de rerum natura è un ep di 3 tracce dalla durata complessiva di circa 18 minuti così composto:
il primo brano, dal criptico nome nipponico, facilmente traducibile con google translate, narra di uno scontro epico tra uno stregone e un arcidemone. scritto in latino, è diviso idealmente in due strofe, nonostante il discorso sia continuo e non venga mai formalmente spezzato. il cantato è sussurrato, ma iperdistorto per renderlo simile ad un urlo (spero venga colta l'ironia). retoricamente privo di figure preponderanti, prevalentemente aneddotico e ironico.
il secondo brano è evidentemente più semplice: scritto in italiano, ma con le parole che vanno lette da destra verso sinistra, molto rumoroso, molto disarmonico, al 100% italiano. qui preponderante l'allegoria dell'esistenza spaccata in due: con e senza scarpe. la struttura richiama molto quella delle canzoni degli anni d'oro del grande Milan.
il terzo brano è letteralmente una critica molto banale e semplicistica al mondo della musica durante il momento pandemico più alto: spiccarono le famose parole "ho sentito il bisogno di esprimermi a causa della situazione in cui si trovano molti, chiusi nelle loro case", ma in realtà, com'è giusto, l'hanno fatto per poter almeno mangiare il loro panino quotidiano. non è una colpa farlo, è una colpa nasconderlo. nel brano ci sono molte cose sconclusionate in verità, potrebbe essere frainteso: spero di no. siamo tutti carnefici di noi stessi, non vergogniamocene.
l'ep è un gioco, nato in due giorni, con l'ausilio di plugin per scrivere batterie semplicissime e ripetitive, e dare suoni alle chitarre che con i miei mezzi analogici sarei riuscito a dare con molta più noia. invece sono bastati un centinaio di click. i mix e il master sono fatti in casa.
l' ep è una marmellata dissonante e autodissacrata.
de rerum natura, VII
alicante
Descrizione
Credits
musica, parole e altre cose: giacomo aversano
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