“Cosa vuol dire per me questo EP? Non è facile per me racchiudere in poche righe la marmaglia di pensieri e le numerose divagazioni che si formano in me riascoltando queste 5 canzoni. La cosa che ho notato con l’avanzare dell’età e col sopraggiungere di una ventata di cosiddetta maturità è che ogni volta che ascolto un mio pezzo ci vedo una fotografia diversa, un momento differente per ogni frase che corre e per ogni parola che si lega. La Sindrome del Giorno Dopo credo sia letteralmente la paura del giorno seguente, una paura che si condensa in modo estremamente potente durante la notte. La notte è per me il momento più devastante e nello stesso momento più risolutivo - o almeno qualcosa che si avvicina a quel barlume di illusoria risoluzione - della giornata, perché nessuno si aspetta niente da te come se fosse davvero dovuto, nessuno può giudicarti e tutto quello che nasce durante la notte è tuo e solamente tuo. La notte è l’unico momento in cui il tempo si ferma, rimane immobile fino all’arrivo del sonno. Il tempo immobile lascia spazio ai pensieri, a tutti i tipi di pensieri che vengono però accettati e accolti senza paura, anche quelli più cupi, più scuri, più brutti, perché in fondo il tempo non conta, il tempo è fermo e possiamo metterci al tavolo a fare i conti con noi stessi. Almeno fino al giorno dopo.
Questo è quello che ho cercato di fare con i 5 brani dell’EP, ho tentato di raccogliere dei punti, delle immagini e delle sensazioni che scandagliano la mia vita e metterli sul tavolo, per capire un po’ di più a cosa mi riferisco quando parlo di me stesso. Forse è un riassunto di quello che sono e che siamo, di quello che mi aspetto da me e da noi, una resa dei conti che poi resa non è, una consapevolezza che gli anni che abbiamo non li portiamo mica bene, ma ci va bene così, perché questa continua ricerca della perfezione ci ha un po’ stancati alla fine. Perché in fondo facciamo quello che possiamo, ma ce la mettiamo tutta, questo è sicuro, cazzo.
La Sindrome del Giorno Dopo è la voglia di non dormire mai e di dare la mano a chi passa il tempo a puntare il dito contro i nostri difetti, perché in fondo, e lui o lei lo sa, è un po’ come noi.”
L’ep è completamente suonato in studio, chitarre elettriche e acustiche, basso, batteria e pianoforte, tutto vero e reale. Ogni brano è una storia a sé, con protagonisti diversi e con una loro storia che si lega al mood musicale scelto. Ne Gli anni che ho la batteria riverberata e il tema di una chitarra elettrica fanno da guide nel pezzo, in Saggio Breve una semplice chitarra acustica e un leggero basso ad accompagnare, in Fidati Che ci spostiamo un po’ sull’elettronica, in soffio il riff del basso è travolgente e in Almeno ritorna la chitarra elettrica e una ricerca delle rime che rimanda al rap nelle strofe.
La Sindrome del Giorno Dopo
TOTA
Descrizione
Credits
Testo e musica: Tommaso Tota
Prodotto, mixato e masterizzato da: Filippo Slaviero, Vicolo Studio di Milano
Basso: Fioramante">Fioramante, Alessio Mazzeo
Chitarre: Fioramante">Fioramante, Diego Sabatino
Batteria: Paolo Brusa
Etichetta: Grifo Dischi di Enea Fiorucci
Copertina/Grafiche: Evelyn Furlan | instagram: v_i_o_l_a_n_t_e_
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