Songs of Shame è il terzo album di Arctic Plateau, in uscita in cd e digitale il 3 dicembre 2021 per Shunu Records (distr. Season of Mist).
Dopo 8 anni di assenza dalle scene, il cantautore romano Arctic Plateau - al secolo Gianluca Divirgilio - porta alla luce i suoi pensieri più oscuri e intimi con il disco Songs of Shame. Nonostante qualcuno pensasse di averne visto i giorni finali, Arctic Plateau è invece diventato un mezzo per Divirgilio per lottare contro i propri mostri; per raccontare le fatiche, le insicurezze, i dolori, la delusione e i sensi di colpa, e in ultimo per permettere alle sue cicatrici di prendere forma come canzoni della vergogna, ovvero la traduzione del titolo inglese Songs of Shame. Con ciò, torna sulle scene con un album intimo e potente che riesce a fare i primi passi verso una guarigione che dura da decenni.
Come una lunga serie di sensazioni tratte dalle esperienze personali di Divirgilio, collezionate nel tempo trascorso dall’ultima uscita della band, The Enemy Inside (Prophecy Productions, 2012), questo album è un compendio di amori perduti, occasioni perse, rimorsi mortificanti e un trauma duraturo, che sia questo autoinflitto o meno. È un disco profondamente personale che spesso punta il dito allo specchio e sussulta quando questi viene riflesso. Ma nella complessità della sua autoesplorazione prende anche vita come documento vivente dando l’opportunità all’artista di svoltare pagina e di provvedere all’ascoltatore con un’area di sicurezza dove poter guardare nell’oscurità, poterne provare liberamente le emozioni, e alla fine trovare una strada per poterla attraversare.
Le composizioni su Songs of Shame hanno lo stesso dualismo delle sue tematiche, utilizzando in maniera disarmante l’estetica ottimista del post-punk, controbilanciando i temi, spesso cupi, contenuti nei testi. Testi che attingono alla cruda auto-disapprovazione del proto-goth, alla nuda onestà dei cantautori, e all’enigmatica brillantezza del post-punk per donare all’ascoltatore un panorama sonoro assolutamente memorabile. Concentrare questi lamenti funebri attraverso le lenti di un qualcosa molto più luminoso e vivace fa raccogliere i semi della guarigione in un modo che sarebbe molto meno incisivo se fossero stati rappresentati, anche questi, in una forma cupa.
Mentre le tematiche del disco si focalizzano sui tanti fantasmi che ci perseguitano, è la musica ciò che li rende corporei e che crea una separazione tangibile e questo è, in ultima istanza, un atto di gioia appropriato alla vivacità che abbiamo osservato nel songwriting stesso. Songs of Shame è un album che riesce ad incanalare la tristezza ed esibire un animo torturato messo a nudo, ma c’è una maturità formidabile nella sua onestà ed un trionfo nella sua catarsi, che gli dona la duplice qualità di riuscire a dar sollievo all’ascoltatore, anche mentre ne riconosce lo sconsolante peso del portarsi dietro il dolore per lunghissimi anni.
Songs of Shame
Arctic Plateau
Descrizione
Credits
Registrato da Fabio Fraschini al PlayRec Studio
Missato da Gianluca Divirgilio all’Arctic Plateau Studio
Masterizzato da Filippo Strang al VDSS Recording Studio
Arctic Plateau
Gianluca Divirgilio - voce, chitarra, synth, cori
Fabio Fraschini - basso, cori su We're Never Falling Down
Dario Vero - chitarra
Massimiliano Chiapperi - batteria
Hanno partecipato
Desiree Infascelli - fisarmonica su L’arsenale; Mezzaluna
Simona Ferrucci (Winter Severity Index) - voce su No Need to Understand You
Carlo di Tore Tosti - basso su The Bat
Foto di copertina: Federico A. Cutuli
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