10 grandi dischi che compiono 50 anni

Nel 1974 Battisti pubblicava il suo capolavoro "Anima latina", Battiato abbracciava l'avanguardia e la stagione d'oro del prog italiano sparava le sue ultime notevoli cartucce. Torniamo a quell'incredibile anno della nostra musica attraverso 10 album che non possono mancare nella vostra collezione

I carabinieri di 'I buoni e i cattivi' di Edoardo Bennato vanno verso i bambini di 'Anima latina' di Lucio Battisti, infastidendo la pecora di Francesco De Gregori
I carabinieri di 'I buoni e i cattivi' di Edoardo Bennato vanno verso i bambini di 'Anima latina' di Lucio Battisti, infastidendo la pecora di Francesco De Gregori

Il 1974 è l’anno del referendum sul divorzio, della strage di piazza della Loggia a Brescia, della recrudescenza del terrorismo e degli scontri di piazza. I dischi continuano a vendere come il pane, il progressive regge, ma va forte anche l’hard rock. L’album più venduto dell’anno, in Italia, è la colonna sonora di Jesus Christ Superstar, film diretto da Norman Jewison, mentre tra i singoli a trionfare è E tu di Claudio Baglioni.

I dieci dischi che abbiamo scelto per rappresentare il 1974 non sono certo i più popolari di quell’anno, a parte un paio di casi, in compenso brillano per bellezza e coraggio. Con buona pace di chi si "accontentava" di Baglioni.

Area – Caution Radiation Area

video frame placeholder

Dopo l’esordio di Arbeit Macht Frei, gli Area tornano con un album ancora più estremo, il più lontano possibile dalla forma canzone, in bilico tra improvvisazioni e sperimentazioni (Lobotomia inserisce alcune note, dovutamente stravolte, della sigla di Carosello e del Telegiornale del primo canale Rai). Poco più mezz’ora per condensare rock, jazz rock, psichedelia, prog e suoni orientali nel nome del caos e della sregolatezza. È il primo disco degli Area senza il sassofonista Victor Busnello e il bassista Patrick Djivas, passato alla Premiata Forneria Marconi e sostituito da Ares Tavolazzi.

Franco Battiato – Clic

video frame placeholder

Meno prog, più avanguardia. Franco Battiato si avvicina alle sperimentazioni di John Cage, di Terry Riley, di Karlheinz Stockhausen, Clic somiglia a un magma di minimalismo e deliri claustrofobici (il testo di No U Turn parla di angoscia e schizofrenia), che accoglie, con invidiabile sprezzo del pericolo, alcune note di Faccetta nera e un breve stralcio di un discorso di Benito Mussolini. Un album non proprio facile, tuttavia, Proprietad prohibida diventerà, non si sa come, la sigla del settimanale di approfondimento giornalistico Tg2 Dossier. Tra gli ospiti Juri Camisasca, del quale parleremo tra poco.

Lucio Battisti – Anima latina

video frame placeholder

Mettersi a disquisire su uno degli album più belli mai usciti nel nostro Paese, tantopiù in poche righe, è impresa del tutto superflua. Basti ricordare che Anima latina fu massacrato da buona parte della critica dell'epoca e che si tratta dell’album meno venduto dell’era Battisti/Mogol. Tutto torna.

Edoardo Bennato –I buoni e i cattivi

video frame placeholder

Dopo un esordio acerbo, il riferimento è a Non farti cadere le braccia, Edoardo Bennato cambia registro e comincia a prendere a pugni l’italietta qualunquista e benpensante, affondata con un carico di ironia dissacrante. I buoni e i cattivi contiene canzoni che presto si sarebbero trasformati in classici del canzoniere di Edoardo Bennato, come Un giorno credi (il cui testo è firmato da Patrizio Trampetti della Nuova Compagnia di Canto Popolare), In fila per tre, Uno buono, dedicata all’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone.

