Undici tracce. Undici isole che emergono da un mare lontano di suoni preziosissimi forgiati (magistralmente) al Noise Factory Studio di Milano sotto l'egida del leader della band più chiacchierata del momento: Federico Dragogna, chitarra e testa dei MINISTRI, che dalla potenza scenica dell'indiavolato trio brianzolo (due gemelli e un'efebico Marco Fiorello, voce, chitarra e testi) si dice rimase folgorato una notte d'estate di neanche troppo tempo fa, guardandoli su un palco sperduto nelle langhe liguri (Borberock Festival), palco che avrebbe subito dopo calpestato con i suoi compagni in giacchetta. Dragogna ci ha creduto, e ci ha messo del suo,indubbiamente. La sperimentazione è tanta, i riferimenti degni di una cultura musicale contemporanea enciclopedica. Classificare, etichettare un'opera come questa diventa arduo, e forse impossibile. C'è il pathos ministrico, il sottofondo etereo a la Mogway, il lezzo elettronico dei già dragognici Iori's eyes. Il titolo non è un caso. “We…
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