Quattro improbabili musicisti che mettono in fila arrangiamenti sbagliati per decorare il tempo. Talvolta fanno sorridere, ma state attenti: non c’è nulla da ridere, altrimenti vi ritroverete ad applaudirli per il motivo sbagliato. Questa è gente che suona. Che suona molto bene (li ritrovate in giro anche tra Mariposa, Benvegnù, Marco Parente). Scrivono canzoni pop, pure un po’ rock. Mettendoci poesia agrodolce, ironia, romanticismo scapestrato. Tante filastrocche giocattolose. Un po’ di nervosismo irriverente. Qualche schitarrata hard. E ancora fiati, archi. Qualche coretto. Qualche digressio…
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