10 dischi che compiono 50 anni nel 2025

Nel 1975 De Gregori pubblica il suo capolavoro, gli Area trovano la chiave per mettere del pop nei loro brani ricercatissimi, a Napoli esordisce una band che avrebbe rivoluzionato il suono della città. Ripercorriamo quella stagione musicale con una top ten di album imprescindibili

07/01/2025 - 09:49 Scritto da Giuseppe Catani

Nel 1975 cade l’ultima dittatura dell’Europa occidentale, quella del caudillo Francisco Franco: la Spagna si avvia verso la democrazia. Ma non è l’unico fatto di rilievo verificatosi cinquant’anni or sono: Bill Gates fonda la Microsoft, arriva il Pong, ovvero il primo videogioco della storia, termina la guerra in Vietnam, Pier Paolo Pasolini muore assassinato. Mentre il mercato del disco è ancora florido: il singolo più venduto in Italia è Sabato pomeriggio, di Claudio Baglioni, l’album di maggior successo è Rimmel, firmato Francesco De Gregori. Un 1975 ricco di tanta bella musica, questa playlist è qui a dimostrarlo.     

AREA – CRAC!

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Crac! esprime un suono meno nevrotico rispetto ai due album precedenti. Non che gli Area si siano addolciti, ma è indubbio che nei testi (come sempre curati da Frankenstein, al secolo Gianni Sassi) circoli un tot di ottimismo (“Corri, ragazzo, corri, guarda avanti, non ci pensare, la storia viaggia insieme a te”, recita L’elefante bianco) e che il pentagramma insegua forme maggiormente legate alla melodia. Crac! racchiude tra i propri solchi pezzi che diverranno tra i più popolari del canzoniere degli Area: oltre al già menzionato L’elefante bianco, ecco La mela di Odessa e, soprattutto, Gioia e rivoluzione. Il 1975 è anche l’anno dell’uscita del live Are(A)zione, come sempre, almeno sino a quel momento, sotto l’egida della Cramps.

ARTI+MESTIERI – GIRO DI VALZER PER DOMANI

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Altra band della scuderia Cramps, Arti+Mestieri è una sorta di supergruppo composto da musicisti in arrivo da realtà consolidate come Mystics, Procession, Ragazzi del Sole, Sogno di Archimede, Trip. Suonano per la prima volta insieme al Festival del Parco Lambro del 1974 per non fermarsi più, Giro di Valzer per domani è il loro secondo lavoro discografico, quattordici brani che racchiudono una invidiabile mistura di prog e jazz-rock. In Rinuncia figura come ospite Eugenio Finardi. Quel Finardi che esordirà proprio nel 1975 con il 33 giri Non gettate alcun oggetto dal finestrino

EDOARDO BENNATO – IO CHE NON SONO L’IMPERATORE

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Album numero tre per Edoardo Bennato che, grazie a Io che non sono l’Imperatore, consolida una meritata fama di cantautore ironico e controcorrente, grazie a brani come Meno male che adesso non c’è Nerone (uscito anche come singolo), la title-track, Affacciati affacciati (dedicata a Papa Paolo VI) o Feste di piazza (testo di Patrizio Trampetti della Nuova Compagnia di Canto Popolare). Bennato si muove tra rock e blues, non mancando di firmare pezzi più legati alla tradizione come Io per te Margherita o per sola chitarra acustica e bonghi (Ci sei riuscita). Band niente male, con il fratello Eugenio alla fisarmonica, Tony Esposito alle percussioni, Shel Shapiro e Lucio Bardi alle chitarre, Vince Tempera alle tastiere. 

IVAN CATTANEO – UOAEI

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Pur non baciato da un successo commerciale di rilievo, l’album di esordio di Ivan Cattaneo è un vero e proprio botto. Uoaei (nient’altro che le cinque vocali dell’alfabeto messe alla rinfusa) raccoglie le esperienze del giovane cantautore bergamasco reduce da un soggiorno a Londra, dove subisce la folgorazione della scena glam. Tornato in Italia, Cattaneo si spinge oltre, contaminando le proprie canzoni con un pizzico di prog, un bel po’ sperimentazioni in salsa zappiana (ma certi equilibri vocali ricordano Tim Buckley e Alan Sorrenti), riverberi etnici e psichedelia, non dimenticando di anticipare i tempi (Darling non ricorda forse la futura ondata New Wave?). Tra la line-up in studio di registrazione, spuntano i nomi di Walter Calloni, Paolo Donnarumma e Mauro Pagani.  

