Sirene vetri urla e paperelle

Sirene vetri urla e paperelle

Alessio Calivi

2015 - Psichedelia, Alternativo, Post-Rock

Descrizione

Nel 2015 esce per l’etichetta ManitaLab il suo secondo disco, “Sirene vetri urla e paperelle”, il cui tour di presentazione l’ha visto partecipare a numerosi festival, aprendo i live di Verdena, Soft Moon e di Stuart Braithwaite dei Mogwai.
Il titolo rimanda agli umori e al bucolico di una Milano lontana dal lusso, quella attraversata dal naviglio della Martesana, che è stata la principale fonte d’ispirazione del disco. Ci sono finiti dentro: un miscuglio di strade, deliri notturni, gentaglia, vetri rotti, sirene della polizia, urla di sbronzi e di misere gioie, personaggi grotteschi, vite incredibili, amicizie notturne, il bar dei cinesi, il parco sul naviglio, l’acqua. Il disco nasce dalle notti passate lì a scrivere, pensare, vagando in bici a primavera, per scoprire luoghi, odori, vizi, tentazioni, arte nascosta, gente sfortunata, desideri e, appunto, le paperelle, lì, nel naviglio, ingenue, circondate dalla vita di esseri umani strani ma reali. Oltre a testi e musiche, anche chitarre, synth e voce sono di Alessio Calivi. L'album si muove intorno ai generi che hanno caratterizzato la ricerca musicale dell’autore già dalla sua prima autoproduzione: un sound alternativo che spesso si vena di post rock, non disdegna la tradizione del post punk, ma butta uno sguardo anche verso l’elettronica e il post noise. Sono vivi gli echi della new wave italiana (soprattutto dei primi Litfiba), ma rivista dopo aver fatto propria la lezione americana degli anni novanta. Le influenze vanno dai Massimo Volume agli Ulan Bator, dai Six Minute War Madness ai Tool, con aperture alla Mogwai e una base melodica sempre presente, tra tensione e distensione. La voce alterna urla, tonalità basse, alte, molto alte, parlato e aggressività. I testi, molti dei quali di sapore intimista, richiamano echi vicini alla letteratura simbolista. Un viaggio aggressivo e dissonante nel quale la musica e le chitarre distorte parlano chiaro: rabbia trasformata in pure e sole note.

RASSEGNA STAMPA
«[…] “Tutto bene” di Alessio Calivi (ex Barton Fink, Other Voices), calabrese di nascita e milanese di adozione, è un buon biglietto da visita per illustrare la sua ruvida poetica suburbana al cui servizio stende un irreprensibile indie rock fatto di chitarre affilate e ritmiche implacabili. Dentro a “Sirene vetri urla e paperelle”, secondo album di Calivi (il primo, l’autoproduzione “Forme e stati” nel 2010), ci sono vent’anni di indie rock italiano e internazionale, lo sguardo poetico intimo e intenso di Agnelli e Chimenti (“Jorge & Sheis”), numeri grunge-noise (la title-track) e atmosfere plumbee e postpunk (“Berlino”). Molta rabbia, nessun compromesso.» Voto: 7 Andrea Prevignano (mensile Rumore n. 274)

«Uno dei brani cardine di questo lavoro è rappresentato dalla bella e lunga “Jorge & Sheis” un brano dal sapore quasi a là Motorpsycho che potrebbe piacere molto ai fan dei Verdena. Nel complesso si può parlare di un buon disco con molte atmosfere abbastanza diversificate in cui trovare spunti interessanti per uscire dal giro dei soliti nomi [...]». Eliseno Sposato
sotterraneipop.blogspot.it/…

«Il giovane calabrese prende un coccio di vetro e davanti ai nostri occhi segna la sua pelle in modo bruciante, urlandoci in faccia rabbia e livore con il rumore delle chitarre ma anche creando sensazioni sospese e ricche di tensione oscura. Sfuriate intense che vengono intercalate da momenti più dilatati e onirici in cui il ritmo frena bruscamente, andando a toccare momenti quasi "emo", concedetemi il termine, inteso in un senso di vera e forte emotività. Un disco che lascia un segno indelebile.» Ricky Brit Pop
troublezine.it/columns/2006…
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The title "Sirene vetri urla e paperelle" refers to the mood and the bucolic of a Milan far
from the luxury, that is crossed by the canal of Martesana, that was the main source of
inspiration of the disc. As well as lyrics and music, also guitars, synths and vocals are
made of Alessio Calivi. Are alive the echoes of the Italian new wave (especially of the first Litfiba), but revised after the American lesson of the nineties. The influences ranging from the Massimo Volume to the Ulan Bator, from the Six Minute War Madness to the Tool, withopenings to Mogwai and a basic melody always present, between tension and distension. The voice alternates low tone, high and very high tone, spoken and aggressivity. Anaggressive and dissonant trip, in which music and distorted guitars are clear: anger becomes only pure tones.

PRESS REVIEW
> Ricky Brit Pop
troublezine.it/columns/2006…

Credits

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