Nell'arco di varie stagioni, tra freddi silenzio stiriani, umidi inverni veneti, e luminose albe islandesi, è cresciuta una pianta multiforme; ogni sua radice affonda in terreni diversi nel colore e nel carattere, ma i suoi rami e le sue foglie cantano insieme.
Veglie un po' stonate - mirti senza pace - davanti al crepitìo del fuoco, ascoltando il verdelegno che brucia e lascia nel torace la sua brace.
Un treno a vapore che parte e porta in sentieri naturali, tra arpeggi acustici, riverberi lontani, lame elettriche, calde viole, tintinii e cristalli, malinconici canti di balena, punte d'ottone, liquide armonie, morbidi prati all'ombra.
Sogni nella neve che aspettano il sole, a metà strada fra il ricordo di tempi passati e visioni colorate di giorni futuri.
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