Dopo svariati concerti nell’ hinterland milanese e due EP, nel 2011 la band presenta il primo album autoprodotto “L’effetto del Curaro”.
Il disco porta la formazione sul palco dei più importanti palchi milanesi tra cui Magnolia e Carroponte, fino alla partecipazione al MEI Supersound di Faenza (RA).
Nel settembre 2014 esce il secondo lavoro ufficiale, “Profezia in 12 Pezzi”, registrato al Crono Sound Factory di Vimodrone con Simone Sproccati. Il provocatorio album racconta di come media, religione, politica siano soliti a creare degli idoli, far credere che qualcuno meglio di noi sappia guidarci, sappia agire nel modo giusto e anche dirci come fare. La “profezia” dei WET FLOOR è in antitesi con questo concetto: il ruolo della Musica è quello di spronare a dare il meglio, non di imporsi e diventare un nuovo idolo da seguire, ma di essere un incentivo a diventare quindi “profeti di sé stessi”.
All’uscita dell’album segue un fitto calendario live, che porta la band a suonare su molti palchi della Lombardia (Bloom, Carroponte, Circolo Ohibò, tra gli altri), e in apertura di alcune importanti band (Gazebo Penguins, Giorgio Canali, Voina, Giorgio Ciccarelli, Canova, ecc), senza tralasciare anche qualche concerto fuori regione.
A metà del 2018 viene presentata una nuova formazione, che vede l’ingresso di Stefano Crippa alla chitarra e Fabio Donghi alla batteria, con la quale iniziano a lavorare al nuovo album.
Il 10 aprile 2020 uscirà il nuovo lavoro, “La città era piena di rumore”, registrato al Toxic Basement Studio da Carlo Altobelli
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L'articolo Biografia Wet Floor di Wet Floor è apparso su Rockit.it il 2020-04-04 16:22:07