"Maya" è un disco per pianoforte e violino a cui ho lavorato per due anni interi, con la collaborazione della violinista Margherita Tamburi, oltre che di fotografi e grafici per la parte figurativa.
Il lavoro si compone di cinque pezzi, che incarnano un viaggio in un periodo di vita con un'entrata, "Il Mare", e un'uscita, "Rinascita".
Si tratta di un viaggio introspettivo, nato dalla falsità delle maschere che ho indossato per filtrare la realtà, di cui ho finito per vedere solo il riflesso.
"Maya" è questo riflesso: tale nome, nasce in primis dall'assonanza col nome di quella che potrei definire la musa ispiratrice del progetto, risultato della mia falsità; secondo, dal concetto filosofico del "Velo di Maya" di Arthur Schopenauer, un velo che filtra appunto la realtà, rendendola meno vivida, più sfumata, più incerta, non completamente tangibile.
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