The Golden Dwarf è il secondo disco dei Satori Junk. Oggi a distanza di sei mesi dalla prima uscita in cd, questo nuovo capitolo viene stampato dalla spin on black in doppio vinile, 180 gr, gatefold, 300 copie numerate.
D'istanza a Milano (Italia), con data di nascita intorno al 2012, i Satori Junk sfornano un progetto capace di fondere heavy fuzzy riff con strutture robuste e influenze classiche di matrice seventies, unendo al tutto una potente saturazione mista alla ricchezza dei sintetizzatori. Il risultato è un muro di suono massiccio e devastante che si avvinghia alle atmosfere space rock per un viaggio introspettivo facilitato da psicotrope svisate psichedeliche. Con questa uscita, la band prende spunto dai tardi sixties per arrivare ai giorni nostri attraverso sette mazzate cosmiche. Nel tentativo d’irretire l’ascoltatore nel loro distorto e rabbioso mondo i nostri fondono testi spesso ispirati da tetri incubi e film dell’orrore. La struttura blues dell’opener All Gods Die racchiude in sé praticamente due terzi del loro polveroso mondo, fatto di larsen, distorsione ferina e improvvisi mutamenti del mood che non lasciano intravedere l’arrivo della tempesta. Sembrano quasi quieti ma nascondono artigli doom in emersione nella suite Cosmic Prison, dieci minuti di rifferama plumbeo e voci sepolte nel missaggio per una lenta cavalcata capace di levarvi di dosso tre strati d'epidermide già morta. Rincarano la dose con la deflagrante potenza di Blood Red Shrine che anticipa un bel viaggio spazio/tempo attraverso Death Dog, 15 minuti di esplorazione interstellare fra venti cosmici rilasciati dalle tastiere, trascinanti forze orbitali esercitate dall’andamento roteante della sezione ritmica mentre le chitarre corrosive penetrano le ultime resistenze. Pigiando play, qualunque sia la modalità con cui se ne usufruisce una cosa resta ben chiara, non esiste biglietto di ritorno per questa dipartita, a meno che subito dopo non si abbia ancora un alito vitale e abbastanza curiosità per affrontare l’opener The Golden Dwarf, dal piglio motorheadiano, che vi porterà inesorabilmente alla chicca di questo vinile. Una versione inaspettata e imprevedibile nella forma lynchiana di Light My Fire dei Doors, sfigurata da rasoiate di doom, effetti ghost delle tastiere e chitarre e wah-wah addicted che si arroga la funzione di perfetto sigillo per questa full immersion nella psichedelia corrotta da elementi contamina(n)ti e scorie radioattive erogate dal loro instancabile propulsore siderale.
Tracklist
Side A
1. Intro
2. All Gods Die
3. Cosmic Prison
Side B
1. Blood Red Shrine
2. Death Dog
Side C
1. The Golden Dwarf
Side D
1. Light My Fire (The Doors cover)
The Golden Dwarf
Satori Junk "The Golden Dwarf"
Descrizione
Credits
Satori Junk
Luke – Voce, Sintetizzatore, Theremin
Chris – Chitarra
Lorenzo – Basso
Max – Batteria
Credits
Issued by spin on black Srl
Record & Mixing: Enrico Baraldi @ Vacuum Studio & Waiting Room Audio, Bologna Mastering: Claudio Adamo @ Fonoprint, Bologna
Cover illustration: Horibudo I (Roberto Borsi) – Primordial Pain Tattoo, Milano Graphic Graphic design: Luca SoloMacello Martinotti
Photo: Photorouge
COMMENTI