“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”. Lo disse Giovanni Falcone nel 1991, due anni prima di morire dilaniato da svariati chili di tritolo. Massimo rispetto per una delle tante vittime di cosa nostra, ma per descrivere la più potente organizzazione criminale del mondo preferiamo un altro aforisma: “La mafia è una montagna di merda”. Peppino Impastato dixit.
Ecco, nel giorno in cui ricorre la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, dedichiamo la seguente playlist a questo Everest di escrementi fumanti e, soprattutto, a chi l’ha combattuto.
ENZO AVITABILE – ABBI PIETÀ DI NOI
Una preghiera, quasi una litania. Enzo Avitabile la recita, con l’aiuto di Angela e Marianna Fontana, con un rosario tra le dita e gli occhi puntati sui crimini dell’ecomafia. E su di una Campania ridotta a discarica: diossina, scorie nucleari, terra appiccicata, fuochi non del tutto purificatori. “’O mmal’ che ffa’ l’omm’ nisciun’ l’ha mai ordinat’”.
ROSA BALISTRERI – MAFIA E PARRINI
Mafia e preti si diedero la mano. Un patto d’acciaio tra eterne sanguisughe. Diavolo e acqua santa, l’uno punta e spara, l’altra minaccia l’inferno. “Chi semu surdi o muti? Rumpemu ’sti catini, Sicilia voli gloria! Né mafia né parrini!”. Testo di Ignazio Buttitta, musica di Otello Profazio, interpretazione, come al solito carica di pathos, di Rosa Balistreri.
CESARE BASILE – SOTTO I COLPI DI MEZZI FAVORI
Ballatona il cui testo è ispirato a una poesia del pacifista, poeta e cultore della nonviolenza Danilo Dolci. Cesare Basile se ne impadronisce per imbastire una serie di amare considerazioni su sfruttatori e sfruttati, sulla mafia e su don Vito Corleone che sta seduto in Parlamento (cit.): “Se i mandanti sono fatti ministri e i ministri si fanno mandanti, non ci pensi a guardare dall’alto”.
DIMARTINO FEAT. LA RAPPRESENTANTE DI LISTA – CI DIAMO UN BACIO
Palermo, città inclusiva: migranti, accoglienza, bellezza diffusa. Il palermitano Dimartino è orgoglioso della sua città, sia pur riconoscendone le contraddizioni e i problemi. Non sempre legati al traffico. “Ho visto un mostro ingoiare la città, uno sputo di sangue sporcarti le Hogan”: ovvero il sacco di Palermo e la vite spezzate di Giovanni Falcone e della sua scorta. Ci può stare anche una citazione di Mery per sempre, il film, ormai culto, di Marco Risi.
ELODIE FEAT. JOAN THIELE – PROIETTILI
Un film:Ti mangio il cuore, regia di Pippo Mezzapesa, tratto dall’omonimo libro inchiesta di Carlo Bonini e Giuliano Foschini. Una canzone: scritta da Elisa (Toffoli), presa in prestito da Elodie (protagonista della pellicola di cui sopra) e Joan Thiele. Una storia: quella di Marilena Camporeale, pentita della mafia garganica. “Resterò vicina sempre più al mio sogno, che la paura è un viaggio e forse ne ho bisogno. Per essere pronta ad avere coraggio, buttarmi dentro al fuoco senza avere caldo”.
THE GANG – DUECENTO GIORNI A PALERMO
La storia di Pio La Torre, dirigente del PCI, nemico giurato della mafia, che lo condannò a morte. Una sentenza eseguita senza pietà nel 1982. I Gang si concentrano soprattutto sul ritorno del deputato comunista a Palermo dopo diversi anni vissuti tra aule parlamentari e le segrete stanze di via delle Botteghe Oscure. “Tornò a Palermo con una missione, danzavano i santi fra le rovine, mandato dal partito Pio La Torre la verità voleva scoprire, ma la verità è intoccabile”. Una canzone al centro di un caso giudiziario: il senatore dell’allora Pds Michelangelo Russo ed Elio Sanfilippo, all’epoca vice presidente della Lega delle Cooperative Sicilia, citati nel testo e accostati a Salvo Lima e Vito Ciancimino, querelarono i fratelli Severini, successivamente assolti.
I GIGANTI – TERRA IN BOCCA
Un concept-album, due lunghe suite, un gruppo nato ai tempi del beat catapultato tra le lande del prog. Per i Giganti un triplo salto carpiato affrontato con l’appoggio incondizionato di Ellade Bandini, del futuro Area Ares Tavolazzi, di Vince Tempera e di tale Frankenstein (niente di meno che Gianni Sassi, sua la grafica della copertina del disco). Terra in bocca è un atto di accusa contro la mafia che ruba l’acqua e non si crea problemi nell’uccidere un sedicenne che intralcia i suoi affari. Note a margine: la parola mafia non è mai pronunciata nei testi delle canzoni di un album che fu un flop commerciale, tanto che i Giganti si sciolsero da lì a poco.
ENZO JANNACCI – LA FOTOGRAFIA
Un bambino di 13 anni freddato perché aveva visto cose che non doveva vedere. Si muore anche così dove la mafia spadroneggia, persino la pietà è morta. Enzo Jannacci si ispira a un fatto di cronaca, porta la canzone al Festival di Sanremo nel 1991 e vince il Premio della Critica. In classifica si piazza all’undicesimo posto, dietro Amedeo Minghi, Al Bano e Romina e Mietta. Ma davanti a Siamo donne di Jo Squillo e Sabrina Salerno. Son soddisfazioni!
MODENA CITY RAMBLERS – I CENTO PASSI
Cento passi dividevano l’abitazione della famiglia Impastato da quella di Gaetano Badalamenti, boss mafioso di Cinisi: troppo pochi per fare finta di niente. Peppino Impastato passò la sua breve esistenza a combattere la prepotenza di cosa nostra, una scelta pagata con la vita. Il brano dei Modena City Ramblers, inserito nella colonna sonora dell’omonimo film girato da Marco Tullio Giordana, celebra un uomo coerente e coraggioso, tanto da rinnegare il proprio padre. Un padre mafioso.
STATUTO – A PALERMO
Dedicata a Giovanni Falcone. A una Palermo scossa da quel botto così potente, da quell’asfalto sventrato. Era il 23 maggio 1992, la più inaudita sfida della mafia allo Stato. Gli Statuto cantano, rigorosamente a ritmo di ska, quella giornata tremenda e, allo stesso tempo, si appellano a una città ferita ma non doma: “A Palermo la gente onesta è troppa, non si arrenderà! Palermo, patria di cultura della civiltà, ce la farà!”.
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L'articolo Le 10 migliori canzoni italiane contro la mafia di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2025-03-21 15:58:00
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