Fino all'11 febbraio prossimo si può visitare ai Chiostri di San Pietro, a Reggio Emilia, la mostra Felicitazioni! CCCP Fedeli alla linea 1984-2024, dedicata alla storia dei CCCP e realizzata da loro stessi, con un esaustivo libro-catalogo a contenere tutto il materiale visibile all'interno. Si tratta di un qualcosa di veramente speciale per chi questa band l'ha ascoltata, l'ha amata, per chi sa quanto siano stati un fenomeno lacerante al punto di assumere i tratti del leggendario.
Una mostra che Giovanni Lindo Ferretti definisce "spettacolo immobile", in cui si trovano numerosi reperti davvero incredibili di quel breve e bruciante periodo in cui i CCCP erano i CCCP nella loro forma più viva, e non la cellula dormiente degli ultimi 30 anni, né quella risvegliata di oggi. L'invito è quello di perdervi dentro i corridoi e le sale, farvi masticare dall'iconografia filosovietica e lasciare che l'epica dell'immagine e del suono vi sovrastino. Ma se proprio siete di corsa e non potete godervi la mostra come andrebbe fatta, vi segnaliamo qua 10 cose imperdibili (anche se sarebbero molte di più).
Il pezzo di muro di Berlino
È la prima cosa che salta all'occhio nel bel mezzo del chiostro grande. È un pezzo vero del muro, come a segnare il confine che ci apprestiamo a superare. Da qua in poi si sta lasciando Berlino ovest per entrare in Est Europa, fate attenzione. Dall'altoparlante non sono minacciose parole in tedesco a propagarsi nell'aria, ma le parole di Giovanni Lindo Ferretti: "La morte è insopportabile per chi non riesce a vivere".
Le foto di Luigi Ghirri
Nella sala Epica Etica Etnica Pathos troviamo una delle chicche più notevoli della mostra: una serie di scatti fotografici di Luigi Ghirri alla band durante la realizzazione del disco a villa Pirondini, una casa colonica settecentesca abbandonata nella campagna reggiana, nei pressi di Rio Saliceto. Molte di queste foto sono inedite, quindi godetevele.
La memorabilia sovietica
Spille della DDR, stelle rosse, falci e martelli incrociati, manifesti dei primi concerti con un Lenin che trova la risposta alla domanda "Che fare?" ballando, ma anche le bandiere dei Paesi comunisti di tutto il mondo appese lungo il chiostro piccolo e un piccolo busto di ancora Lenin posto al centro di un tavolo ottagonale. L'iconografia del blocco comunista è straripante, ha un fascino magnetico che trascina dentro quella che poteva essere l'Emilia degli anni '80, tanto che è strano ritrovarsi nel 2023 una volta usciti.
I costumi di Annarella
Appesi in diverse zone dei chiostri troviamo alcuni degli abiti indossati da Annarella, la benemerita soubrette, nel corso dei concerti dei CCCP, che lei stessa ha conservato con cura in tutti questi anni e ora si trovano appesi su numerose pareti. Sono questi che in qualche modo specchiano la musica dei CCCP in una dimensione più fisica e visiva, al punto che anche questi sembrano prendere vita al nostro passaggio.
I reperti video
Sono tanti, sparsi nelle varie aree della mostra. C'è un angolo con tanti piccoli televisori su cui si possono vedere contemporaneamente diverse comparsate televisive della band, tra cui la loro partecipazione al programma DOC, ma anche un'intera parete che proietta un loro concerto, una tv che manda a ciclo continuo gli spot/televendita che la band aveva realizzato per l'uscita di Canzoni preghiere danze del II millennio - Sezione Europa e molto altro ancora. Da guardare e riguardare e riguardare e riguardare.
Il corridoio dei compagni est europei
I faccioni del maresciallo Tito, di Ceaușescu, di Brežnev, di Živkov e altri leader comunisti sono posti lungo un corridoio da attraversare mentre gli inni dell'URSS e della DDR si alternano in sottofondo. È come camminare tra le macerie di quello che per molti è stato un sogno per andare verso l'ignoto, che qua è rappresentato da un ritratto di Nilde Iotti – anche lei reggiana – con la mano sulla Costituzione che lei stessa contribuirà a realizzare.
L'inedito Onde
Un brano perduto e ritrovato, che quindi si merita di essere vissuto, ancora più che ascoltato. Diversi altoparlanti sono calati dal soffitto come i frutti di un qualche albero cibernetico, all'interno di un corridoio che diventa esperienza sonora e scoperta di un segreto fin a ora sepolto. "Un ronzio un rombo un boato, una sghemba figura apre le porte all'alba. I sogni del mattino non hanno l'oro in bocca, i sogni del mattino non hanno in bocca l'oro, i sogni sono schiuma".
I titoli e gli articoli di giornale dell'epoca
I CCCP oggi sono mitologia, ma cos'erano nel momento in cui stavano nascendo? Gli stralci di giornale e i titoli proiettati lungo uno scuro corridoio ce ne danno una dimensione. Sono testimonianze incredibili, anche molto divertenti a leggerle ora: "Sono gli anti-paninari"; "Maxi rissa al concerto dei CCCP"; "Fedeli alla linea di Sanremo"; "Risse, 'russi' e rock'n'roll". Da perderci almeno mezz'ora per gustarsi ogni parola.
Il ragazzo cinese che canta Io sto bene
Un video che rimane un mistero dalla sua comparsa sul web, e che però è talmente incredibile che si merita un suo angolo preciso, all'interno della sala Tien An Men. È la cover in cinese di Io sto bene, di cui ci fidiamo il testo sia una traduzione fedele all'originale, cantata per le strade di Shanghai. Non abbiamo idea di chi sia lui, di come sia arrivato a questa canzone, di che fine abbia poi fatto, però il video sembra genuino. Alla fine è ripresa anche la polizia che arriva per interrompere la performance, il che fa pensare che non si sia chiusa proprio benissimo.
La sala Amanda Lear
E dopo tutto questo tuffo nel passato, è il momento di gettarsi nell'indomani. Il Tomorrow con Amanda Lear, nell'incarnazione più vicina ai Velvet Underground & Nico che abbiamo avuto in Italia è un'apparizione in Mediaset che luccica sullo schermo, è TV Sorrisi & Canzoni, è una cover da stordimento di Inch'Allah - Ça va, è lo spettacolo tentatore che ammicca al nazional popolare mentre lo terrorizza. E a noi, cosa resta da fare? On va trouver l'amour.
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L'articolo 10 cose che forse non sapevi sui CCCP di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2023-10-12 09:50:00
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