta che il grave problema ecologico non sussista, è come avere un pachiderma in salotto e fare finta che non ci sia.
Proprio per questo abbiamo deciso di identificare ogni nostro brano con una tematica che ci stava a cuore: desertificazione, migrazioni e guerre per l’acqua, surriscaldamento globale, monocolture in agricoltura con conseguente impoverimento della terra, inquinamento ecc…
Il nostro album ha però una connotazione positiva (si sente nel finale di “Magic forest)” e dovrebbe sapere di terra, di una passeggiata in un bosco dopo un acquazzone e di scelte etiche; l’unico modo in cui è possibile invertire questa tendenza è quella di cambiare in primis noi stessi.
Abbiamo quindi deciso di fare descrivere tramite brevi racconti e suggestioni queste nostre canzoni dalla scrittrice Lucia Panzieri, anche lei attivista e sostenitrice del progetto.
Ogni brano induce una suggestione, un viaggio, un ponte che collega l’ascoltatore alla foresta magica, luogo dove natura ed esseri umani coesistono rispettandosi. Questo concetto è proprio il significato di Satoyama, una foresta magica ma, forse non troppo lontana.”
Le influenze musicali dei Satoyama sono molte e varie, dall’orchestra sinfonica che si accorda prima di una sinfonia, alle sinfonie di Beethoven e Mahler, passando per i lavori a 4 mani e i Lied di Schubert, i lavori di Bela Bartok le musiche tradizionali di alcuni paesi d’Africa, il Rock, dalle derive più psichedeliche dei Pink Floyd e dei Beatles, fino a sfumature più progressive e punk.
La band è molto influenzata anche dal Jazz, soprattutto nelle sue declinazioni europee più cameristiche ed introspettive, ma anche dagli album di Esbjorn Svensson Trio, Bobo Stenson e Jan Gabrarek.
Magic Forest
SATOYAMA
Descrizione
Credits
Formazione:
Luca Benedetto - Tromba
Christian Russano - Chitarra
Marco Bellafiore - Contrabbasso
Gabriele Luttino - Batteria
Violetta Desiati e Tamba Salif - Voci ( Traccia 8)
Il disco Magic Forest è stato registrato allo studio Bombanella Soundscapes - in Maranello da Davide Cristiani e masterizzato agli studi Alpha Depht. - in Bologna da Andrea Suriani.
Prodotto da Marco Valente e AUAND Records
Distributito da A Buzz Supreme e Goodfellas
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