SACRI CUORI - LIDO
La musica di questo EP di Sacri Cuori è musica da ballo.
Il ballo dopo il diluvio.
E’ musica popolare, ma al tempo stesso è musica spaesata, tradisce un senso di disorientamento, forse anche di nostalgia. E’ musica che si rifà a un’idea di innocenza probabilmente perduta.
Guardandola in filigrana si ritrovano suoni del confine, tex-mex e blues. Ma anche il liscio delle vecchie balere romagnole, le colonne sonore degli anni ’60, l’avanguardia. E’ un folklore senza fissa dimora, apolide, sospeso nello spazio e nel tempo, cortocircuitato fra passato e futuro.
Il quartetto-base di Sacri Cuori è presente in tutte le 4 tracce, impegnato a una vasta gamma di strumenti. Tre brani sono stati registrati in un’unica session, insieme a David Hidalgo (Los Lobos) e Marc Ribot (Tom Waits, John Zorn). Anche Hugo Race offre un cameo, con un testo recitato, in italiano, sull’ultimo brano.
I BRANI
LIDO: Come in un Dancing nella riviera, con le porte chiuse da chissà quando. Dalle fessure sugli infissi arrivano gli echi di un’epoca andata, di un paese grandi speranze, di un’America Latina immaginata, sognata, traslata, tradotta nel dialetto locale, vicina e lontana, fra il Messico e Castellina/Pasi. Noi siamo l’orchestra, e chi vuole può ancora ballare.
STEAMER: Il mistero di un’estate bollente. Un uomo che cammina per strada, una donna straniera, uno sguardo che vuole dire qualcosa, l’afa che dilata i movimenti. L’orchestra del Caffè Giardino sembra quasi fare il verso a Henry Mancini, ma al posto degli ottoni bofonchiano, pigri, i sintetizzatori. Siamo nel 1962, o forse nel 2062, su un satellite in orbita.
TERESITA: La bella del paese che passa in processione nella piazza, una volta e un’altra ancora. Gioco di malizia, cuori che battono, vestiti a fiori, magnolie nei capelli. E’ capitato proprio stamattina, alla radio passavano The Champs. In cielo due soli e una giostra con i cavalli bianchi. Ribot suona la slide, altri giocano un blues scanzonato.
BAR ATLANTIS/LAND OF THOUSAND: Ci siamo incontrati poco fuori città, ma non sappiamo il perché. Fa freddo, o forse caldo. La festa è lontana, qui cantano i corvi e il deserto è appena un miglio oltre. Disegno cose viste in uno strano sogno. I violoncelli impazziscono, la cassa marca un tempo marziale. Dopo l’estate le cose non saranno più le stesse.
CREDITS
Musiche di Antonio Gramentieri e Sacri Cuori
Registrazione di Andrea Scardovi, missaggio di JD Foster al Dunastudio di Russi (RA)
Masterizzazione di Bruno Green al Silentmasters di Lennoxville, Canada
Sacri Cuori sono:
Antonio Gramentieri, Diego Sapignoli, Francesco Giampaoli, Christian Ravaglioli, Denis Valentini, Enrico Mao Bocchini.
Registrato con la partecipazione di Marc Ribot e David Hidalgo nelle tracce 1,2 e 3
Traccia 4: voce e parole di Hugo Race, archi di Jenny Adejeyan e Claudia Della Gatta
registrazione di Franco Naddei al CosaBeat di Villafranca (FC)
Voci fuori campo di JD Foster, Gosia Bego, Vicki Brown, Marianne Dissard, Valentino Bettini, Marcella Carballo
Grafica di Marilena Benini.
COMMENTI (7)
bello, meno bello l'ltimo pezzo. ciao @sherwood!
@sherwood riemerge dalla palude... finally!
docg
beeeello!!!
...ma che bel sound! Complimenti.
super!
Fantastico!