LUCIO DALLA – ANIDRIDE SOLFOROSA

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Anidride solforosa rappresenta il secondo episodio della fortunata (almeno dal punto di vista artistico) collaborazione tra Lucio Dalla e Roberto Roversi. I testi del poeta bolognese impreziosiscono un disco dannatamente bello, che vede Dalla raggiungere uno dei vertici della propria ispirazione. Un incontro (che non tarderà a tradursi in scontro…) dal quale nascono canzoni come la folle La borsa valori oltre a piccoli grandi capolavori del calibro di Tu parlavi una lingua meravigliosa o Non era più lui. Vi suonano, tra i tanti, Toto Torquati e Ruggero Cini, ai cori le Baba Yaga.

FRANCESCO DE GREGORI – RIMMEL

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Rimmel è l’album della definitiva consacrazione di Francesco De Gregori. Un disco che sbanca il botteghino e contiene alcuni futuri classici della canzone d’autore italiana come, la title-track, Piano bar, Pezzi di vetro, Pablo o Buonanotte fiorellino. E pensare che il disco viene registrato di nascosto negli studi della Rca, all’insaputa dei discografici dell’etichetta di via Tiburtina, fino a quando il Principe viene colto in flagrante. Ad accompagnare De Gregori in studio le chitarre di Renzo Zenobi e i Cyan. Il 1975 sarà un anno di buona ispirazione anche per altri cantautori come Antonello Venditti (Lilly), Roberto Vecchioni (Ipertensione), Fabrizio De Andrè (Vol. 8), Angelo Branduardi (La luna), Enzo Jannacci (Quelli che…). 

FRANCO FALSINI – COLD NOSE

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In libera uscita dai Sensation’s Fix, Franco Falsini realizza la colonna sonora di un cortometraggio sugli effetti nefasti della cocaina, girato dal regista (nonché primo produttore degli stessi Sensation’s Fix) Filippo Miani. Una pellicola, intitolata, appunto, Cold Nose, distribuita poco e male e sulla quale, a tutt’oggi, circolano informazioni frammentarie. Ai posteri rimane la musica di Falsini, una lunga suite divisa in tre movimenti che mette d’accordo il kraut-rock, Franco Battiato, Mike Oldfield e tutto lo sperimentalismo dal quale ci si abbeverava in quegli anni. Un album di raro fascino.   

NAPOLI CENTRALE – NAPOLI CENTRALE

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Ricordare Napoli Centrale per la (breve) militanza di Pino Daniele all’interno del gruppo è riduttivo e quantomeno ingiusto. La band capitanata dagli ex Showmen Franco Del Prete e James Senese sciorina buone vibrazioni sin dal suo esordio, un vinile eponimo attraverso il quale il quartetto dichiara amore incondizionato al jazz-rock, in special modo ai Weather Report e a John Coltrane. E a proposito di jazz-rock, è il caso di ricordare La valle dei templi, dei Perigeo, uscito anch’esso nel 1975.

STORMY SIX –UN BIGLIETTO DEL TRAM

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Gli Stormy Six, il gruppo feticcio del Movimento Studentesco dell’epoca: non mancavano mai alle manifestazioni, erano schierati a sinistra senza se e senza ma. Un Biglietto del tram, forse l’album più bello e vario della loro discografia, è un’incursione nella storia dei giorni della liberazione dal nazifascismo, con annesso qualche dubbio sulla reale genuinità dello sbarco degli alleati, “Garibaldini marziani venuti a liberarci. Ma siamo sicuri che questa liberazione non ci costi nulla?”. Brani come Stalingrado, La fabbrica e Un biglietto del tram sono entrati di diritto nella storia della canzone politica tricolore.

ULTIMA SPIAGGIA – DISCO DELL’ANGOSCIA

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L’ultima spiaggia è un’etichetta discografica nata nel 1974 su iniziativa di Ricky Gianco e Nanni Ricordi. Nel loro bouquet figurano musicisti di prim’ordine come Enzo Jannacci, David Riondino, Gianfranco Manfredi, Roberto Colombo (sì, quello di Viaggiando, la sigla di Stereonotte). Il progetto più estremo mai portato avanti dalla label milanese risponde al nome di Disco dell’angoscia, un album di pura follia messo insieme dagli stessi Gianco e Manfredi con i contributi di Ivan Cattaneo, Tullio De Piscopo, Sergio Farina e Hugo Heredia. Un concept sulla storia di un uomo in coma assalito da ricordi e viaggi interiori tradotti da rumori di ogni sorta, pastiche recitativi, musica concreta, cut-up di ogni genere e agguati sperimentali. Un must.

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L'articolo 10 dischi che compiono 50 anni nel 2025 di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2025-01-07 09:49:00

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