Biglietto per l'inferno – Biglietto per l'inferno

video frame placeholder

Uno degli ultimi ruggiti davvero potenti del prog tricolore, un disco bellissimo dalle tinte hard e dai testi caratterizzati da forti riferimenti anticlericali. Ironia della sorte, nel 1999 Claudio Canali, frontman del Biglietto per l’Inferno, dopo una breve esperienza con gli Hare Krishna, entrerà nella chiesa di Sant’Antonio di Valmadrera come Fra’ Canali l’eremita. Vi rimarrà fino alla morte, avvenuta nel 2018, cinque anni dopo il ritorno sulle scene della sua vecchia band.

Juri Camisasca – La finestra dentro

video frame placeholder

L’esordio del cantautore brianzolo è un concentrato di testi surreali, onirici, visionari, e chi scomoda Franz Kafka non ha tutti i torti. La finestra dentro si avvale della produzione artistica di Franco Battiato, i due si erano conosciuti durante lo svolgimento del servizio militare, ed è solo l’inizio di una collaborazione che andrà avanti per anni. Anche Camisasca avrà la sua bella crisi mistica: nel 1978 diventerà frate benedettino e condurrà una vita monastica per altri dieci anni.

Francesco De Gregori – Francesco De Gregori

video frame placeholder

Per tutti è “l’album della pecora”, per Francesco De Gregori è il disco peggiore che abbia mai registrato. Giudizio ingeneroso: in fondo, si tratta del disco di Niente da capire e Cercando un altro Egitto, o di piccoli gioelli come A Lupo, dedicato a un anonimo produttore musicale, e Finestre di dolore. Certo, i testi grondano ermetismo a manetta, ma è anche questo è il suo fascino.

Maria Monti – Il bestiario

video frame placeholder

Una vita artistica sopra le righe quella di Maria Monti. Attrice di teatro con Carmelo Bene, fa la sua parte anche sul grande schermo, fino a essere diretta da Bernardo Bertolucci e Sergio Leone. Come cantante inizia con Giorgio Gaber e col tempo la sua voce si farà sempre più raffinata e incline allo sperimentalismo. Quando incide Il bestiario, si ritrova al fianco del sassofonista Steve Lacy e del manipolatore elettronico Alvin Curran. Il risultato è un affascinante mosaico di minimalismo, jazz e musica concreta, arricchito dai testi di Aldo Braibanti. Sì, proprio quello del “Caso Braibanti” che divise l’Italia a fine anni ’60.

Ibis – Sun Supreme

video frame placeholder

Gli Ibis escono dalla prima (di una lunga serie) diaspora dei New Trolls, il gruppo più litigioso al mondo. Sun Supreme è il loro secondo album ed è un disco molto bello, da riscoprire, nonostante le influenze del prog anglosassone, specie degli Yes, siano abbastanza evidenti. Poco male: il disco è così ben suonato e prodotto da potergli perdonare tutto.

Sensations’ Fix – Portable Madness

video frame placeholder

Il 1974 è un anno di lavoro duro per i Sensations’ Fix di Franco Falsini, che pubblicano addirittura tre album, l’ultimo dei quali è Portable Madness. Si tratta di due lunghe suite percorse da suoni spaziali e avanguardia di sapore kraut rock, con accenni di ambient e prog. Disco interamente strumentale, dominato da synth e tastiere impazzite da far girare la testa.

---
L'articolo 10 grandi dischi che compiono 50 anni di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2024-01-08 08:01:00

COMMENTI (11)

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia
  • pizzorno11 mesi faRispondi

    @MASSIMOANTONINODIVIA hai ragione. Chiaro di Loy & Altomare è un disco bellissimo con canzoni bellissime.

  • walteriraci11 mesi faRispondi

    Ciao Michele. Sì "About time" ben ricorda quelle sonorità tipiche di certi album dei Traffic. Ma è il suo primo "solo" del 1977 che mi è ancora assai nelle corde, forse perché vicino a "When the eagle flies", non so...ah!, discorsi lunghi, purtroppo...

