A 7 anni trova una vecchia chitarra di suo padre e inizia da subito a strimpellare composizioni originali. Un talento evidente lo porta ad essere richiesto in vari gruppi rock locali fin da una giovanissima età. A 18 anni ha l’opportunità di spostarsi a Londra per studiare, felice di lasciare una città che sente troppo stretta attorno alle sue ambizioni musicali. È là che fonda il gruppo rock Stags, con cui attira l’attenzione di pubblicazioni inglesi del calibro di Classic Rock Magazine, suona a festivals come The Great Escape e comincia così, nel Regno Unito, la sua vita in tourné. Qualche anno più tardi viene richiesto al basso dalla band Statunitense Acid Tongue, che lo porta negli Stati Uniti, dove durante tre anni di concerti su e giù tra la West e la East Coast, suona live per la celebre radio di Settle KEXP e il famoso festival SXSW in Texas, dove incide un album con la band. La sua carriera lo vede anche come musicista di sessione per il cantautore londinese L.A. Salami, con il quale gira l’Europa condividendo lo stage con bands quali MGMT, Parcels and Dream Wife. Il passaggio da chitarrista solista a bassista è un punto di svolta per la sua crescita come musicista, scopre il valore dell’armonia e nuove porte si spalancano davanti al suo approccio alla composizione musicale.
Ma la vera rivelazione arriva quando la sua compagna gli regala un sintetizzatore Roland Juno-DS. Basta con gli assoli da virtuoso, i riff blues e gli accordi base del rock ‘n roll. Alessio scopre le possibilità dategli dal sequenziamento elettronico, la libertà di avere tutti gli strumenti che desidera a portata di mano e l’abilità di arrangiarli e programmarli completamente da solo. Questa miriade di nuove possibilità che il synth gli presenta significa per lui non essere più limitato al sound della chitarra rock. Ed è così che comincia a lasciarsi inspirare dai mille colori del pop, dal raggae e la dub anni 70 come anche dalla musica elettronica degli anni 80. Naturalmente, il suo primo approccio alla scrittura delle parole è in Inglese, ormai seconda lingua madre per lui che lo parla quotidianamente più dell’Italiano da un decennio. Una vecchia conoscenza londinese lo mette in contatto con il produttore Padovano Cristopher Bacco, che interessato dal sound dei suoi demo vola a Parigi per incontrarlo e cominciare subito le pre-produzioni insieme. È a Parigi che Alessio propone al produttore un nuovo pezzo, il primo in assoluto che ha scritto in Italiano. I due decidono di puntare tutto su questa nuova idea, e dalla loro collaborazione nasce “Amore Bipolare”, una canzone pop che instintivamente richiama l’estate e su cui chitarra e synth si intrecciano armoniosamente. È proprio questo pezzo che in qualche modo fa riscoprire al cantautore la forza della propria lingua nativa. Mentre l’Inglese proponeva i soliti cliché delle liriche pop-rock, l’Italiano risveglia in lui sentimenti più profondi e che lo legano alla sua infanzia, permettendogli di esprimere emozioni in maniera più diretta, più sincera. Comincia così la spola tra Parigi e Padova per produrre a Studio 2 un EP intero in Italiano, che vanta la partecipazione di artisti del calibro di Roberto Dell’Era (Afterhours), Megahertz (Morgan) e l’attore Marco Cocci, che si incarica di cantare i coretti su “Amore Bipolare”. Tutto questo in favore della nuova vena Italo Touch scoperta da Alessio Peck.
Il risultato? Un pop scintillante, cromato, né tradizionale cantautorato Italiano né rock alternativo all’americana, ma inspirato a tutti e due i mondi. Che sia una varietà di generi musicali tagliata con del rock ‘n roll o del rock ‘n roll inebriato da una varietà di generi musicali, questo stile di scrittura fatto su misura da lui e per lui gli sta a pennello, così che il giovane rocker non ha più bisogno di nascondersi dietro un paio d’occhiali da sole. Quel ragazzo, che aveva da tempo dimenticato le sue origini, finalmente si riappacifica con i ritornelli di Rino Gaetano e gli standard di Adriano Celentano, avendo già assimilato tutto il pop e rock anglo-sassone che poteva. “Cantare in italiano è stata una riscoperta per me. Quando me ne andai a Londra da ragazzino non volevo più essere Italiano. Ci sono voluti diversi anni per farmi riapprezzare gli artisti che mio padre ascoltava quand’ero bambino, tipo Lucio Battisti e Franco Battiato, per riconnetere con le mie radici. Penso che questo sia importante al giorno d’oggi, che i ragazzi della mia età ricomincino ad apprezzare l’arte e gli artisti del proprio paese. È da troppo tempo che la lingua inglese e la cultura americana dominano il mondo della musica.” In questo modo, si potrebbe dire che Alessio Peck abbia scoperto nuovi orizzonti e conquistato nuovi confini del cantautorato. Veni, vidi, vici.
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L'articolo Biografia Alessio Peck di Alessio Peck è apparso su Rockit.it il 2021-06-30 12:07:11