  • MASSIMOANTONINODIVIA11 mesi faRispondi

    Chiaro - Loy e Altomare.

  • michelepaparelle11 mesi faRispondi

    @walteriraci
    Caro Walter, grazie per il tuo cortese commento. Ah, i Traffic, che balsamico sentirli nominare !!! Se posso consigliarti un album del Winwood post gruppo, direi "About time" del 2003, che in parte è un ritorno a sonorità alla Traffic, tra l'altro rifà "Why can't we live together" di Timmy Thomas, che mi pare figurasse già sul suo primo album da solista. Come dici tu, teniamoceli stretti. A volte penso che la mia discoteca sia peggio di un certificato anagrafico, ma tant'è, ce ne faremo una ragione.

  • walteriraci11 mesi faRispondi

    MICHELE, ciao.
    Ottime scelte per ricordare albums di quell'anno.,,Dei Perigeo li ho tutti da allora, li seguivo parecchio. Li vidi in concerto qui a Novara dove abito. Non sbagliarono una nota quella sera. Concerti che oggi puoi solo sognare dove i musicisti facevano praticamente di tutto, da attrezzisti, operai di sè stessi, che si scaricavano e si ricaricavano strumenti ed amplificatori. Professionalità e serietà oggi inesistenti...
    NCCP GRANDE! Una fucina d'idee e musicisti di altissimo livello!
    Quell'anno uscì l'ultimo album (se si esclude il tardivo "Far From Home", prima che Capaldi ci lasciasse) dei Traffic, "When The Eagle Flies", Ancora oggi freschissimo! Discografia, la loro, dove è davvero difficile un trovare album sotto la media.
    Che ti devo dire, non ci resta altro tenerci stretti quello che la memoria di quei giorni ci ha laSciato.
    Ciao, WALTER

  • GuidoBullo11 mesi faRispondi

    Penso che Anima Latina, che al momento della sua uscita ha ricevuto critiche soprattutto sulla difficoltà nel recepire il testo, al pari se non peggiori dell'altro suo insuccesso "Amore e non Amore" , ha in se non solo grande un'apertura alla musica latina-brasiliana da parte di Battisti, maggior costruttore e produttore di musica italiana dal 70 al 78 circa (ricordarsi tutte le canzoni scritte per tutti i gruppi e cantanti della casa discografica "Numero 1" da lui creata) con una tecnologia innovativa in Italia per quei tempi, ma soprattutto perchè la sua vogllia di esplorare nuove sonorità, lo ha reso unico in un mondo dove qualsiasi personaggio qundo ha raggiungimento il successo per la paura di perderlo, tende a rifiutare nuove sfide.

  • michelepaparelle11 mesi faRispondi

    Commento vuoto, consideralo un mi piace!

  • michelepaparelle11 mesi faRispondi

    Si può concordare o meno, ma l'importante è che di questa musica si parli, per cui comunque grazie. Se non sbaglio anno di uscita, avrei messo "Genealogia" del Perigeo e "Li sarracini adorano lu sole" della Nuova Compagnia di Canto Popolare.

  • walteriraci11 mesi faRispondi

    Poco o nulla da salvare, almeno nell'elenco qui proposto..."Anima Latina" e "la finestra dentro". L'album di Francesco De Gregori in seguito è stato persino disconosciuto dal suo autore. Valutate voi. "Clic" era del primissimo Battiato, quello che vale la pena ricordare, "I buoni e i cattivi" è un album generazionale, e in parte ci sta. Maria Monti fece di meglio ancora più indietro nel tempo. Il resto si può tranquillamente cestinare. E comunque di albums nel 1974 ne uscirono di molto migliori di questi. Walter

  • FioldeBolo11 mesi faRispondi

    Nel 1974 ho acquistato il mio primo LP. In negozio avevo chiesto "I BUONI E I CATTIVI di E.Bennato" ma lo avevano finito. Ho "ripiegato" su BURN dei Deep Purple. Meglio così!